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Trento. Al via nuova campagna informativa sugli screening oncologici


Buoni risultati di adesione per la provincia autonoma. L’unico programma a faticare è quello per il cancro del collo dell’utero per il quale dallo scorso anno è partita la transizione dal Pap Test all’Hpv test.

19 GEN - “C’è un tempo per ogni cosa, quello delle prevenzione è ora”. È questo lo slogan con cui l’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento invita i cittadini ad aderire ai programmi di screening per la diagnosi precoce dei tumori e a rispondere alle lettere di invito per effettuare gli esami.
Obiettivo della nuova campagna, presentata ieri, è quello di incentivare la partecipazione agli screening e sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione.

Lo screening per il tumore al collo dell'utero è rivolto alle donne tra i 25 e i 64 anni, invitate a fare, a seconda della fascia d'età, il Pap test o l'Hpv test. Lo screening per il tumore al collo dell'utero in Trentino è partito nel 1993. Nel 2016 sono state coinvolte 42 mila donne (che hanno ricevuto una lettera di invito): di queste, il 36% ha aderito a programma, sottoponendosi ai test. Grazie allo screening sono stati individuati 2 carcinomi e 80 lesioni precancerose. L’adesione allo screening a livello nazionale si attesta sul 40%.
 
Dal primo marzo 2017 è iniziata in Trentino la fase di transizione verso il nuovo screening per la ricerca del Papillomavirus. Tutte le donne residenti comprese tra i 31 e i 64 anni passeranno gradualmente nei prossimi tre anni al nuovo screening mentre il Pap test sarà utilizzato solamente per le donne tra i 25 e i 30 anni. Non cambia nulla nel metodo di raccolta del campione da analizzare, ma le donne riceveranno una lettera con un appuntamento predefinito per recarsi nelle strutture aziendali. Quest’anno hanno beneficiato del nuovo screening le donne in fascia di età tra i 50 e i 61 anni.

Per quanto concerne lo screening per il cancro del seno, il programma di screening in Trentino è partito nel 2000, coinvolgendo le donne tra i 50 e 69 anni. Nel 2016 sono state inviate 34 mila lettere, con un’adesione allo screening dell’84% (il dato nazionale è al 60%) che ha permesso di individuare 168 carcinomi.

Lo screening per il tumore del colon retto attraverso la ricerca del sangue occulto nelle feci (rivolto a donne e uomini tra i 50 e i 69 anni) quest’anno in Trentino compie dieci anni. Nel 2016 sono state contattate 60 mila persone: di queste il 55% ha fatto il test (il dato italiano si attesta sul 40%). I carcinomi individuati grazie allo screening sono stati 28.

“Attraverso la chiamata attiva della popolazione target gli esami vengono fatti nel rispetto dei corretti intervalli di tempo, riducendo così il rischio di approfondimenti non necessari, come può accadere nel caso delle “false positività” derivanti soprattutto in caso di test troppo ravvicinati”, ha affermato il direttore del Dipartimento di prevenzione Marino Migazzi. “Lo screening organizzato – ha proseguito Migazzi – garantisce inoltre la presa in carico su tutto il percorso di cura e il controllo sulle variazioni di stato, permettendo così una migliore appropriatezza diagnostico-terapeutica e il contenimento delle sovra diagnosi. Il tutto all’insegna di standard di qualità ed equità per tutta la popolazione”.

La nuova campagna informativa sarà diffusa attraverso diversi materiali informativi cartacei e rilanciata sui media locali e i canali web e social di Apss e della Provincia autonoma di Trento. Con l’obiettivo di incentivare la partecipazione ai tre diversi screening e sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione primaria e secondaria.

19 gennaio 2018
© Riproduzione riservata

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