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Invecchiamento attivo. Lanzarin annuncia una legge regionale a breve


La proposta di legge è all’esame del Consiglio. Intanto la Regione ha avviato il confronto con Anci, sindacati e Ulss per la sua applicazione. L’obiettivo è fare “decollare un programma articolato di progetti e iniziative per investire nella solidarietà tra generazioni, nell’educazione ad una vecchiaia attiva e responsabile’”. Previsto uno stanziamento di 800 mila euro per il pirmo anno.

23 GEN - Confronto, venerdì scorso, al Centro Candiani di Mestre tra Regione Veneto, Anci, sindacati e Ulss sulla proposta di legge della Giunta, attualmente all’esame del Consiglio regionale, sull’invecchiamento attivo. Un testo che, per la Regione, “pone le premesse per fare dell’invecchiamento della popolazione una risorsa, e non più solo un problema, puntando al protagonismo delle persone della terza e quarta età nelle politiche sociali e alla loro partecipazione attiva a progetti di inclusione, animazione e promozione culturale, economica e sociale”. In Veneto gli ultrassessantenni sono oltre un milione, 4 su 10 dichiarano di stare bene o molto bene e uno su 7 sotto i 75 anni risulta essere impegnato in attività e servizi di volontariato.

“La legge sull’invecchiamento attivo farà decollare  - ha spiegato in una nota l’assessore regionale al sociale, Manuela Lanzarin - un programma articolato di progetti e iniziative, di durata triennale, costruito coinvolgendo associazioni, Ulss, comuni, cooperative sociali, centri servizi del volontariato, organizzazioni sindacali e del terzo settore, scuole e università, e sostenuto da contributi regionali, per investire nella solidarietà tra generazioni, nell’educazione ad una vecchiaia attiva e responsabile, nella salute e nel benessere degli ‘anni d’argento’”.

Per il primo anno di applicazione della legge la Regione conta di stanziare “800 mila euro”, che andranno a finanziare occasioni formative, progetti di comunità e rimborsi spese (convertibili anche in servizi) agli anziani che si impegneranno in attività di utilità sociale: ad esempio, nonni vigile, vigilantes nei musei e nelle biblioteche, orti sociali, guide ambientali e culturali, accompagnatori di disabili o persone in difficoltà, animatori di reti di ‘buon vicinato’ ed esperienze di turismo sociale. “L’impegno sociale e comunitario potrà diventare, quindi, anche una forma di integrazione al reddito, oltre che un’occasione di apprendimento permanente e di stimolo culturale”, evidenzia la Regione.

Secondo quanto riferito nella nota regionale, “la proposta di legge, e il percorso di confronto e concertazione che ne sta accompagnando la genesi, hanno incontrato l’apprezzamento delle organizzazioni sindacali, delle autonomie locali e del mondo del volontariato”. “Solo con la partecipazione attiva di tutti i soggetti istituzionali e sociali – ha sottolineato Lanzarin – riusciremo a trasformare l’invecchiamento in opportunità sociale e, quindi, in elemento di innovazione delle politiche di welfare. Gli ultrasessantenni sono una risorsa di impegno e capacità nel mondo del volontariato, della solidarietà, della sussidiarietà e della cittadinanza attiva: una risorsa che dobbiamo valorizzare e vogliamo premiare per innescare meccanismi di ‘welfare generativo’, nei quali sono le persone anziane a dare una mano ai loro coetanei o ai più giovani”.

“Insieme alla riforma delle Ipab e al disegno di legge per rinnovare la figura dell’amministratore di sostegno – ha concluso Lanzarin – la legge sull’invecchiamento attivo è tra le priorità del programma sociale di questa amministrazione”.

23 gennaio 2017
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