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Obbligo Pos. Chilelli (Federsanità): “Nuove opportunità e non solo sanzioni”

di Enzo Chilelli

L’adeguamento alle normative è l’occasione per le aziende di dotarsi di nuovi strumenti che, oltre a garantire la sicurezza dei pagamenti, possano contemporaneamente ridurne i costi, aumentare il livello dei servizi e semplificare i processi. Per l’adeguamento alla normativa, Federsanità Anci ha sviluppato un software per la gestione della libera professione intramuraria che è stato attuato presso Aou Citta della Salute e della Scienza di Torino.

19 SET - La digitalizzazione del Sistema Italia, oltre a ridurre il gap tecnologico verso gli altri paesi europei, persegue soprattutto l’obiettivo di migliorare sensibilmente i servizi offerti ai cittadini e l’efficienza dell’amministrazione pubblica e della macchina burocratica. Un processo, questo, che rappresenta una sfida ambiziosa e passa anche attraverso l’adozione di strumenti di pagamento elettronico per vincere la cosiddetta “war on cash”: ogni anno, secondo le stime di Banca d’Italia, la gestione del contante costa infatti al nostro Paese 8 miliardi di Euro (lo 0,52% del Pil).
 
E stando sempre ai dati analitici della Banca d’Italia, confermati anche dalla BCE, negli ultimi anni il nostro Paese ha registrato una crescita della diffusione dei terminali POS e delle carte di pagamento, sebbene il numero di operazioni pro-capite e il loro controvalore restano ancora inferiori rispetto alla media europea.

Da parte sua, il Governo ha intrapreso una serie di azioni per favorire la diffusione dei pagamenti elettronici, malgrado i dubbi e le perplessità sollevate da alcune categorie di professionisti del mondo sanitario e non solo.
In questo senso va inquadrata la Legge di Stabilità 2016 che, ai commi 900 e 901 abbassa il limite per il pagamento digitale a 5€ rispetto alla precedente soglia minima di 30 € imposta dal Decreto Ministeriale 24/01/2014.
 
Ciò segue le norme contenute nel Decreto Crescita 2.0 (18 ottobre 2012) che prevedeva l’obbligo di accettazione di pagamenti elettronici dal 1 gennaio 2014 senza però prevedere sanzioni e, per la Sanità, nel Decreto Legge 158 (13 settembre 2012) – Decreto Balduzzi che, per la libera professione intramuraria, prevedeva l’obbligo di strumenti di pagamento che assicurassero la tracciabilità delle transazioni di qualsiasi importo.
 
Ultimo, in ordine cronologico, è il Provvedimento attuativo che dovrebbe vedere la luce entro la fine di settembre 2017 e prevede sanzioni pari a 30 euro per chi accetterà soltanto pagamenti in contanti, con l’esenzione per alcune categorie di professionisti e l’introduzione di sgravi fiscali per i contribuenti.
 
Il settore della Sanità ha iniziato un processo di adeguamento alle normative, visto che la maggior parte delle Aziende Sanitarie ha provveduto a dotare di terminali POS i proprio punti cassa interni o interfacciando i vari totem automatici con le procedure dei CUP.
 
Questa soluzione, assolutamente necessaria, risolve però solo in parte la questione della gestione degli incassi delle aziende, quella perlopiù relativa ai ticket sanitari il cui gettito, come noto, è minimo e non risponde completamente alle esigenze dei cittadini e dei professionisti per tutte le prestazioni erogate al di fuori della struttura come, ad esempio, le prestazioni da libera professione.
 
Se le sanzioni possono senz’altro contribuire ad abbandonare l’uso del contante, a nostro avviso, la migrazione massiva verso i pagamenti elettronici avverrà solo quando sarà garantita la completa sicurezza dei processi.
 
L’aspetto della sicurezza è fondamentale per il cittadino ma anche per l’operatore di cassa che deve disporre di strumenti che garantiscano la correttezza del pagamento in ogni situazione. Lo stesso vale per l’azienda sanitaria che deve avere certezza del pagamento, immediatezza dell’incasso e positiva conclusione dell’intero processo.
 
Gli strumenti di pagamento elettronico, le procedure e i modelli organizzativi oggi esistenti coniugano le più moderne garanzie del sistema bancario con le necessità di una azienda sanitaria che si avvale di professionisti sempre più “mobili”, per rispondere alle nuove esigenze del sistema (assistenza domiciliare, welfare, …).
 
L’adeguamento alle normative è dunque l’occasione per le aziende di dotarsi di nuovi strumenti che, oltre a garantire la sicurezza dei pagamenti, possano contemporaneamente ridurne i costi, aumentare il livello dei servizi e semplificare i processi. Per l’adeguamento alla normativa, Federsanità ANCI ha sviluppato un software per la gestione della libera professione intramuraria (ALPI) che è stato attuato presso A.O.U. Citta della Salute e della Scienza di Torino. Si tratta di un servizio innovativo che, in modalità web, gestisce la libera professione medica partendo dalla prenotazione della prestazione al flusso autorizzativo, fino all’iter di fatturazione e pagamento.
 
Enzo Chilelli
Federsanità ANCI


19 settembre 2017
© Riproduzione riservata

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