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Lombardia. Bresciani: “Su soccorso extra-ospedaliero guardiamo al futuro”


Lo ha detto in conferenza stampa l’assessore alla Salute, parlando della delibera sul nuovo modello di organizzazione del soccorso approvata di recente, che interesserà oltre 2400 tra medici e infermieri dipendenti del Ssr e più di 40.000 tra dipendenti e volontari dei soggetti sussidiari. L’obiettivo dichiarato da Bresciani è quello di migliorare il Ssr “sia in termini di qualità che di quantità”.

12 LUG - "Un progetto complesso, improntato sulla comunità: una sanità dinamica orientata verso il futuro". E' quello della Regione Lombardia, come affermato dall'assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, alla conferenza stampa sul nuovo modello di organizzazione del soccorso extra-ospedaliero recentemente approvato dalla Giunta regionale. Secondo Bresciani, "questo provvedimento è una reale applicazione del federalismo: la sussidiarietà verticale interessa Stato (ministero della Salute) e Regione Lombardia (Assessorato alla Sanità) ma lavora in maniera orizzontale con i soggetti sussidiari che hanno collaborato con noi per realizzare la delibera sul nuovo modello di soccorso".
La delibera interessa oltre 2.400 tra medici e infermieri dipendenti del Ssr e più di 40.000 tra dipendenti e volontari dei soggetti sussidiari.
"L'obiettivo – ha spiegato l’assessore - è quello di migliorare il nostro Sistema Sanitario sia in termini di qualità che di quantità. Anche con l'ausilio del nuovo Numero unico per le emergenze (112), avremo diverse forze - Polizia di Stato, Carabinieri, Soccorso sanitario, Vigili del Fuoco - che lavorano insieme per funzioni, coordinando tutte le emergenze e facendo crescere la nostra comunità”.

Bresciani ha poi spiegato come l'organizzazione del Sistema sia orientata per funzioni: "Solo lavorando così - ha detto - si riesce a organizzare una vera e propria rete di funzioni simili che costituiscono la sorgente dei cluster. Questa è la logica della rete che stiamo organizzando – ha concluso - una rete territoriale in grado di affrontare la sfida delle cronicità che sta arrivando e garantire che il paziente cronico abbia un'assistenza e un monitoraggio tali, per cui prevedere l'eventuale evento di sbilanciamento verso una possibile fase d'acuzia e interrompere questo stadio".

12 luglio 2011
© Riproduzione riservata

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