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Assistenza domiciliare. Cantone “bacchetta” chi fa le gare per i servizi: “Basta con i lotti unici. Così non c’è vera concorrenza”


L'intervento del presidente dell'Anac dopo numerose segnalazioni pervenute all'Autorità da parte di "piccoli" operatori del terzo settore che con la logica del lotto unico di affidamento vengono di fatto tagliati fuori dalla possibilità di aggiudicarsi almeno uno dei servizi messi a bando. Per Anac le gare a lotto unico “comportano l’introduzione di barriere all’accesso e determina forti  restrizioni della concorrenza”.

26 SET - “Sono pervenute all’Autorità segnalazioni da  parte di operatori del terzo settore in merito a criticità riscontrate negli  affidamenti di servizi di assistenza domiciliare. In particolare, è emerso che  le stazioni appaltanti affidano frequentemente, con unica gara, servizi  assistenziali diversi, sia per tipologia di attività che per destinatari degli  interventi, richiedendo l’esecuzione di prestazioni complesse. Tale scelta  operativa comporta l’introduzione di barriere all’accesso e determina forti  restrizioni della concorrenza, precludendo la partecipazione alle procedure di  affidamento degli operatori che, pur difettando delle capacità richieste per  svolgere l’intera prestazione prevista dal bando di gara, avrebbero i requisiti necessari a eseguire almeno uno dei servizi richiesti”.  
 
Così il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone in una nota in cui fornisce le indicazioni operative alle stazioni appaltanti e agli operatori economici in materia di affidamento di servizi sociali dopo alcune segnalazioni sul frequente affidamento dei servizi con unica gara che escludono così molti operatori che non sono in grado di garantire tutti i servizi del bando.
 
“Il rispetto dei principi di concorrenza – rileva Cantone -  e non  discriminazione impone, infatti, l’adozione di accorgimenti che consentano, in  ogni caso, la massima partecipazione degli operatori economici alle procedure  di affidamento. Ciò anche nei casi in cui sia previsto lo svolgimento contestuale  di una molteplicità di prestazioni (es. accoglienza dei richiedenti protezione  internazionale), oppure la medesima prestazione debba essere eseguita con  modalità differenziate per adeguarla ai bisogni di diverse tipologie di utenti  finali (es. assistenza domiciliare rivolta ad anziani, disabili, malati  terminali)”.
 
Sulla base di queste considerazioni il presidente Anac rileva che “per  consentire il superamento delle criticità emerse nell’affidamento di servizi sociali complessi, si ribadisce la necessità che le stazioni appaltanti provvedano  alla suddivisione dell’appalto in lotti funzionali o prestazionali, rammentando  l’obbligo statuito in tal senso dall’art. 51 del d.lgs. 50/2016. Inoltre, si  richiama l’attenzione sull’efficacia, ai fini dell’apertura alla concorrenza,  di ulteriori strumenti, utili ad agevolare la partecipazione degli operatori  alle procedure di affidamento, quali l’avvalimento dei requisiti di  partecipazione, il ricorso al subappalto e la partecipazione in forma  raggruppata”.
 
Infine, Cantone “evidenzia che la disciplina  speciale dei servizi sociali consente l’erogazione dei servizi alla persona  mediante diversi strumenti che consentono di operare in un’ottica di apertura  alla concorrenza e di favor  partecipationis, assicurando il pieno soddisfacimento  dell’interesse sociale perseguito. Ci si riferisce, in particolare, agli  istituti dell’accreditamento (art. 11, l. 328/2000) e della convenzione con le  organizzazioni di volontariato (l. 266/1991) per i quali, con le Linee guida citate,  sono state fornite indicazioni volte ad assicurare l’affidabilità morale e  professionale degli operatori, il rispetto dei principi di pubblicità,  trasparenza, non discriminazione ed economicità, la qualità delle prestazioni e  la migliore soddisfazione dei bisogni dell’utenza”.

26 settembre 2016
© Riproduzione riservata

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