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Cancro. Non ci sono differenze tra le “Aree Pfas” e il resto del Veneto. Lo dice lo studio del Registro tumori


Lo studio ha analizzato i dati dei tumori diagnosticati nel 2013 in 21 Comuni maggiormente esposti all’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche. L’incidenza dei tumori maligni in queste aree è risultata di poco inferiore alla media regionale. Nessun incidenza maggiore anche per le neoplasie del rene e del testicolo, alla cui insorgenza è stato posto in relazione l’inquinamento da Pfas.

28 OTT - “Tutte le diverse tipologie di analisi effettuate non documentano una maggiore incidenza di tumori maligni nelle popolazioni considerate, rispetto ai valori medi regionali”. Sono queste le indicazioni emerse oggi a Padova, dove il Responsabile del Registro Tumori del Veneto, il professor Massimo Rugge dell’Università di Padova, ha presentato i dati relativi ai casi di tumore diagnosticati nell’anno 2013 nella popolazione (126 mila persone) residente nei 21 Comuni delle Province di Verona, Vicenza e Padova che sono risultati maggiormente esposti all’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche, meglio note come Pfas.

Lo studio ha evidenziato che, rispetto alla popolazione attualmente censita dal Registro Tumori (3 milioni 382 mila veneti su 4 milioni 904 mila), l’incidenza dei tumori maligni nei Comuni esposti ai Pfas è inferiore, sia nei maschi che nelle femmine, anche se le differenze non sono statisticamente significative.

“Nei maschi il tasso di incidenza nei 21 Comuni è risultato di 447 per 100 mila, rispetto alla media regionale di 497 per 100 mila; nelle femmine il tasso è stato di 339 per 100 mila, contro un tasso medio regionale di 366 per 100 mila”, spiega una nota della Regione Veneto che sintetizza i risultati dello studio.

“Ma non ci siamo fermati qui – ha detto Rugge – perché abbiamo voluto approfondire anche le neoplasie del rene e del testicolo, alla cui insorgenza è stato posto in relazione l’inquinamento da Pfas. Anche per questi due tumori le analisi non hanno dimostrato significative differenze rispetto ai valori medi regionali”.

Nel quadriennio 2010-2013, nei 21 Comuni studiati, sono stati diagnosticati 86 tumori del rene, con incidenza inferiore a quella del resto del Veneto per i maschi (14.8 per 100 mila contro 18.7 per 100 mila) e sovrapponibile per le femmine (8.0 per 100 mila contro 7.7). I 19 tumori al testicolo diagnosticati nel quadriennio hanno mostrato un’incidenza praticamente uguale a quella del resto del Veneto (7.0 per 100 mila contro 7.1 per 100 mila).

Nel 2013, sempre nell’”area Pfas”, i nuovi casi di tumore sono stati 727, 396 nei maschi e 331 nelle femmine. Tra i maschi i più frequenti sono stati: prostata (73 casi), polmone (62), colon retto (47), vescica (42); tra le femmine  la tipologia più diffusa è stato il cancro alla mammella (96 casi); poi il colon retto (47), la tiroide (20), utero e polmone (17 complessivi).

“Proseguiamo con la dovuta determinazione nel monitoraggio della popolazione esposta a Pfas e allarghiamo lo spettro del territorio veneto censito dal registro tumori – dice il prof Rugge -   questa è la missione che la Regione ha affidato al Registro e che la Direzione scientifica del Registro ritiene prioritaria”.

I 21 Comuni interessati sono: Alonte, Brendola, Lonigo, Sarego, Asigliano, Noventa Vicentina e Poiana Maggiore (provincia di Vicenza); Montagnana (Padova); Albaredo, Arcole, Cologna, Pressana, Roveredo di Guà, Veronella, Zimella, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Legnago, Minerbe, Terrazzo (Verona).

28 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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