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La Casa Internazionale delle Donne in polemica con la Asl Rm2


“Vietano alle Assemblee delle donne di riunirsi”, contesta l’organizzazione, che attribuisce alla Asl atteggiamenti vendicativi per le critiche mosse alla politica aziendale. Ma la Asl smentisce: “La legge di tutela della privacy nonché i Regolamenti della Asl non permettono incontri nelle strutturesenza vigilanza o la presenza di un operatore. Le Assemblee delle Donne non vogliono sottoscrivere il Regolamento e per questo, strumentalmente, attribuiscono alla Asl atteggiamenti negativi nei loro confronti”.

12 SET - È scontro tra la Asl Roma 2 e la Casa Internazionale delle Donne. L’ultima scintilla riguarda il mancato consenso della Asl allo svolgimento delle Assemblee delle Donne nei consultori, ma per l’organizzazione lo scontro avrebbe radici più profonde. “La Direzione della ASL Roma2 ha sferrato un duro attacco dopo aver letto il documento elaborato dal coordinamento delle Assemblee Donne dei consultori a difesa degli stessi e delle loro attività, ha reagito in modo aggressivo e perentorio impedendo alle stesse assemblee di riunirsi nei consultori”, afferma la Casa Internazionale delle Donne .

“Questa reazione – prosegue l’organizzazione -, antidemocratica e anacronistica, è strettamente legata alla descrizione puntuale delle criticità esistenti nei consultori della Roma2 espresse nel documento inviato al Presidente della Regione e alla Direzione della Asl. Queste riguardano, oltre al ben noto tema del turn over, la nuova politica aziendale tendente progressivamente ad abbandonare attività psicosociali e ginecologiche particolarmente importanti per la salute della donna, dei giovani, delle coppie e delle singole persone. Ci riferiamo agli interventi di prevenzione nelle scuole, agli spazi dedicati ai giovani, alle consulenze psicologiche e sociali, alla contraccezione, all’assistenza all’interruzione volontaria di gravidanza etc”.

“Abbiamo denunciato – prosegue la Casa Internazionale delle Donne - come criticità prioritaria la difficoltà per le donne di accedere al consultorio, la mancanza di un’organizzazione interna che preveda un’accoglienza delle donne attraverso l’ascolto dei loro bisogni. La recente mobilitazione delle donne è nata dalla consapevolezza che il Consultorio come presidio territoriale di salute pubblica a partecipazione sociale, laico e gratuito, sia sempre più sotto attacco, smantellato di servizi fondamentali e in molti casi a rischio di chiusura”.

La Direzione strategica della ASL Roma 2 non è rimasta a sentire ed ha smentito “categoricamente” quanto dichiarato dalla Casa Internazionale delle Donne. “L’attenzione rivolta al mondo delle donne, testimoniata da una Direzione, unica nel Lazio, composta da tre direttori donne, è stata fin da subito concretizzata con la presenza nel Tavolo permanente misto con le Associazioni di volontariato di 9 aree tematiche tra cui una denominata ‘Tutela materno infantile’. Il Tavolo permanente è un organismo formato dai delegati eletti da circa 120 associazioni presenti nel territorio, nato dalle sollecitazioni delle associazioni di familiari e volontariato per offrire ascolto alle domande dei residenti”.

“Il coinvolgimento attivo dei rappresentanti delle Aree tematiche – proseuge la Asl nella nota di replica - prevede che essi intervengano direttamente nelle scelte, discutano di standard, cerchino di influenzare le discussioni sull’allocazione delle risorse, si esprimano sulle priorità, propongano nuove soluzioni o interventi di miglioramento dei servizi, promuovano una dimensione integrata della cura e dell’assistenza sia tra le strutture territoriali e ospedaliere che tra i diversi attori sociali e sanitari presenti sul territorio. Questo modo di gestire la sanità pubblica pervade tutte le strutture dell’ASL Roma 2  compresi i Consultori, ritenuti, da sempre, luoghi gratuiti e privilegiati  dove la salute psicologica e fisica della donna, della coppia e del bambino trovano la presenza di operatori formati ed interessati ad ascoltare e tutelare le categorie interessate”.

Per la Asl “i Consultori hanno assunto un ruolo sempre più orientato a fornire risposte sanitarie ai cittadini italiani e stranieri (prevenzione, informazione, assistenza sociale, medica e psicologica a livello individuale, di coppia, familiare e di gruppo attraverso:  procreazione libera e consapevole, assistenza alla maternità e paternità nell’ambito di un percorso nascita; sostegno alle funzioni genitoriali, genitorialità  adottiva interruzione volontaria di gravidanza, violenza di genere prevenzione, vaccinazioni, sviluppo adolescenziale, screening, ecc.) nel rispetto delle normative nazionali e regionali. Inoltre, dal punto di vista aziendale, sono state attivate convenzioni presso i Consultori con Associazioni di volontariato impegnate contro la lotta di genere, iscritte al registro della ASL Roma 2 e protocolli d’intesa con altre Associazioni presenti nelle Case della Salute”.

Quanto agli incontri, la ASl spiega che “in questi anni” ve ne sono stati “ripetuti” con le Assemblee delle donne presenti sul territorio, “momenti nei quali sono state esposte le diverse posizioni che hanno prodotto un Regolamento specifico e condiviso, legato principalmente alla possibilità o meno di accesso autonomo all’interno delle strutture. Infatti, la legge di tutela della privacy nonché i Regolamenti della ASL Roma 2 sugli accessi da parte di esterni e del registro per la disciplina dell’attività di volontariato non permettono incontri nelle strutture nei periodi in cui non è prevista attività di vigilanza o la presenza di un operatore, ciò al fine di garantire la tutela dei dati personali degli utenti ed gli eventuali infortuni che potrebbero accadere nel periodo di permanenza nella struttura”.

Per la Asl, dunque, “le Assemblee delle Donne non vogliono sottoscrivere il Regolamento a tutela delle attività sanitarie aziendali e della normativa della privacy e per questo, strumentalmente, attribuiscono alla Asl Roma 2 atteggiamenti negativi nei loro confronti”.

12 settembre 2018
© Riproduzione riservata

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