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Sardegna. Stanziati 2,5 mln per programma di formazione in Emergenza-Urgenza


L'obiettivo è quello di qualificare il personale medico e infermieristico già in servizio e eventuali altre figure professionali che si rendessero necessarie nell’ambito del programma di riqualificazione dell’intero sistema, con l’obiettivo di aumentare l’efficacia e la capacità di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini, nel quadro del processo di riforma in atto del sistema sanitario regionale.

21 OTT - Due milioni e mezzo per il Programma di riqualificazione e certificazione di competenze del sistema dell’Emergenza-Urgenza della Regione Sardegna: li ha stanziati la Giunta regionale su proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, e saranno assegnati all’Azienda ospedaliera Brotzu come capofila per l’attuazione del progetto formativo.
 
L’Assessore ha ricordato che “la rete dell’emergenza-urgenza, con le sue diverse articolazioni, rappresenta per il cittadino la prima e principale risposta di soccorso sanitario, comprese le patologie cosiddette tempo-dipendenti (per le quali si deve intervenire entro un’ora). Dovendo garantire elevati standard di tempestività e sicurezza, razionalità ed efficacia dell’intero sistema, quello dell’emergenza è uno degli ambiti più rilevanti su cui si misura la qualità e l’efficacia del servizio sanitario”.
 
Un’analisi del sistema territoriale e ospedaliero, effettuata dal Comitato Sanitario Regionale per l’Emergenza-Urgenza, ha confermato in Sardegna quanto riscontrato a livello nazionale: inadeguatezza dei requisiti strutturali e organizzativi della rete e carenza di competenze specifiche degli operatori attualmente impegnati nel sistema. “La nostra riorganizzazione del sistema sanitario – afferma Arru - ha individuato come strategiche e prioritarie le cure primarie, la rete ospedaliera e il sistema dell’emergenza-urgenza e si sta muovendo parallelamente lungo queste tre direttrici fondamentali, che sono strettamente connesse tra loro e ciascuna singolarmente è indispensabile perché la riforma sia complessivamente efficace”.
 
La delibera. La medicina di emergenza urgenza, si legge nella delibera, costituisce un settore particolarmente complesso, nel cui ambito lo specialista è chiamato a occuparsi trasversalmente di una serie di temi clinici abitualmente di pertinenza di più specializzazioni medico-chirurgiche, e nel quale il processo decisionale si realizza spesso in condizioni di contesto critiche, in situazioni rese ancora più complesse da variabili di ambito non sanitario dove il fattore tempo condiziona in modo determinante le decisioni e un errore, o anche solo un ritardo, può incidere negativamente - talvolta in modo irreversibile - sull’esito dell’intervento.
 
La sitauzione attuale. Gran parte dei medici che operano nelle postazioni di soccorso avanzato ha un’età compresa tra i 50 e i 65 anni, parecchi professionisti sono nella stessa posizioni di servizio sin dall’avvio del 118, segno di una limitata dinamicità del sistema con limitata possibilità di rotazione degli incarichi nei diversi servizi di emergenza-urgenza.
 
“La complessità del sistema - sottolinea l’Assessore - è accentuata dalla molteplicità dei soggetti coinvolti nella rete preospedaliera e ospedaliera e dalla loro necessaria integrazione. L’Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza, del 2009, ha previsto l’istituzione dello specialista del settore, con un lungo percorso e scuole di specializzazione dedicate, ponendo l’Italia al passo con le altre nazioni europee ed i riferimenti del mondo anglosassone. La Conferenza Stato-Regioni ha stimato per il biennio 2013-2014 un fabbisogno di 245 specialisti l’anno a fronte dei 46 contratti garantiti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (circa il 18% del fabbisogno) e i primi specialisti, a partire dal 2014, hanno coperto solamente una minima parte del fabbisogno stimato. Conseguentemente, - prosegue Arru - oltre l’80% dei posti di lavoro nelle varie articolazioni dell’Emergenza-Urgenza è assegnato ogni anno a personale non specialistico o proveniente da altre discipline”.
 
Le soluzioni. Occorre qualificare il personale medico e infermieristico già in servizio e eventuali altre figure professionali che si rendessero necessarie nell’ambito del programma di riqualificazione dell’intero sistema, con l’obiettivo di aumentare l’efficacia e la capacità di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini, nel quadro del processo di riforma in atto del sistema sanitario regionale.
 
La formazione specifica vedrà l’Azienda Ospedaliera Brotzu di Cagliari quale azienda capofila “per lo sviluppo e la realizzazione di un progetto di riqualificazione e certificazione di competenze del sistema dell’Emergenza-Urgenza della Regione Sardegna”.
 
“Tra le aziende sanitarie della Regione accreditate quali provider regionali per la formazione ECM – precisa l’assessore - l'Azienda Brotzu è quella con maggiore casistica in emergenza-urgenza, oltre ad essere definita DEA di secondo livello nella proposta di ridefinizione della rete ospedaliera”.
 
Risultati attesi. Il programma si propone di rendere omogenee le competenze di assistenza e cura degli operatori impegnati nella emergenza-urgenza, sia in ambito extraospedaliero che ospedaliero, nella regione; il miglioramento dell'efficacia e della performance dei team nel trattare le patologie in emergenza, indirizzandole rapidamente verso percorsi corretti sia in ambito extraospedaliero che ospedaliero; il miglioramento nella qualità dell'assistenza e della cura del cittadino, attraverso una cultura di valutazione degli esiti dell’intervento sanitario, che tende verso uno standard ottimale condiviso e diffuso su tutto il territorio regionale; la riduzione dell’accesso inappropriato al pronto soccorso e ai servizi e reparti ospedalieri.
 
“Dobbiamo cominciare a certificare le nostre competenze – conclude l’assessore -, capire chi fa cosa e come: questa è la vera sfida, che farà fare davvero il salto di qualità alla nostra assistenza”.

21 ottobre 2016
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