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Veneto. Solo Belluno si salva dall’inquinamento atmosferico

di Endrius Salvalaggio

Dall’ultimo rapporto di Legaambiente diffuso pochi giorni fa in Veneto il bollettino sull’inquinamento è risultato tutt’altro che rassicurante, eccetto per la provincia di Belluno, i cui livelli di PM 10 si assestano a 18: mentre raggiungono livelli iPM10 fuorilegge le province di Padova (102), Venezia (94), Vicenza (90), Treviso (83), Rovigo (80) e Verona (73). IL RAPPORTO

24 APR - È l’Italia il paese europeo in cui si sono registrati più decessi, in valori assoluti, per inquinamento. Da anni si sa che nel nostro Paese le polveri sottili e l’inquinamento da ozono hanno raggiunto livelli critici.
 
Nel 2014 circa l’85% della popolazione urbana nell’Unione Europea è stata esposta a particolato fine (PM2.5) in misura ritenuta dannosa per la salute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo rapporto è stato pubblicato a fine 2016 dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (Aea).
 
L’esposizione a PM2.5 ha provocato, nei Paesi Ue, circa 430 mila morti premature: se si aggiungono i decessi causati da esposizione a biossido di azoto (NO2) e l’ozono troposferico (O3) la cifra sale a 520mila.
 
La predetta relazione mette in evidenza che la qualità dell’aria è migliorata nel corso degli anni, ma comunque molto lontana a dei livelli accettabili. Il PM10 in media annuale è diminuito nel 75% dei siti monitorati durante il periodo 2000-2014.
 
Allo stesso modo, le concentrazioni di PM2.5, in media, sono diminuite tra il 2006 e il 2014 per tutti i tipi di stazione (urbano, traffico, siti di fondo, etc.).
 
La riduzione delle emissioni ha comportato un miglioramento della qualità dell’aria in Europa, ma non ancora abbastanza per evitare danni alla salute umana e all’ambiente, dichiara l’Agenzia.
 
A livello nazionale, la relazione ci colloca in cima alla graduatoria per numero assoluto di morti da inquinamento stimando 91.050 decessi prematuri. A livello urbano, invece, le aree a livello europeo più esposte sono quelle dell’Europa dell’est, oltre al Benelux, la nostra Pianura Padana e l’area metropolitana di Londra, così come l’area della Ruhr in Germania.
 
Dall’ultimo rapporto diffuso pochi giorni fa in Veneto il bollettino sull’inquinamento è risultato tutt’altro che rassicurante, eccetto per la provincia di Belluno, i cui livelli di PM 10 si assestano a 18: mentre raggiungono livelli iPM10 fuorilegge le province di Padova (102), Venezia (94), Vicenza (90), Treviso (83), Rovigo (80) e Verona (73).
 
Nei primi 3 mesi del 2018, lo smog in Veneto si assesta su cattivi livelli.

A Padova, nei primi 90 giorni, sono stati registrati 37 giorni oltre la soglia di guardia per la salute umana, a Venezia 33, Vicenza 28, Treviso 27, Rovigo e Verona 23, mentre Belluno 4 (Legambiente Veneto).

Il Decreto Legislativo 155/2010 stabilisce che il valore limite di esposizione giornaliera per la protezione della salute umana da PM10 da non superare è di 35 giorni l’anno.
 
Quali conseguenze in termini salutistici? Gli inquinanti nell’aria esterna sono in parte diversi da quelli dell’ambiente domestico. Il particolato fine, l’ozono (O3), l’anidride solforosa (SO2), il nitrossido (NO) e gli idrocarburi policiclici aromatici (PAHs) sono solo alcune delle sostanze incriminate.

Il particolato fine aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e neurologiche (perfino del Morbo di Parkinson); l’O3 può, alla lunga, aumentare il rischio di appendicite con maggior incidenza di perforazione; i PHAs sono direttamente collegati al rischio di tumore della vescica.

In ambiente domestico, l’esposizione incontrollata e prolungata ad inquinanti come la formaldeide e il benzene, derivanti dalle esalazioni di prodotti di uso comune, aumentano il rischio di leucemia.
 
Pressoché tutti gli inquinanti sono comunque responsabili dell’aumento dell’incidenza e della severità delle affezioni respiratorie, sia nel breve (ad esempio severità e frequenza di crisi asmatiche) che nel lungo periodo (tumore polmonare, broncopatie croniche, infezioni ricorrenti).
 
Rispetto agli adulti quanto rischiano i bambini con l’esposizione ai PM? Ebbene, valga su tutto un dato: nelle zone a maggior concentrazione di inquinanti ambientali la frequenza di ricoveri pediatrici è molto più elevata rispetto alla media.
 
Si spera che i politici/amministratori della Regione Veneto prendano atto che il cambiamento climatico è alla base di tutti i fattori sociali e ambientali della salute.
 
“È infatti molto evidente, come emerge da questo rapporto, che le misure intraprese non sono affatto sufficienti neppure per farci uscire rapidamente dall’emergenza, figuriamoci se ci proponessimo di rendere l’inquinamento nella Pianura Padana privo di rilevanza sanitaria, secondo i valori guida suggeriti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”, ha affermato Luigi Lazzaro, presidente Legambiente Veneto.
 
Per decenni l'inquinamento e gli effetti nocivi sulla salute delle persone, sull'ambiente e sul pianeta sono stati trascurati sia dai governi che dall'agenda internazionale anche se l'inquinamento è la più importante causa ambientale di malattie e morte nel mondo, responsabile di oltre 9 milioni di morti premature, oltre del 16% delle morti mondiali; tre volte di morti in più rispetto ad Aids, tubercolosi e malaria combinate, e 15 volte più di tutte le guerre e altre forme di violenza.

Endrius Salvalaggio  

24 aprile 2018
© Riproduzione riservata

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