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Medicina generale. Gorini (Fimmg Veneto): “I Paesi che vi investono hanno i migliori risultati di salute”

di Endrius Salvalaggio

Per il segretario regionale della Fimmg Veneto “togliere il medico di famiglia o cercare di sostituirlo con un infermiere che smista i pazienti attraverso un triage, tipo Pronto Soccorso, è come segare il ramo su cui si è seduti: si cade assieme al ramo tagliato”. Ma per Gorini “la politica non sembra avere direzioni o consulenze illuminate e competenti sul punto e a farne le spese saranno inevitabilmente i più deboli”.

19 MAR - Secondo uno studio condotto in Usa dai ricercatori della Stanford University e recentemente pubblicato su JAMA Internal Medicine, più i medici di famiglia sono presenti nel territorio, maggiore è l’aspettativa di vita media. A questi risultati si è pervenuti a seguito di una indagine durata all’incirca dieci anni e che ha interessato diversi Stati americani in cui la differenza di rapporto popolazione - medici di famiglia è molto elevata. Il ruolo e l’attuale situazione dei medici di famiglia in Veneto, viene evidenziata dal Segretario provinciale FIMMG Veneto, Dott. Brunello Gorini: “occorre, da un lato, una maggiore organizzazione con personale dall’altro occorre bloccare tutte le iniziative che non portano un miglioramento ai pazienti, ma che risultano essere solo fumo politico”.

Tornando all’Italia e ancora meglio in Veneto, concorda con i risultati di questo studio?
Non ho elementi concreti per suffragare questi studi, ma istintivamente direi di si in quanto il medico di famiglia, proprio per la lunga conoscenza col proprio paziente, ha un ruolo anche fattivo nella prevenzione e vivendo spesso nel contesto in cui lavora può anche essere il testimonial di uno stile di vita sano.

Negli ultimi mesi stiamo assistendo a delle mobilitazioni da parte dei cittadini perché rimasti senza medico di famiglia. Se lo sarebbe mai immaginato?
Si, perché il rapporto fiduciario, e spesso di amicizia, che si instaura con gli anni, è una caratteristica della Medicina Generale. Il cittadino gradisce un professionista vicino a casa, preparato e disponibile: resta perciò disorientato quando questo appoggio, che ricordiamo essere anche l'unico gratuito con libero accesso, sembra venir meno.

Nonostante le grandi difficoltà che ci sono, la sanità italiana è fra le migliori al mondo. Se Lei potesse, quali soluzioni proporrebbe per ovviare alle difficoltà che attualmente i medici di Medicina Generale stanno vivendo?
La sanità italiana è tra le migliori al mondo in rapporto alle risorse investite. Sicuramente un rapporto convenzionato con i medici è più utile della dipendenza nella tutela del paziente. Per la Medicina Generale occorre, da un lato, una maggiore organizzazione con personale (segretaria, infermiera e anche fisioterapista) dall’altro, occorre bloccare tutte le iniziative che non portano un miglioramento ai pazienti, ma che risultano essere solo “fumo politico”.

Ad esempio nel Veneto è stato partorito un progetto, chiamato prima "Ecofarmacia" poi "Sanità kmzero", volto ad agevolare i pazienti cronici nell'approvvigionamento dei farmaci: per attivare tale servizio, il paziente deve esprimere il consenso per il trasferimento di tutti i suoi dati (presenti, passati e futuri) al FSEr, così può trovare i farmaci continuativi in farmacia senza passare dal medico. Ma, osservo: per un paziente con una patologia cronica non andare dal medico per un controllo, almeno semestrale, tutela veramente la sua salute?

Inoltre non essendo possibile dematerializzare tutti i farmaci (ad esempio NAO o alcuni antidolorifici) il paziente dovrà comunque recarsi fisicamente dal medico. Nasce perciò il sospetto, legittimo, che tale progetto che sia stato studiato solo per recepire un consenso politico.

Tornando allo studio americano: con pochi medici di famiglia dispiegati nei territori, non si rischia di riempire gli ospedali e, per quelli meno fortunati, di abbassare la vita media?
I Paesi che investono nella Medicina Generale sono quelli che hanno i migliori risultati in termini di salute. Togliere il medico di famiglia o cercare di sostituirlo con un infermiere che smista i pazienti attraverso un triage, tipo Pronto Soccorso, è come segare il ramo su cui si è seduti: si cade assieme al ramo tagliato. Purtroppo la politica non sembra avere direzioni o consulenze illuminate e competenti sul punto e a farne le spese saranno inevitabilmente coloro i quali per motivi di salute e/o per capacità reddituale sono i più deboli.

Endrius Salvalaggio

19 marzo 2019
© Riproduzione riservata

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