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Manovra. L’allarme dei presidenti delle Regioni


I commenti dei “governatori” sono unanimi: la manovra economica li costringerà a tagliare i servizi e minaccia la realizzazione del federalismo. Il parere di Errani, Polverini, Dellai, Cappellacci, Rossi e Vendola in vista dell’incontro Governo-Regioni fissato per mercoledì prossimo.

04 LUG - La manovra economica varata dal Governo preoccupa molto le Regioni, come si legge nei primi commenti raccolti dal sito della Conferenza delle Regioni, www.regioni.it.
Per la presidente del Lazio, Renata Polverini, la manovra “è molto pesante per gli Enti Locali e in particolare per le Regioni”, tanto più che, ha aggiunto “Purtroppo non abbiamo riscontrato un seguito all'impegno del governo, cioè una vera risposta ai problemi del trasporto pubblico locale. Ci sono ancora 4,5 miliardi della precedente manovra che le regioni devono ammortizzare”.
Un giudizio che la presidente ha ribadito presentando l’assestamento di bilancio della sua Regione: ”Dobbiamo avere risposte anche rispetto alla manovra precedente e al Tpl. È evidente che se sarà confermato il taglio alle Regioni che abbiamo potuto vedere in queste prime ore qualche altro sacrificio sarà richiesto, ma posso dire con assoluta serenità che il Lazio ha fatto sacrifici senza penalizzare chi ha più bisogno e senza mettere a rischio la ripresa”. “Le Regioni- ha concluso la presidente- devono recuperare 4,5 miliardi rispetto alla manovra dell'anno scorso e quest'anno sembra che ne spettino altri 5,4”.
Sulla stessa linea anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno che, nel suo intervento al consiglio nazionale del Pdl, ha detto: “facciamo il federalismo, ma per farlo con coerenza non possiamo stritolare i Comuni, le Regioni e gli enti locali che sono la prima linea politica. Non possiamo essere noi a pagare sempre il peso della manovra”.
Ribadisce la sua preoccupazione anche Vasco Errani, presifdente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, che si era già espresso giovedì scorso, al termine della seduta della stessa Conferenza. “In questa manovra – ha detto Errani a Firenze, a margine di un convegno del Pd – non c’è alcun segnale di sostegno alla crescita. Il problema in questo Paese sono le politiche del lavoro per le donne e per i disoccupati. E su questo non c'è niente”. “Si fa invece un intervento pesantissimo sulle Regioni e sugli enti territoriali, ma il problema non sono le Regioni o i Comuni, sono i servizi. Il presidente del Consiglio - ha detto ancora Errani - deve dire ai cittadini italiani quali servizi la Repubblica italiana è in grado di assicurare". Secondo Errani, dalla manovra arriva "un colpo  pesantissimo, peraltro a chi è più debole”. In vista dell’incontro tra Regioni e Governo fissato per mercoledì 6 luglio, Errani ha aggiunto:“La prossima settimana parleremo con il governo, siamo pronti a confrontarci sulla manovra e a fare la nostra parte in uno sforzo comune, ma bisogna capire qual è la direzione di marcia. Ricordo che tra i paesi Ocse siamo al penultimo posto per la spesa sociale. C'è il problema della spesa pubblica, certamente, ma nel 2008 la spesa sociale era di 2,4 miliardi, nel 2011 di 500 milioni, l'anno prossimo di 300 milioni. Nel 2014 saremo a zero. È un intervento insostenibile per i cittadini”.
“Come Conferenza delle Regioni  - ha concluso Errani – abbiamo dato un primo giudizio, che e' unanimemente di forte preoccupazione rispetto ad una politica che va in direzione oggettivamente opposta alle scelte che con l'altra mano si finge di fare quando si parla di federalismo fiscale".
In merito alla manovra economica, Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento, parla di “previsioni molto problematiche per la finanza locale”. “Dalle simulazioni – spiega Della – risulta che gli obblighi di miglioramento del saldo fra entrate e uscite per il Trentino arrivino a 228 milioni nel 2013 e a 338 milioni nel 2014, cifre impossibili da gestire rispetto al nostro bilancio. Chiederemo al governo che, nel ridurre la spesa, si mantenga la regola precedente che ha visto nel 2011 un valore di 59 milioni e nel 2012 di 118 milioni – conclude il presidente di Trento, fiducioso che “potremo trovare una soluzione”.
Anche il presidente della Sardegna Ugo Cappellacci dà un giudizio allarmato: “La manovra finanziaria approvata dal Governo nazionale ha un contenuto fortemente penalizzante per la Sardegna". “Nel modulare i sacrifici – spiega il vicepresidente Giorgio La Spisa - il Governo ha previsto che nel patto di stabilità 2013 le Regioni a Statuto Speciale debbano garantire il risparmio di 1 miliardo di euro e di due miliardi l’anno successivo. Il sacrificio richiesto alle ordinarie è invece di 800 milioni il primo anno e di 800 il secondo. Eppure il peso delle ordinarie corrisponde al 60% dei pagamenti complessivi rilevanti ai fini del patto (le Speciali concorrono per il 40%) e al 65% degli impegni (le Speciali concorrono per il 35%). A ciò si aggiunge la riduzione dei trasferimenti a favore dei Comuni e delle Province della Sardegna, così come previsto per gli enti locali delle altre Regioni”. Per queste ragioni Cappellacci ha annunciato di voler convocare “immediatamente il coordinamento delle Regioni a Statuto Speciale per valutare le iniziative comuni da porre in essere contro una discriminazione ingiusta e inaccettabile”.
Enrico Rossi, presidente della Toscana, sottolinea le difficoltà che la manovra pone allo sviluppo: “Con la manovra si mette il Paese su un binario morto, su una strada che sarà fatta solo di decrescita”. “La manovra del governo – aggiunge Rossi – mi pare che preveda altri tagli e con quelli già fatti eravamo al limite della sostenibilità. Se ci saranno ulteriori tagli, salteranno anche quei pochi investimenti che finora abbiamo potuto fare, molto ridotti per l'anno in corso”. “È una manovra debole - ha concluso Rossi - che scarica tutto sul 2013-2014. Insomma, non si fa così. Mi pare che si sfumi molto anche sui tagli alla politica e questo rischia di irritare ulteriormente i cittadini, i lavoratori".
“Un'opera di macelleria sociale”. È questa la definizione della manovra economica secondo il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, che ha poi spiegato: “Il governo produce effetti speciali per depistare l'opinione pubblica, evoca continuamente tagli alla politica ed agli sprechi, colpi alla pancia della casta, per depistare la gente e per perfezionare e completare un'opera di macelleria sociale”.
Vendola denuncia in particolare i tagli ai Comuni ed alle Regioni previsti dalla manovra, perché “tagliare agli enti locali significa tagliare i diritti dei cittadini, i servizi, significa impoverire una realtà sociale già allo stremo”. “Andiamo verso giorni molto brutti – conclude il presidente della Puglia – la reazione di chi come me non vuole diventare il curatore fallimentare del proprio ente, sarà una reazione molto dura”.

04 luglio 2011
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