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Donazione organi. Dal Coordinamento regionale encomio all’Aou di Novara


Nell’aprile 2016, in otto soli giorni, nell’azienda vennero effettuati 7 accertamenti di morte con criteri neurologici, 4 dei quali hanno dato seguito a donazioni di organi e tessuti. L’impegno profuso ha permesso la concretizzazione di ben tredici trapianti, oltre alla donazione di numerosi tessuti, attualmente imbancati presso le banche dei tessuti regionali.

22 MAG - Nell’ambito delle iniziative volte ad  informare e sensibilizzare la popolazione sulle tematiche della donazione e del trapianto “un rilievo speciale” assume, per l’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità, l’encomio ricevuto recentemente da parte del Coordinamento regionale delle donazioni e dei prelievi di organi e tessuti, che sottolinea quanto l’Aou di Novara si distingua nella realtà regionale per indici di donazione.

“L’encomio – spiega l’Azienda - fa riferimento alle prime due settimane del mese di aprile 2016, quando in soli otto giorni vennero effettuati ben sette accertamenti di morte con criteri neurologici, quattro dei quali hanno dato seguito a donazioni di organi e tessuti. L’impegno profuso ha permesso la concretizzazione di ben tredici trapianti, due dei quali effettuati in Lombardia e undici in Piemonte oltre alla donazione di numerosi tessuti, attualmente imbancati presso le banche dei tessuti regionali.”

“Programmi di questo genere – si evidenzia nella nota - possono essere attuati con successo solo se alla base, come accade al “Maggiore”, vi è un ottimo livello organizzativo globale con il coinvolgimento di tutti i ruoli sanitari e delle altre professionalità, una stretta collaborazione tra componente universitaria ed ospedaliera, un elevato livello di tutte le attività sia cliniche che dei servizi di accertamento diagnostico  ed un accurato programma formativo, quale quello fornito dalla scuola di  medicina e chirurgia e dalle scuole di specializzazione dell’Università del Piemonte orientale”.

“I risultati eccezionali raggiunti dall’Ospedale Maggiore di Novara nelle attività connesse alla donazione e ai prelievi d’organo ai fini di trapianto, documentati in sede nazionale, sono stati determinati da una magica combinazione alchemica tra la popolazione novarese, sensibilizzata dal lavoro capillare dell’Aido e i medici dell’ospedale impegnati su questo fronte, con il supporto della magistratura locale”, prosegue la nota. “L’autorizzazione ottenuta dall’Ospedale Maggiore a svolgere il trapianto di rene, dopo quello di cornea, è stata l’inevitabile conseguenza del primato detenuto dal territorio novarese nella donazione degli organi e dell’impegno corale degli eccellenti professionisti del nostro nosocomio”.

“L’entusiasmo trasmesso da questo riconoscimento nazionale e il clima favorevole hanno portato l’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara, superata la fase pionieristica, a primeggiare anche nelle attività di trapianto di rene come riconosciuto dai dati nazionali di attività. Le donazioni, per le quali nel territorio novarese c’è sempre stata un’alta propensione, sono strettamente correlate oltre che alla sensibilità della popolazione, alla validità del programma regionale di formazione degli operatori, alla diffusione delle informazioni ed alla  capillare organizzazione delle rianimazioni coinvolte. Questa particolare sensibilità si è sempre mantenuta nel tempo, tanto che, come testimonia l’encomio ricevuto, la Scdu Anestesia e Rianimazione 1 diretta dal professor Francesco Della Corte primeggia in ambito regionale per segnalazione ed utilizzazione delle donazioni”.     

