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Pfas. Il Veneto farà da solo. Sì a drastica riduzione dei limiti nelle acque potabili


La decisione dopo che il ministero della Salute ha respinto la richiesta del Veneto di fissare un limite nazionale. Zaia. “Il Governo scarica responsabilità, quindi ci arrangiamo, senza timore. Ma non si può nascondere che un limite nazionale avrebbe evitato svariati pesanti contenziosi, dove la nostra Regione soccombe in quanto i ricorrenti hanno buon gioco nel sostenere che non possono esistere limitazioni diverse da quelle nazionali”.

21 SET - “Non c’è che da prendere atto dell’atteggiamento scandaloso del Ministero della Salute che, negando la necessità di fissare limiti nazionali per la concentrazione di Pfas nelle acque potabili, fa finta di non vedere la realtà e, di fatto, ci dice di arrangiarci. Annuncio che da questo momento ci arrangiamo e, in piena autonomia, procederemo a una drastica riduzione dei limiti in Veneto”. Lo annuncia oggi il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dopo la nota di lunedì scorso con la quale la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute ha respinto la richiesta avanzata dalla Regione di fissare un limite nazionale di performance per la presenza di sostanze perfluoro alchiliche nella acque.

“Ho incaricato – spiega Zaia – il Direttore Generale di Arpav Nicola Dell’Acqua, nella sua veste di  Coordinatore della Commissione “Ambiente e Salute”, organismo che, con delibera del 13 giugno scorso, ha assorbito le competenze della “Commissione Tecnica Pfas”, di convocare al più presto l’organismo in questione con il mandato di definire una proposta di drastica riduzione dei limiti in Veneto, che la Giunta regionale approverà al più presto possibile, dando agli Enti Acquedottistici l’indicazione di uniformarsi con sollecitudine alle nuove disposizioni”.

“Prendiamo così atto – aggiunge il governatore – che a livello governativo manca la volontà politica di gestire questo problema, basti pensare agli 80 milioni di euro promessi per la messa in sicurezza degli  acquedotti e mai stanziati. E’ evidente che si penalizza la Regione che per prima si è attivata ponendo dei limiti già nel 2014, mentre per le altre aree del Paese si lascia che ogni Regione sia libera di fissare o meno dei limiti, magari intervenendo quando i buoi saranno scappati dalla stalla”.

“Non abbiamo certo timore di arrangiarci – continua Zaia – e lo faremo, ma non ci si può nascondere la considerazione che un limite nazionale avrebbe evitato svariati pesanti contenziosi, come sta già accadendo per gli scarichi industriali, dove la nostra Regione soccombe in quanto i ricorrenti hanno buon gioco nel sostenere che in questi casi non possono esistere limitazioni diverse da quelle nazionali”.

21 settembre 2017
© Riproduzione riservata

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