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Ao di Caserta. Assistenza privata in ospedale, ecco il regolamento sul sostegno che arriva dall'esterno


Riguarda, oltre al sostegno, l’assistenza prestata privatamente ai degenti in corsia come supporto psicologico, affettivo e relazionale. Escluse tutte le funzioni proprie dell'assistenza sanitaria. Per il Dg Ferrante “un provvedimento che pone legittimamente al centro dell’attenzione il paziente”.Ao

29 MAG - Su proposta del nuovo direttore generale dell’Azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta Mario Nicola Vittorio Ferrante (igienista, proveniente dai ruoli della direzione sanitaria dei distretti irpini che segna la fine del lungo commissariamento dell’azienda) è stato approvato il regolamento sul sostegno esterno e sull’assistenza non sanitaria prestata privatamente ai degenti in corsia come supporto psicologico, affettivo e relazionale. Sono escluse da tali attività tutte le funzioni proprie dell'assistenza sanitaria.

“Un provvedimento molto innovativo nel campo dell’umanizzazione delle cure – dice il manager – che pone legittimamente al centro dell’attenzione il paziente, cui viene riconosciuta la necessità di beneficiare di un’assistenza completa, sanitaria e non”. “L’obiettivo – prosegue Ferrante - è disciplinare l'attività di sostegno esterno privato, al fine di tutelare le persone degenti, sia quelle che la richiedano sia, di riflesso, quelle che non la richiedano, favorendo il rispetto di norme igienico-sanitarie, organizzative e di sicurezza. Scopo del regolamento è anche quello di garantire a tutto il personale medico, infermieristico, riabilitativo e di supporto, il corretto espletamento della propria attività, tutelandolo da eventuali eventi avversi non di propria responsabilità e al tempo stesso di assicurare alle persone che effettuino assistenza di sostegno privata a titolo oneroso il corretto espletamento della propria attività, nell'osservanza della normativa vigente”.

“Un regolamento – prosegue Ferrante - che si è reso necessario perché nelle strutture di degenza di questo nosocomio, come in quelle della maggior parte delle aziende e dei presidi ospedalieri del Servizio sanitario nazionale è svolta, all’occorrenza, attività di assistenza non sanitaria a pazienti in particolari condizioni di bisogno. Tale assistenza è garantita, in orari diversi da quelli di visita, sia da familiari e/o amici del paziente che da altre persone di sostegno, come badanti e operatori socio-assistenziali. Il fenomeno, per gli aspetti interferenziali che comporta rispetto alle attività di assistenza sanitaria prestate dall’azienda, necessitava di una specifica regolamentazione, anche al fine di garantire il legittimo svolgimento delle attività di assistenza non sanitaria in oggetto, nel rispetto delle vigenti normative sia in materia di lavoro, sicurezza e privacy che in materia fiscale”.

Il regolamento va dunque a disciplinare sia l’assistenza non sanitaria privata svolta a titolo gratuito che quella effettuata a titolo oneroso da cooperative sociali, agenzie e imprese e soggetti singoli. Presso la Direzione sanitaria aziendale è stato inoltre istituito un elenco dei soggetti (società/cooperative/agenzie/associazioni e soggetti singoli) disponibili a prestare, a titolo oneroso, assistenza non sanitaria ai degenti.
 
Intanto nei giorni scorsi l’ospedale di Caserta ha aderito alla sedicesima giornata del sollievo promossa dal Ministero della Salute e dalla Fondazione Nazionale “Gigi Ghirotti”. Le associazioni di volontariato presenti in Azienda, (Aitf, Avo e Tdm) hanno istitutito un punto informativo sulla legge 38 del 2010 e sue applicazioni con diffusione di materiale informativo in quattro postazioni del nosocomio. “Siamo impegnato al fianco dei pazienti – dichiara Mario Ruberto, responsabile dell’Unità operativa di fisiopatologia del dolore e cure palliative – per informare e sensibilizzare gli operatori sanitari e i cittadini sull’importanza di promuovere la cultura del sollievo ed estendere la consapevolezza che il sollievo non è solo desiderabile ma anche possibile. Combattere il dolore con tutti i mezzi di cui la medicina dispone è un diritto di chi soffre”.
 
E.M.

29 maggio 2017
© Riproduzione riservata

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