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Pfas. Zaia scrive a Gentiloni e Galletti: “Servono fondi per l’approvvigionamento idrico”


Nella lettera il presidente veneto evidenzia che “tutti gli interventi finora messi in atto per rendere sicuri gli acquedotti sono stati finanziati direttamente dai cittadini con la tariffa del servizio idrico integrato, e sostenuti in via straordinaria solo da finanziamenti regionali”. Ma ci sono ancora lavori da fare e il Veneto chiede “chiarezza” sui tempi di erogazione dei fondi statali, pari ad 80 milioni di euro e “più volte annunciati”. La lettera

26 LUG - Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, scrive al presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni e al ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti per sollecitare l’erogazione dei più volte annunciati finanziamenti statali per la realizzazione di interventi infrastrutturali sulle reti acquedottistiche, che serviranno per l’approvvigionamento idrico dei territori del Veneto esposti all’inquinamento da sostanze perfluoro-alchiliche (Pfas).

Nella sua lettera il presidente sottolinea come, a partire da maggio 2013, la Regione si trovi “ad affrontare uno dei più vasti fenomeni di inquinamento delle acque superficiali e delle falde acquifere degli ultimi anni, dovuto a contaminazione di sostanze perfluoro-alchiliche (Pfas) in una vasta area tra le Province di Vicenza, Padova e Verona. La complessità della gestione dell’emergenza ha primariamente coinvolto la tutela sanitaria della popolazione; basti pensare al colossale progetto di biomonitoraggio della popolazione colpita dall’inquinamento organizzato e messo in atto dalla sanità regionale con la supervisione dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dell’OMS, che dovrà protrarsi per anni, coinvolgendo decine e decine di migliaia di persone, che testimonia le dimensioni del fortissimo impegno ad ogni livello della Regione Veneto”.

Ma il presidente ricorda anche che “moltissimo è stato fatto soprattutto sotto il profilo della tutela ambientale”, evidenziando le principali iniziative messe in campo a partire dalle analisi da parte di ARPAV, con l’identificazione della fonte principale di contaminazione, individuata nella ditta Miteni S.p.A. di Trissino, e la messa in sicurezza gli acquedotti con adeguati sistemi di filtraggio, consentendo, già a poche settimane dalla conoscenza del fenomeno evidenziata dai Ministeri competenti, la distribuzione di acqua potabile nel rispetto dei livelli di performance stabiliti, anche se in una fase successiva, dall’Istituto Superiore di Sanità”.

La Regione, ricorda ancora Zaia, “si è poi costituita come parte offesa presso la Procura della Repubblica di Vicenza nei confronti dei responsabili della contaminazione per tutte le fattispecie di reato più volte segnalate dall’ARPAV, compreso il disastro ambientale, a tutela dei cittadini colpiti ed al fine di richiedere ed ottenere il ristoro dei danni arrecati all’ambiente. Ma il presidente fa rilevare che la Regione, pur non essendo il soggetto prioritariamente competente (D.Lgs. n. 152/2006) in materia di servizio idrico integrato, si è comunque immediatamente attivata anche nella realizzazione di nuovi acquedotti che permettano di portare definitivamente acqua di buona qualità nelle zone colpite, prelevandola da aree regionali incontaminate e sicure. L’ammontare degli investimenti supera peraltro i 200 milioni di euro, valore non disponibile nel bilancio regionale. “La società regionale Veneto Acque S.p.A. – spiega nella lettera al governo - è stata appositamente incaricata di coordinare le attività di progettazione e realizzazione delle necessarie tratte acquedottistiche e dei relativi impianti e serbatoi: si tratta di oltre 100 km di nuove reti, che permetteranno di alimentare con nuove fonti di approvvigionamento le aree attualmente esposte alla contaminazione e costrette ad un oneroso, pur se efficace, filtraggio”.

“Stante l’impegno fin qui profuso senza sosta dalla Regione – conclude il presidente veneto - ricordando peraltro che tutti gli interventi finora messi in atto per rendere sicuri gli acquedotti sono stati finanziati direttamente dai cittadini con la tariffa del servizio idrico integrato, e sostenuti in via straordinaria solo da finanziamenti regionali, si richiede alle Autorità statali di definire finalmente con chiarezza le tempistiche certe entro cui saranno erogati i fondi più volte annunciati, pari ad 80 milioni di euro, necessari per garantire il completamento funzionale degli interventi infrastrutturali. Si rappresenta che l’attuale situazione di incertezza si riverbera negativamente sulla efficacia dell’azione di progettazione, poiché la Legge prevede chiaramente che le attività di progettazione e soprattutto di realizzazione delle opere pubbliche non possano procedere senza la corrispondente copertura finanziaria: a tali vincoli non può ovviamente che essere soggetta anche la società regionale Veneto Acque che, ai sensi delle leggi di contabilità, non può agire con la necessaria operatività se non dispone appieno delle risorse necessarie”.

26 luglio 2017
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