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Riforma sanitaria Lombardia. Medicina Democratica su ordinanza Tar: “Il problema rimane tutto”


"Il Tar non ha accordato la sospensiva. Ha affermato che l’argomento era troppo complesso per non farne oggetto di una discussione più ampia e articolata. Moltiplicheremo i nostri sforzi per spiegare ai cittadini e ai medici lombardi come il sistema sanitario pubblico peggiorerà". Così Medicina Democratica commenta l'ordinanza del Tar sui ricorsi contro la riforma.

15 SET - Il Tar della Lombardia "non ha accordato ieri la sospensiva" della delibera regionale sulla riforma della cronicità richiesta da Medicina Democratica e, separatamente, da 4 sindacati medici (Umi, Simet, Snami e Smi). 
 
"Con l’ordinanza n. 01156/2017 il Tar ha affermato che l’argomento era troppo complesso per non farne oggetto di una discussione più ampia e articolata ('la complessità delle questioni non si presta ad essere delibata in sede cautelare'). Ed in effetti la proposta del Presidente del Tar, dott. Ugo Di Benedetto, era quella di stabilire il giorno della discussione di merito, che non avrebbe potuto avvenire prima del mese di marzo 2018. Solo uno dei 5 ricorrenti – il Simet – si è mostrato contrario, ma è bastato al Tar per decidere di entrare nel merito della sospensiva: la richiesta quindi è stata respinta. ('non sono stati evidenziati sufficienti elementi in termini di pregiudizio grave ed irreparabile da parte dei ricorrenti'). Così in una nota Medicina Democratica interviene sull'Ordinanza del Tar resa nota ieri dall'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera.
 
Il problema rimane tutto. "La decisione regionale di dare una nuova configurazione alla Medicina Generale, in contraddizione con le leggi nazionali e regionali, nonché con il Dpcm sui Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), quindi con la Costituzione, ha visto l’adesione solo del 43% dei medici di medicina generale della Lombardia ed ha costretto la Regione a prorogare i termini della scelta nella speranza di avere un maggior ascolto - spiega Medicina Democratica -. Anche i pazienti, portatori di patologie croniche, dovranno scegliere, ma si dovranno informare da soli o dipenderanno dalle informazioni del loro medico. Pur con non elevate possibilità, ma con una storia quarantennalle, Medicina Democratica - prosegue la nota - moltiplicherà i suoi sforzi per spiegare ai cittadini e ai medici lombardi come il sistema sanitario pubblico peggiorerà".
 
"Le risposte che verranno fornite saranno parziali e più burocratiche. Non è vero che ci saranno meno liste di attesa, forse ci saranno più esami e più prestazioni, ma certo meno salute. I medici e i cittadini - come afferma il Tar nell'ordinanza - possono dire di no alla proposta della Regione e lottare perché rimanga e migliori la sanità pubblica", conclude la nota.

15 settembre 2017
© Riproduzione riservata

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