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Mobilità sanitaria. La Lombardia taglia oltre 30 milioni in 3 anni per le prestazioni a bassa intesità


Lo ha stabilito la giunta con una delibera approvata lo scorso 12 maggio. Nel dettaglio, il tetto prestazioni a bassa complessità erogabili da strutture di diritto privato (esclusi Irccs) per pazienti fuori Regione dovrà essere pari alla produzione del 2016 con riduzione annuale del 10% nel prossimo triennio. Ciò al fine di raggiungere gradualmente i volumi di produzione del 2013. La delibera

23 MAG - È considerato uno dei sistemi sanitari regionali migliori di Italia. Ed è per questo che molte persone, dal resto di Italia, scelgono le strutture d’eccellenza lombarde quando hanno un importante problema di salute. Ma la Regione Lombardia ora ha deciso di mettere un freno al turismo sanitario verso le proprie strutture. Con la delibera n° x/6592 approvata lo scorso 12 maggio, la Giunta ha infatti stabilito di abbassare il tetto per le prestazioni di bassa complessità per pazienti fuori Regione (erogatori privati).
 
Nel dettaglio viene stabilita, a livello complessivo regionale, una soglia massima di prestazioni a bassa complessità erogabili da strutture di diritto privato (esclusi IRCCS) per pazienti fuori Regione pari alla produzione del 2016 con riduzione annuale del 10% nel prossimo triennio. “Ciò al fine di raggiungere gradualmente i volumi di produzione del 2013, definendo un tetto pari a:  129 milioni di euro per il 2017;  116 milioni di euro per il 2018; 104 milioni di euro per il 2019”, si legge nella delibera proposta dall’assessore al Welfare Giulio Gallera di concerto con l'assessore all’Economia Massimo Garavaglia.
 
E se il tetto venisse superato? “Verrà applicata una regressione tariffaria finalizzata a garantire il rispetto complessivo del suddetto limite”. In pratica, in caso di sforamento, la regressione tariffaria riduce il prezzo unitario di tutte le prestazioni rese, in modo da garantire il rispetto integrale del tetto di spesa.
 
Quanto alle ragioni, nella delibera non si fa riferimento a particolari necessità di bilancio o ad eventuali crediti insoluti, cioè ai mancati rimborsi delle altre Regioni per le cure che la Lombardia ha assicurato ai loro cittadini. Piuttosto, si afferma che con la delibera non si fa altro che mettere in atto “quanto oggi già definito a livello nazionale per la definizione dei contratti 2017”.
 
“L'art.15, comma 14 del DL 95/12 (Spending Review) – spiega infatti - stabiliva la riduzione degli importi e dei corrispondenti volumi da applicarsi a tutti i "singoli contratti e accordi" stipulati con le strutture private arrivando ad un valore pari al -2% di quanto finanziato nel 2011.  Il comma 574 dell'art 1 della legge di stabilità 2016, sia pure in via incidentale, dispone in merito all'obbligo di riduzione anche sulle prestazioni erogate da strutture private a favore di pazienti residenti in altre regioni. Disciplinando una deroga alla riduzione, per gli Irccs e per l'alta specialità, ne ha infatti affermato, indirettamente, la sussistenza. La legge Finanziaria 2016 afferma quindi il principio per cui la riduzione dei costi è a carico della Regione nella quale si verificano i ricoveri e non della Regione nella quale risiedono i cittadini che effettuano prestazioni in mobilità extraregionale”. E “l’Accordo in sede di Conferenza delle Regioni per la regolazione dei flussi finanziari connessi alla mobilità degli assistiti tra le Regioni per gli anni 2014-2015, definito il 29 settembre 2016 - evidenzia la delibera - ha iniziato ad applicare le previsioni della legge di stabilità del 2016 regolando gli esercizi 2014 e 2015 sulla base delle attività erogate nel 2013”.

23 maggio 2017
© Riproduzione riservata

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