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Aggressioni ai medici e giovani medici tappabuchi. Per Onotri (Smi) c’è un filo rosso che unisce violenze e precariato


Il segretario del sindacato rivolge un appello a Gentiloni: "C'è un filo rosso che unisce precarietà e attacchi violenti ai medici, chi non lo capisce è un irresponsabile. Un medico mal pagato, senza tutele, viene percepito come un professionista senza autorevolezza, perché non rappresenta adeguatamente lo Stato e non può più rivestire con efficacia il suo ruolo di garanzia di un diritto costituzionale, quello alla salute"

04 GEN - Il segretario generale del Sindacato dei Medici Italiani, Pina Onotri, rivolge un appello al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, dopo l'aggressione contro un medico all'ospedale Vittorio Emanuele a Catania, e l'annunciata proposta di introdurre in Piemonte dei gettoni a prestazione per i giovani medici per ridurre le liste di attesa.

"C'è un filo rosso che unisce precarietà e attacchi violenti ai medici - attacca Onotri - chi non lo capisce è un irresponsabile. Un medico mal pagato, senza tutele, viene percepito come un professionista senza autorevolezza, perché non rappresenta adeguatamente lo Stato e non può più rivestire con efficacia il suo ruolo di garanzia di un diritto costituzionale, quello alla salute. Diventa solo un fornitore di servizi, più o meno di qualità, a seconda del luogo, dell'organizzazione, delle strutture, dello spirito di abnegazione del medico stesso. Questa demolizione della figura del medico, parte con la precarizzazione dei contratti, prosegue con il blocco del turnover, e con la riduzione del personale, ma ha una delle sue cause principali nello stesso smantellamento della sanità pubblica, nei tagli lineari, nella chiusura di strutture senza prevedere alternative adeguate sul territorio".

"Tutti questi fattori - continua il segretario generale Smi- rendono il medico un bersaglio facile tanto per i violenti e i delinquenti, quanto per le frustrazioni dei cittadini sempre più insoddisfatti di una sanità pubblica sempre più povera e disorganizzata".

"A monte di questa situazione c'è il disinteresse dei precedenti Governi e delle Regioni - aggiunge Onotri - le aggressioni si ripetono da anni, anche con tragici epiloghi. Al collega di Catania va la nostra solidarietà, forse sarebbe opportuno in tal senso fare una giornata nazionale per la difesa della professione, magari anche nella cittadina etnea. Quindi rilanciamo in questa sede la necessità di un tavolo con il ministro degli Interni, Minniti, affinché si apra una vera e propria Vertenza sicurezza per il Ssn".

"Al premier, un appello - conclude Onotri - basta con le scorciatoie lastricate di precarietà, come quella avanzata dalla Regione Piemonte con la proposta di gettoni a prestazione per i neo medici per smaltire le liste di attesa. O come in Sicilia dove a circa migliaia di camici bianchi i contratti da dieci anni vengono rinnovati di semestre in semestre: si assuma finalmente e stabilmente il personale. Infine: si rimetta davvero la sanità nell'agenda politica del Paese. No a ipotesi emergenziali come i gettoni/voucher".
 
Lorenzo Proia

04 gennaio 2017
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