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Radioterapia, per la rete Campana in arrivo piano da 30 milioni. Resta da sciogliere il nodo delle tariffe

di Ettore Mautone

Radioterapia innovativa: in arrivo in Campania il riparto dei 100 milioni di euro previsti dall’articolo 5-bis del decreto Mezzogiorno. In soldoni si tratta di 28,4 milioni di euro che integrati con un fondo regionale ad hoc potranno far arrivare la fetta della torta dei finanziamenti disponibili fino a quota 30 milioni. Resta da sciogliere però il nodo delle tariffe, differenti tra la Varie Regioni, e dell’omogeneità di trattamenti e remunerazione tra pubblico e privato.

24 MAG - In attesa che la Regione e la struttura commissariale stilino il Piano per gli acquisti e lo svecchiamento dell’attuale dotazione di Asl e ospedali è previsto l’arrivo di 2 nuove macchine a Salerno, una ad Avellino, un’altra a Benevento. Una macchina è anche destinata al Policlinico Federico II (da allestire al fianco delle due già esistenti di cui il True beam è stato acquistato nel 2016). In arrivo anche una nuova macchina alla ex Sun (Università Vanvitelli) che ne dispone di una molto vecchia e infine due all’Ascalesi. C’è poi la richiesta di cambiare il Cyberknife del Pascale che ha intanto acquisto un’apparecchiatura per la Brachiterapia e che è in consegna nel prossimo settembre.
 
Cure sempre meno invasive e più precise, veloci ed efficaci e prevenzione: sono queste le sfide da affrontare in ambito oncologico. Il punto è stato tracciato ieri a Napoli in un tavolo di lavoro al quale hanno partecipato Paolo Muto, primario del reparto di radioterapia dell’Istituto per la lotta ai tumori Pascale, e di Filippo Alongi, associato all’Università di Brescia e direttore della struttura complessa di Radioterapia Oncologica all’Ospedale Sacro Cuore - Don Calabria, di Negrar, Verona.

 
I numeri
“I dati del 2017 mostrano, in Italia, mille nuovi malati di cancro all’anno, 650 di questi hanno bisogno di radioterapia – ha affermato Muto –  in Campania, sono circa 38 mila i pazienti ammalati, di cui circa il 60% ha necessità di terapia. È necessaria una distribuzione sul territorio con apparecchiature moderne che possano curare l’integrazione della terapia farmacologica per il cancro".  “Un investimento importante quello che si profila all’orizzonte per la Campania - ha commentato Alongi - che consentirebbe alle strutture della Regione di raggiungere uno standard che potrà garantire un adeguato trattamento per i pazienti oncologici. L'uso di questi nuovi macchinari - ha aggiunto Alongi - che io stesso ho avuto la possibilità di testare nel centro che dirigo, può condurre a potenziali miglioramenti clinici e ad una importante diminuzione degli effetti collaterali. Con la tecnologia 'HyperArc' di Varian - ha poi concluso - abbiamo ottenuto il 90% di risposta sulle lesioni metastatiche trattate, un risultato straordinario, se si pensa che la terapia non risulta invasiva, né tantomeno dolorosa, e dura solo pochi minuti".
 
In Campania i 180 giorni che il Decreto ministeriale dà come termine per presentare il piano di acquisti saranno utilizzati dalla Regione per il dialogo con gli stakeholder: direzioni ospedaliere, radioterapisti, fisici, associazioni dei pazienti ed esperti che potranno dare il loro contributo per arrivare ad un piano che tenga conto di tutte le esigenze. Parola di Antonio Postiglione, direttore generale per la Tutela della salute e il Coordinamento del Sistema sanitario regionale. Valeria Ciarambino, Presidente della I Commissione speciale per la Trasparenza della Regione Campania, ha sottolineato l’importanza della programmazione, specificando come, ad un utilizzo della risorsa pubblica, debba corrispondere un effettivo miglioramento dei servizi.
 
La mappa dell’offerta
Il punto da cui la Campania parte vede nella distribuzione delle apparecchiature di radioterapia l’ultima frontiera delle differenze tra Nord e Sud. Se il gap tecnologico, negli ultimi anni è stato completamente riassorbito, la penalizzazione naviga sotto traccia e riguarda, ancora, le tariffe di rimborso delle prestazioni erogate. Euro in meno che incidono sul bilancio tra costi e ricavi di strutture sanitarie pubbliche e private accreditate.

 

La Campania (molto più che Calabria, Sicilia e Puglia), utilizzando i fondi europei ha investito molto in tecnologie negli ultimi cinque anni ed è oggi dotata dei più moderni acceleratori lineari d’Italia con 8 nuove macchine di ultima generazione (sei acceleratori lineari e due tomografi computerizzati di centraggio) montati nel 2016 e concentrati soprattutto al Pascale, all’Ospedale del Mare e nei policlinici universitari cui si aggiungeranno le altre in arrivo con la dote dell’ultimo decreto ministeriale. Da colmare c’è lo zero dell’offerta, quanto a macchinari, che permane a Caserta (nell’epicentro di terra dei fuochi) e le difficoltà di Benevento che può contare su un solo acceleratore in funzione al Rummo e che ora si vuole raddoppiare a Sant’Agata dei Goti diventato polo oncologico annesso all’ospedale sannita.
 
