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Puglia. Spesa farmaceutica territoriale. Regione dà mandato ai Dg di potenziare attività di controllo e sanzione sui medici 


La disposizione è contenuta dell’atto dirigenziale n. 16 del 30/12/2016 del direttore del Dipartimento Giancarlo Ruscitti, secondo il quale il controllo della spesa farmaceutica pugliese richiede “interventi operativi drastici” e “non più rinviabili”. La Fimmg chiede di essere convocata: “Nessuna obiezione all’effettuazione dei controlli, ma le regole devono essere chiare”.

23 GEN - “La spesa farmaceutica rappresenta una grossa criticità per la sostenibilità del servizio sanitario della Regione Puglia, la cui soluzione necessita di interventi operativi drastici, non più rinviabili”. Tra questi, “stabilire tetti di spesa per singola azienda sanitaria locale rispetto al tetto complessivo del 7,9% per la spesa farmaceutica convenzionata per l’anno 2017”, distribuendo tale tetto, pari a 587.977.843, inclusivo del ticket fisso a carico dei cittadini, “sulla base della popolazione delle singole aziende, pesata e normalizzata in accordo alla metodologia utilizzata nel rapporto nazionale sull’uso dei farmaci (Rapporto OsMed)”.

E “rilevato che ai fini del rispetto” dei tetti di spesa stabiliti per le singole aziende “concorre, tra l’altro, il comportamento prescrittivo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta”, si dà mandato ai direttori generali delle Aziende sanitarie locali di “avviare le azioni” per il “potenziamento dell’attività di controllo e sanzionatorie nei confronti dei medici convenzionati che non rispettino le linee guida regionali e aziendali in materia di appropriatezza prescrittiva di farmaci, determinando un utilizzo inappropriato delle risorse pubbliche e il superamento dei tetti di spese previsti dalla normativa vigente”.

È quanto stabilito nell’atto dirigenziale n. 16 del 30/12/2016 del direttore del Dipartimento Promozione della salute, del benessere sociale e dello sport della Regione Puglia, Giancarlo Ruscitti.
 
Un provvedimento accolto con perplessità dal segretario regionale della Fimmg, Filippo Anelli, che non manifesta “nessuna obiezione all’effettuazione dei controlli”, ma evidenzia la necessità di regole chiare e di aspetti di cui tenere conto.

Anzitutto, per Anelli, “se tali controlli devono servire ad attuare l’appropriatezza” l’attività deve avvenire “in tempo reale”. “Non ha nessun valore o ha un valore limitatissimo un controllo su prescrizioni dell’anno precedente in quanto non servirebbe a correggere la prescrizione eventualmente inappropriata ma si risolverebbe solo in una afflizione postuma per il prescrittore”, scrive Anelli in una nota inviata, tra gli altri, al presidente della Regione, Michele Emiliano, e al direttore del Dipartimento Salute, Giancarlo Ruscitti.
Per Anelli “disporre subito dei dati sulla prescrizione e correggere eventuali errori raggiunge veramente l’obiettivo di un uso corretto delle risorse che è l’obiettivo delle misure appena introdotte”.

“Passando al merito della questione”, per il segretario regionale della Fimmg “la normativa regionale attualmente vigente prevede il riferimento a linee guida che devono informare la prescrizione. Tuttavia, tali direttive, sono disciplinate dall’art. 26 AIR reso esecutivo con DGR 2289/07 in BUR Puglia 10/08” i cui adempimenti previsti “ad oggi non risulta siano stati assolti per cui non è chiaro sulla base di quali strumenti contrattuali l’appropriatezza dei medici prescrittori potrà essere misurata. Anche il sistema di calcolo e di attribuzione del semplice dato grezzo della spesa deve essere aggiornato”.

Anelli invita quindi i Direttori Generali “a convocare le OO.SS. per stabilire tutti i parametri che devono guidare la prescrizione e il suo controllo. In mancanza ogni altra azione è da ritenersi priva di fondamento giuridico e non potrà avere alcun valore”. E conclude evidenziando la necessità di “osservare con scrupolosa attenzione le prescrizione del Garante della Privacy relative al trattamento dei dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale del cittadino verificando se ai fini del controllo vi è legittimazione a conoscere tali dati e con quali autorizzazioni. In mancanza sarà notiziato il predetto Garante affinché adotti le necessarie misure nei confronti dei soggetti, ivi comprese le software house, che consentano o favoriscano trattamenti illeciti dei dati”.

23 gennaio 2017
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