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Deroga iscrizione ordini. Consiglieri piemontesi depositano Odg che accoglie le richieste dei fisioterapisti


L’atto, a prima firma Stefania Batzella (Moderati) e Andrea Appiano (Pd), impegna la Giunta regionale a sollecitare il Governo ad adottare criteri più rigorosi per l’iscrizione agli elenchi speciali delle professioni sanitarie, evitando così una sanatoria indifferenziata. “Sostanzialmente questa norma trasforma chi non lo è in esercente una professione sanitaria”, dicono Batzella e Appiano.

15 FEB - E’ stato depositato in Consiglio regionale del Piemonte un ordine del giorno a prima firma Stefania Batzella (Moderati) e Andrea Appiano (Pd), e sottoscritto da altri consiglieri di maggioranza, che impegna la Giunta regionale a sollecitare il Governo ad adottare criteri più rigorosi per l’iscrizione agli elenchi speciali delle professioni sanitarie, evitando così una “sanatoria indifferenziata”. Con lo stesso atto di indirizzo si chiede, inoltre, di invitare il Governo a coinvolgere l’Ordine dei Tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione per il censimento delle situazioni dubbie e a condividere la costruzione di una proposta normativa che garantisca la normalizzazione dei casi atipici.

“Abbiamo accolto l'appello dell’Aifi – spiegano i consiglieri - l’Associazione italiana fisioterapisti, dopo l’incontro in commissione sanità con i rappresentanti piemontesi. Al centro della questione c’è la deroga per l’iscrizione agli Ordini per i professionisti sanitari senza titoli, così come previsto dai commi 537-542 della Legge di Bilancio, approvata dal Parlamento alla fine del 2018”.

La normativa prevede che chi ha svolto professioni sanitarie senza il possesso di un titolo abilitante ed idoneo per l'iscrizione all'albo professionale possa continuare a farlo, purché si iscriva, entro il 31 dicembre 2019, negli elenchi speciali ad esaurimento istituiti presso gli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Il requisito richiesto è quello di aver svolto per almeno 36 mesi negli ultimi 10 anni l’attività professionale di riferimento.

Per Batzella e Appiano “sostanzialmente questa norma trasforma chi non lo è in esercente una professione sanitaria. L’iscrizione all’albo non tiene conto dei titoli di studio e del percorso formativo e manca la valutazione delle competenze. Non è nemmeno chiaro cosa voglia dire ‘professione sanitaria di riferimento”.

15 febbraio 2019
© Riproduzione riservata

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