Il gap delle tariffe
Intanto un capitolo a parte è quello delle tariffe: se il gap tecnologico, tra Campania e altre regioni, è in via di sostanziale azzeramento e il tipo di terapia e l’efficacia dei trattamenti sono dunque oggistandardizzati e omogenei, non si può dire altrettanto riguardo al valore attribuito a ciascuna prestazione di Radioterapia in termini di tariffe di rimborso. Basta fare qualche esempio: il trattamento con il Ciber-knife e la stereotassica, una particolare apparecchiatura di radioterapia acquistata dal Pascale nel 2013 (che consente con una sola seduta di trattare una metastasi cerebrale e la prostata in 5 sedute), non ha ancora un corrispettivo nel nomenclatore tariffario campano sebbene sia ora da agganciare ai nuovi Lea (griglia delle prestazioni che definiscono i Livelli essenziali di assistenza, aggiornate rispetto a quelle risalenti al lontano 1996).
 
Ma per la Campania, in piano di rientro, l’adeguamento è fermo. Le altre Regioni, invece, a partire dal Veneto e dalla Lombardia, sulla scorta di linee guida approvate in Conferenza Stato-Regioni già nel 2011, e tenuto conto degli aggiornamenti tecnologici intervenuti negli anni, hanno da lustri incassato il via libera ad adottare una personale lista della spesa in cui figura anche il Ciber-Knife con rimborsi che oscillano dai 10 ai 18 mila euro del Veneto per ciclo di terapia ai 14 mila della Lombardia. Un paziente trattato a Milano in un centro accreditato nel 2004, per 10 metastasi ossee, in punti diversi, è stato curato col Cyberknife, e poi anche alla prostrata per altre 4 sedute sempre con questa tecnica particolare. Ogni singola seduta è costata alla Regione Campania 14 mila euro, 200 mila per l’intera cura.
 
Lo stesso trattamento, eseguito al Pascale, viene oggi tariffato non oltre 4-5 mila euro a seduta. Lo stesso vale per le terapie eseguite all’Università Federico II dove un anno fa è entrato in funzione il nuovo acceleratore lineare TrueBeam che consente di erogare tutti i tipi di trattamenti possibili con i raggi X, quali la radioterapia conformazionale, ad intensità modulata, stereotassica e la radiochirurgia. Problemi analoghi si registrano per le terapie in 3D che concentrano le radiazioni sulla sede della lesione grazie a svariate schermature delle parti sane dell’organo rimborsate però, nel settore accreditato, con un nomenclatore vigente ai tempi della cobalto-terapia. E qui torniamo al bilancio costi-ricavi di una struttura pubblica (ma anche accreditata) che deve dimostrare, con il budget che le è stato assegnato, di aver prodotto un valore equivalente di prestazioni. Come fare a quadrare i conti se al crescere delle prestazioni erogate si va in deficit strutturale o si superano i tetti di spesa (a fronte di costi fissi di personale, manutenzione, beni di consumo ecc. superiori ai ricavi?).
 
Tale handicap diventa ancor più evidente per le strutture accreditate che contribuiscono ad abbattere le liste di attesa nelle Asl prive di radioterapia (Asl Napoli 2 Nord, Napoli 3 Sud, Caserta) ma soggette a tetti di spesa invalicabili (vigenti anche se effettuano trattamenti a pazienti provenienti da altre regioni) e soggette a tariffe che non coprono neppure i costi di investimento di apparecchiature che costano milioni di euro e molto onerose per personale tecnico impiegato e manutenzione periodica. Al danno segue la beffa per le casse regionali quando un paziente campano va al Nord per effettuare tali trattamenti dove le maggiori tariffe applicate gravano sul bilancio della sanità Campana perdendo il valore aggiunto di poter reinvestire gli utili.  
I tetti di spesa per gli accreditati
L’attuale offerta di Radioterapia copre in Campania circa la metà del fabbisogno. Una quota di malati campani non accede dunque alla radioterapia diminuendo i tassi di sopravvivenza e un’altra fetta va fuori regione al netto di quel che viene intercettato dal privato accreditato. Ma quante sono le radioterapie effettuate fuori regione? Alcune migliaia per un esborso di alcune decine di milioni di euro. Se non è noto invece il costo della radioterapia pubblica quella accreditata vale un budget annuo, a carico del Servizio sanitario pubblico, di circa 7 milioni di euro con circa 2 milioni di euro di sforamenti non riconosciuti (pur con un sostanziale abbattimento tariffario che correla le nuove macchine alla potenzialità di vecchi arnesi non più in funzione da anni).

Il potenziamento in fieri della dotazione di macchine diventa dunque da un lato un progetto necessario per competere con realtà come la Lombardia dove al doppio della popolazione campana corrispondono 75 acceleratori lineari (contro i 27 della Campania) di cui il 50% nel settore accreditato, (realtà di come l’Ieo, l’Humanitas e il San Raffaele), forti attrattori di pazienti dal Sud Italia. Dall’altro c’è l’esigenza di rendere subito omogenea anche la tariffazione delle prestazioni erogate nel settore pubblico e in quello privato.  
 
Ettore Mautone

24 maggio 2018
© Riproduzione riservata

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