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Laboratori d’analisi. Consiglieri  Forza Italia, Area Popolare e Popolari contro riorganizzazione


La Delibera di Giunta n. 985 del 20 giugno 2017 prevede la riorganizzazione, entro il 31 dicembre 2018, della rete dei laboratori, con la chiusura o accorpamento di quelli meno efficienti o a bassa produzione. Il vicepresidente del Consiglio regionale Giandiego Gatta (Fi) e il consigliere Giannicola De Leonardis (Mov. Schittulli-Area Popolare) chiedono un passo indietro, ma dalla maggioranza anche Napoleone Cera (Popolari) esprime perplessità.

20 NOV - Si avvicina il giorno in cui alcuni laboratori di analisi della Puglia chiuderanno definitivamente le porte e una parte dei consiglieri si uniscono alle preoccupazioni della popolazione chiedendo alla Regione un passo indietro rispetto alla Delibera di Giunta n. 985 del 20 giugno 2017 che prevede, entro il 31 dicembre 2018, la riorganizzazione della rete dei laboratori, con la chiusura o accorpamento di quelli meno efficienti o a bassa produzione.

“La chiusura dei laboratori d'analisi territoriali, decisa con delibera della Giunta regionale, è una scelta irriverente nei confronti dei cittadini a cui sono stati già chiesti parecchi sacrifici, senza contare che si riverberà negativamente soprattutto sui pazienti più fragili: ovvero quelli affetti da patologie che richiedono prelievi di sangue costantemente”, dichiara in una nota il vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta (Fi). “Vogliamo conoscere quale sia il ragionamento sotteso, quali i criteri adottati, per giungere ad una scelta tanto dolorosa che potrebbe, peraltro, aggravare non poco il lavoro dei reparti degli ospedali, dove verrà dirottato il servizio. Per questo, depositerò un'interrogazione diretta al presidente-assessore alla Sanità Michele Emiliano”, annuncia Gatta.
 
Dalla maggioranza anche Napoleone Cera (Popolari) esprime qualche perplessità. “E’ vero che continueranno a esserci i punti prelievi - osserva Cera -, ma si finirà per intasare i laboratori previsti, con inevitabili ripercussioni sugli utenti. Inoltre, non è ipotizzabile pensare a un prelievo fatto a Vieste o Peschici e un'analisi a San Severo o Foggia. Tra l'altro il trasporto del sangue, tra strutture distanti tra loro, potrebbe pregiudicare la integrità del campione e avere conseguenze sull'attendibilità del referto. La preventivata organizzazione sul territorio porterà anche al trasferimento di numerosi tecnici di laboratorio. La politica dei tagli orizzontali può portare benefici nel breve periodo, ma gravi scompensi nel medio e lungo periodo. Perché i risparmi possono trasformarsi in disagi, soprattutto per i cittadini. Per questo – per Cera - è meglio riflettere e agire secondo esigenze economiche e miglioramento dei servizi per i cittadini”.

Giannicola De Leonardis (Mov. Schittulli-Area Popolare) ricorda di avere depositato il 27 settembre scorso un’interrogazione urgente al presidente Michele Emiliano in merito alla riorganizzazione dei Laboratori di Analisi pubblici della Regione Puglia in provincia di Foggia e di essere “ancora in attesa di risposta”. “L’iniziativa – spiega il consigliere - è stata dettata da perplessità – condivise da gran parte degli addetti ai lavori e degli utenti - alimentate da un processo avviato dalla Delibera di Giunta regionale n. 985 del 20 giugno 2017 che prevede, tra l’altro, l’individuazione di un unico Laboratorio Hub per Asl, ad eccezione dell’ASL BA dove sono previsti 2 Hub, in considerazione della vasta dimensione dell’Azienda in termini di popolazione residente. E ancora, l’individuazione di Laboratori Spoke di base, presenti negli ospedali di primo livello; l’individuazione di Laboratori Spoke d’urgenza previsti negli ospedali di base; la riconversione dei Laboratori territoriali, laddove presenti, in Centri Prelievi Territoriali deputati all’esecuzione di prelievi ematologici o microbiologici da trasferire al Laboratorio Hub di riferimento; e la previsione per i Laboratori Hub, a seguito di apposite convenzioni con le aggregazioni di laboratori privati accreditati o con i singoli laboratori che non hanno l’obbligo di aggregarsi, di eseguire ‘prestazioni in service”.

Per De Leonardis si tratta di “un modello organizzativo che nasce dall’esigenza di risparmiare, ma a scapito del personale e dei cittadini, che saranno costretti a disagi fin troppo prevedibili. Prendendo come riferimento la sola provincia di Foggia, viene infatti indicato un Laboratorio HUB con laboratorio di tossicologia presso gli Ospedali Riuniti di Foggia, un laboratorio Spoke di base presso gli ospedali di primo livello di San Severo e Cerignola, e un laboratorio Spoke di base presso gli ospedali di base di Manfredonia e Lucera. Ridimensionate anche le strutture presenti a San Marco in Lamis, Torremaggiore, Vico del Gargano, Vieste. Scompare il laboratorio di analisi attivo presso la sede dell’Asl, ma che benefici ne deriveranno? Il personale dovrà essere trasferito altrove e i cittadini –provenienti da tutta la provincia, un bacino d’utenza considerevole - saranno costretti a code ancora più lunghe ed estenuanti, in particolare la popolazione anziana: è questo il modello virtuoso di sanità che si intende realizzare in Puglia?”

“Si potrebbe obiettare – conclude De Leonardis - che tutto avviene in osservanza a direttive ministeriali, ma la Regione Puglia non ha certo esitato in questi anni ad entrare in rotta di collisione con i vari governi che si sono succeduti per svariate cause, condivisibili o meno. Perché allora non cercare di fare valere legittime argomentazioni e preoccupazioni, nell’interesse dei cittadini penalizzati oltremodo, e modificare una politica di tagli improduttivi e dannosi? Invitando nel contempo il neo Ministro della Sanità, espressione del Movimento 5 Stelle, a rivedere questo punto del Piano di riordino e del Piano operativo, proprio alla luce delle considerazioni esposte, che certamente sono riferibili pure ad altre province e regioni”.

20 novembre 2018
© Riproduzione riservata

Allegati:

spacer DGR 985/2017

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