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A Napoli è emergenza medici. Turni scoperti al Ps del S. G. Bosco. Si va avanti fino a fine giugno

di Ettore Mautone

Carenza di anestesisti negli ospedali di Napoli sprovvisti di pronto soccorso ma anche acuta penuria di camici bianchi nei pronto soccorso della Asl Napoli 1 alla prova delle ferie estive.  Con turni scoperti al pronto soccorso del San Giovanni Bosco. Individuati ieri, in extremis, (in un vertice in direzione sanitaria aziendale durato 4 ore) circa 10 dirigenti medici disponibili a coprire fino alla fine di giugno i 40 turni rimasti senza copertura nel periodo estivo

20 GIU - Per ora, a rispondere all’appello, messo in moto dalle febbrili riunioni di questi giorni, ha risposto una sparuta pattuglia di dottori reclutati tra i dipendenti delle unità cliniche dello stesso ospedale della Doganella e tra quelli in servizio nella rete del 118.
 
Camici bianchi disposti a rinunciare o a spostare le ferie e che saranno pagati in regime extraorario. I primi secondo gli istituti contrattuali previsti per i dipendenti (a 60 euro lordi l’ora), gli altri con il più magro compenso (circa 43 euro lordi l’ora) stabiliti dal contratto della medicina convenzionata.
 
“Una carenza di medici in talune discipline che si registra in mezza Italia e che abbiamo sottoposto all’attenzione del ministro – avverte Enrico Coscioni consigliere del governatore Vincenzo De Luca per il settore sanitario e che dal Lazio al’Emilia Romagna si sta affrontando con il reclutamento di personale in regime extraorario. Il nodo da sciogliere è la forbice tra medici laureati e scuole di specializzazione per cui chiediamo che si possa arruolare personale laureato da avviare alla specializzazione in soprannumero con risorse regionali. Ma su questo punto condiviso dalla Conferenza degli assessori  deve pronunciarsi anche il Miur”.
 
Le proposte sul tappeto. Alla riunione di ieri alla Napoli 1 hanno partecipato Michele Ferrara, vertice sanitario del San Giovanni Bosco, insieme al responsabile della rete del 118 Giuseppe Galano, il dirigente dell’area assistenza ospedaliera della Asl Napoli 1 Giuseppe Russo e il direttore sanitario aziendale Pasquale Di Girolamo Faraone.
 
Ognuno ha messo sul tavolo le disponibilità di medici reperiti nel proprio ambito avanzando proposte operative per uscire dalla grave impasse. Tra le strade indicate per uscire dal tunnel non è stata finora presa in considerazione la possibilità di emanare ordini di servizio per spostare dall’Ospedale del mare (in mobilità per 30 giorni come previsto dal contratto) almeno 5 o 6 unità mediche delle 21 impiegate nel presidio di Napoli est e limitatamente ai mesi estivi. Da soli consentirebbero di affrontare con serenità anche questo difficile snodo per la sanità napoletana, peraltro a costo zero per le casse della Asl.
 
Il manager decide su Napoli est.Ma la firma di tale dirottamento spetta alla responsabilità del manager Mario Forlenza (ieri assente alla riunione per altre pressanti incombenze). Direttore generale che, per ora, non ha dato il via libera preferendo sondare altre strade. Probabilmente per il timore di intralciare la tormentata marcia che conduce alla definitiva apertura del pronto soccorso a Napoli est. Un decollo ufficialmente slittato alla fine del prossimo settembre. All’ospedale del mare sono attivi poco meno di 300 posti letto (sugli oltre 400 previsti) e al lavoro ci sono circa 700 camici bianchi sui 1400 previsti nella piena operatività. Ma considerando i carichi di lavoro del periodo estivo e la mancanza del pronto soccorso una decina di dirigenti sarebbe facilmente dirottabile in strutture in grave crisi come il San Giovanni Bosco e il San Paolo.
 
C’è da dire infine che anche la possibilità di remunerare con sostituzioni e un plus orario gli specialisti ambulatoriali che già lavorano in ospedale (secondo le modalità previste dal contratto) non è stata presa in considerazione nonostante il Sumai, sindacato di categoria, abbia ritirato lo sciopero programmato ad aprile scorso. 
 
Ettore Mautone

20 giugno 2018
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