Il Centro Rianimazione, prosegue la nota, “vanta una lunga tradizione nell’attività di “prelievo d’organi e tessuti” da cadavere a scopo trapiantologico ed è stato riconosciuto come primo in ambito regionale come numero di donazioni multi organo in diversi anni dal 2000 in poi”.
Il numero di prelievi eseguiti e di organi distribuiti a Novara e nelle diverse Regioni, non solo Piemonte, sono riassunti nella Tabella sotto


Indicatori (n. assoluto) 
n. prelievi multi-organo (n. donatori)    17 (anno 2013)    11 (anno 2014)      19 (anno 2015)      20 (anno 2016)
n. prelievi cornee (n.donatori)                18  (anno 2013)    21 (anno 2014)     26 (anno 2015)     39 (anno 2016)
n. pazienti osservati                                 27  (anno 2013)    25 (anno 2014)     30 (anno 2015)      40 (anno 2016)
Brain death index                                                                                                                                52,6 (anno 2016)
   

Prelievi da persona deceduta
cuore          1  (anno 2015)       8   (anno 2016)
fegato         18  (anno 2015)    22   (anno 2016)
reni              24  (anno 2015)   29   (anno 2016)
pancreas                                   1  (anno 2016)
polmone                                   (anno 2016)
cornee        50  (anno 2015)   68  (anno 2016)


Ai cittadini novaresi è offerta la possibilità di esprimere la propria posizione (favorevole o contraria) in ordine alla donazione di organi e tessuti, registrandola presso il Sistema Informativo Trapianti (S.I.T.) (legge del primo aprile 1999, n. 91). La registrazione, fino ad agosto 2013, poteva avvenire tramite gli sportelli ASL (per dichiarazioni favorevoli o contrarie), oppure presso l’A.I.D.O. (per registrazioni unicamente favorevoli). Da agosto 2013 la registrazione della dichiarazione (favorevole o contraria) può avvenire anche presso gli Uffici Anagrafe del comune di residenza in occasione del rinnovo/rilascio del documento di identità (dlg 194 del 21/06/2013, art. 43 e legge di conversione del 09/08/2013).

Molto positivo è l’andamento delle dichiarazioni di volontà dei cittadini raccolte presso gli Uffici Anagrafe della città di Novara nell’ambito dell’iniziativa di adeguamento normativo “Una scelta in Comune” portata avanti dal Coordinamento regionale donazioni e prelievi di organo.

“Un dato è particolarmente significativo – spiega il prof. Vincenzo Cantaluppi, direttore Scdu Nefrologia e Trapianto Renale - Circa il 20% delle popolazione in lista attiva di trapianto presso il nostro centro risultano essere preemptive (ossia prima dell’avvio del trattamento dialitico) a testimonianza della ottima collaborazione per l' immissione in lista tra centro trapianto e centri nefrologici periferici organizzati in rete”.

Aggiunge il prof. Della Corte: “Nel 2017 il trend è del tutto sovrapponibile a quello del 2016 con 8 donazioni nel primo trimestre. All’esercizio clinico assistenziale sia associa anche una notevole attività di tipo formativo (sia all’interno dell’ospedale che nei corsi universitari medici ed infermieristici) ed informativo, rivolto anche alla popolazione. La struttura collabora attivamente anche alla gestione perioperatoria dei pazienti trapiantati di rene”.

Spiega il dott. Stefano De Cillà (direttore della Scdo Oftalmologia): “L’attività di prelievo e trapianto di cornea è una realtà presente da anni. Dal gennaio 2016 nel nostro ospedale sono stati eseguiti 86 prelievi di cornea, con un incremento del 50%  del numero di trapianti eseguiti presso la nostra unità operativa. Non vengono eseguiti solo interventi classici di cheratoplastica perforante ma anche interventi più innovativi come la cheratoplastica lamellare anteriore e posteriore che offrono il vantaggio di andare a sostituire selettivamente la porzione di cornea malata salvaguardando la porzione sana del paziente. La recente acquisizione di strumenti diagnostici  di ultima generazione permettono uno screening ancora più accurato  della patologia corneale garantendo una diagnosi precoce ed un ventaglio di possibilità terapeutiche sempre più tempestivo. Esiste inoltre presso la nostra divisione di Novara un ambulatorio dedicato alla patologia corneale per la gestione medica e chirurgica dei pazienti”.
    
