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Mobilità sanitaria: ancora un rinvio (il terzo) per tabelle, riparti e compensazioni che valgono circa 4 miliardi


Terzo rinvio per le tabelle di compensazione delle mobilità destinate al fondo sanitario 2018, nononstante ci sia accordo sulle cifre. La causa è sempre la mancata soluzione alla compensazione delle cifre sulle tasse automobilistiche, anch'essa ancora rinviata. I DATI DELLA TASSA AUTOMOBILISTICA - LA TABELLA DI SINTESI DEL RIPARTO DELLA MOBILITA' SANITARIA - IL RIPARTO COMPLETO DELLA MOBILITA' SANITARIA.

10 MAG - Il 21  marzo e successivamente il 19 aprile  e ora anche il 9 maggio l’accordo sulla mobilità sanitaria e sui meccanismi di compensazione crediti-debiti è stato stato legato alla questione della compensazione interregionale della mobilità in materia di tassa automobilistica e quindi, seppure approvato dalle Regioni, messo da parte in attesa che questo secondo scoglio si superi.

Anche sulla mobilità, parte essenziale del fondo sanitario 2018, c’è il via libera sui meccanismi e sulle tabelle.

La Conferenza dei presidenti però, non essendo ancora stata risolta la questione della compensazione interregionale della mobilità in materia di tassa automobilistica, ha rinviato nuovamente il punto alla prossima riunione.

La compensazione della tassa automobilistica ha anche valori consistenti, visto che nei documenti forniti alle Regioni si legge ad esempio che la compensazione vale per la Lombardia – Regione che ha chiesto di legare i due provvedimenti – entrate in più da oltre 300 milioni nel periodo 2009-2016, mentre, sempre ad esempio, per il Veneto una cifra analoga sarebbe in uscita.

Le Regioni, oltre all’accordo sugli importi della mobilità da scrivere nel riparto del fondo sanitario 2018, hanno anche messo a punto e approvato  un documento tecnico “a parte” rispetto alle indicazioni contenute per il riparto generale, decidendo di stralciare dal documento la parte relativa alla mobilità per gli anni futuri e di ridiscuterne in sede di Commissione Salute contestualmente alle matrici di mobilità per la predisposizione della del riparto del Fondo sanitario 2018.

Tutto è rimasto quindi come già anticipato su Quotidiano Sanità  il 21 marzo scorso: quattordici Regioni debitrici. Solo sette creditrici oltre al Bambino Gesù e all’Associazione dei cavalieri italiani del Sovrano militare Ordine di Malta (ACISMOM). In tutto un giro di oltre 4,6 miliardi legati alla mobilità sanitaria interregionale.

Chi deve di più è la Calabria che raggiunge un saldo negativo di oltre 319 milioni, seguita dalla Campania con più di 302 milioni e dal Lazio con oltre 289 milioni; chi guadagna di più è la Lombardia che deve incassare oltre 808,6 milioni. Al secondo posto c'è l'Emilia Romagna con quasi 358 milioni e terza è il Veneto con 161,5 milioni circa da avere.

Accordo anche sulla compensazione della mobilità sanitaria (in cui oltre ai viaggi in cerca di cure migliori o alle cure casuali in altre Regioni sono compresi anche gli interventi interregionali per le cellule staminali, la plasmaderivazione, gli emocomponenti, i residui manicominali, gli hanseniani e i disabili cronici ), che si basa su alcuni presupposti.

In base all’accordo le Regioni si scambiano i dati individuali di attività erogata per valutare i consumi dei propri residenti che non potranno portare a modifiche di carattere finanziario rispetto all’accordo stesso.
 
Le ricadute sul riparto del fondo sanitario è previsto che vengano diluite in due esercizi finanziari, prevedendo di avere a riferimento la valorizzazione della mobilità 2015 e il relativo conguaglio nel riparto 2017, in modo da riallineare il riparto ai meccanismi usuali e prevedere che i conguagli della mobilità 2014 siano inclusi nel riparto 2018, insieme ai dati che verranno prodotti per il 2016.

Come già anticipato, la mobilità 2018, quindi, parte da lontano e prevede anche tutti i conguagli dal 2013 al 2016.

10 maggio 2018
© Riproduzione riservata

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