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Chirurgia nel paziente anziano. Boccoli (Inrca): “Servono cultura geriatrica e lavoro d'equipe”


L’Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani di Ancona ha organizzato per sabato il convegno “Le urgenze chirurgiche nel grande anziano”, un momento di approfondimento per gli specialisti che devono prendersi cura del paziente geriatrico e lo accompagnano dalla diagnosi alle dimissioni. “I pazienti anziani il Responsabile dell’Unità operativa di Geriatria - hanno specifici fattori di rischio e bisogni che i professionisti debbono imparare a conoscere”.

15 DIC - “L’invecchiamento della popolazione porta con sé nuove necessità in ambito medico: oggi, due interventi su cinque sono eseguiti su pazienti con più di 65 anni. Chirurghi, anestesisti e infermieri sono chiamati così a conoscere la specificità del corpo che invecchia e a gestirne la complessità”. Partendo da questo concetto l’Inrca – Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani di Ancona, annuncia il convegno “Le urgenze chirurgiche nel grande anziano” in programma sabato 17 dicembre Auditorium della Montagnola, un momento di approfondimento per gli specialisti che devono prendersi cura del paziente geriatrico e lo accompagnano dalla diagnosi, al momento dell’ingresso in ospedale, all’operazione, così da renderlo in grado di sopportare l’intervento riducendo al minimo le complicanze.

“I pazienti anziani – spiega Gianfranco Boccoli, Responsabile dell’Unità operativa di Geriatria Inrca - hanno specifici fattori di rischio e bisogni che i professionisti debbono imparare a conoscere. È necessario fornire adeguati strumenti perché ogni trattamento deve essere multidisciplinare ed è indispensabile il lavoro di équipe”. Particolarmente importante è la valutazione preoperatoria, dove sono molti gli aspetti di cui tener conto. In primis, l’invecchiamento fisiologico: “le funzioni dell’organismo anziano risultano ridotte, così come lo è la capacità di adattamento allo stress, come quello rappresentato da un intervento chirurgico”, spiega Boccoli.

Poi ci sono le malattie croniche e le multipatologie: “Il 30% degli over 65 ha almeno due o più malattie tra loro correlate, i cui effetti sull’organismo non solo si sommano ma interagiscono in modi diversi, portando a circoli viziosi che aumentano la vulnerabilità”.
 
A ciò si aggiunge la polifarmacoterapia: "Spesso infatti manca una revisione completa di tutte le sostanze assunte dal paziente, che possono accumularsi e interagire fra loro”.
 
“L’incremento dell’età media – conclude Boccoli - è un dato con cui ciascun medico si confronta quotidianamente, è una ulteriore sfida per il chirurgo che, oggi, ma ancor di più in futuro, dovrà confrontarsi con pazienti che richiedono interventi chirurgici urgenti o d’emergenza”.

15 dicembre 2016
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