Sostiene il prof. Alessandro Volpe: “L’Azienda Ospedaliero Universitaria Maggiore della Carità vede il trapianto renale come una delle sue eccellenze. La Clinica Urologica che dirigo collabora attivamente a questa attività nella fase di preparazione del paziente, nella fase chirurgica del trapianto e nella gestione postoperatoria del paziente trapiantato. Si è profuso un particolare sforzo negli ultimi anni per aumentare in particolare l’attività di trapianto da donatore vivente (donazione del rene da genitore a figlio, tra fratelli, tra consorti), nella quale ci contraddistinguiamo a livello regionale e nazionale”.

“In particolare – prosegue Volpe - l’urologo provvede al prelievo del rene dal donatore con tecnica laparoscopica. La laparoscopia è una metodica chirurgica mini-invasiva che permette ottimi risultati con una breve degenza, un veloce ritorno alle attività abituali e un migliore effetto estetico (meno cicatrici addominali), requisiti particolarmente importanti per questi soggetti “sani” che donano il rene ai loro familiari con un grande atto di amore. Il rene prelevato viene quindi connesso ai vasi del ricevente e l’uretere viene connesso alla vescica durante il trapianto propriamente detto, che presso il Maggiore viene eseguito in collaborazione con i colleghi della Chirurgia vascolare. L’attività del trapianto renale è ricca di soddisfazioni in quanto permette di liberare il paziente dal vincolo della dialisi e talvolta addirittura di evitarla programmando il trapianto prima della progressione ad insufficienza renale terminale. I risultati ottenuti dal nostro centro sono lusinghieri e ci incoraggiano a lavorare sempre meglio per il bene dei nostri pazienti. Ci auguriamo che la cultura della donazione si diffonda e si consolidi sempre più nel nostro paese per poter in questo modo ridurre le liste di attesa dei pazienti per l’agognato trapianto”.

Afferma la dr.ssa Doriana Chiarinotti (responsabile Ssvd Nefrologia e Dialisi): “Presso la Nefrologia-Dialisi del “Maggiore” i pazienti in dialisi cronica sono più di 150, di poco superiori per numerosità a quelli portatori di trapianto renale funzionante; i nuovi ingressi nel corso del 2016 sono stati pari al 20%. Abbiamo  27 pazienti (1 pre emptive) in lista attiva, candidabili al trapianto di rene, pari al 17,7% sul totale dei dializzati ed altri 24 (5 pre emptive) possibili idonei, in fase di studio, considerando i quali la percentuale supera il 30%.  La media regionale è del 19,6%. Nel periodo 2013-2015 sono stati trapiantati in media 8 pazienti/anno, il 5.3% dei dializzati prevalenti nel ns Centro; nel 2016 si è registrata una crescita, sono stati trapiantati 11 pazienti “novaresi” , di cui uno da donatore vivente e nei primi mesi di quest’anno sono già 5, di cui 2 da vivente”.

“Il numero delle donazioni – spiega Chiarinotti  - non è in grado oggi di soddisfare le esigenze dei candidabili; per questo è fondamentale un’attenta opera di sensibilizzazione alla donazione da un lato e di prevenzione della malattia renale cronica dall’altro: prevenzione primaria attraverso la correzione dei fattori di rischio e secondaria di rallentamento della progressione, in modo da ritardare lo stadio terminale e l’ingresso in dialisi. A queste esigenze cercano di rispondere iniziative come quelle della Giornata Mondiale del Rene che si tiene ogni anno a marzo, invitando la popolazione a sottoporsi a screening di base, e l’attività dell’ambulatorio MaReA che ci vede attivamente impegnate insieme a Dietologi e Psicologi».

Aggiunge la dr.ssa Carla Porta (direttrice della Scdo Chirurgia vascolare): “Osservando e parlando con le persone che hanno avuto il trapianto di rene si ha la netta impressione che abbiano riacquistato la loro libertà:  liberi di andare e venire dove e quando vogliono senza essere dipendenti da una macchina cui devi dedicare una grande parte del tuo tempo per continuare a vivere. Per questo è importante donare gli organi, per fare in modo che quando tu non ci sarai più qualcun altro possa avere le opportunità e la libertà di cui tu hai goduto in vita”.

22 maggio 2017
© Riproduzione riservata

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