Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 25 APRILE 2024
Regioni e Asl
segui quotidianosanita.it

Liste d’attesa. In Puglia consiglio regionale approva legge, ma le polemiche non si fermano


Un lungo e travagliato iter, che alla fine ha portato al via libera alla proposta di legge Amati. Ma così profondamente rivista da scatenare l’ira dello stesso consigliere: “Si è approfittato della nostra proposta per introdurre un aumento di budget in favore dei privati, come se fossimo procacciatori d’affari per l’attività privata”. Interamente riscritto l’articolo sulla sospensione dell’intramoenia. Per Direzione Italia e Pellegrino “evitato un assurdo atteggiamento punitivo contro i medici”.

21 MAR - Il Consiglio regionale della Puglia ha approvato a maggioranza (20 voti favorevoli e 12 contrari, il gruppo di Forza Italia non ha partecipato al voto) e con emendamenti la proposta di legge, presentata da Amati, Cera, Colonna e Mennea “Misure per la riduzione delle liste d’attesa in sanità – Primi provvedimenti”. Ma con modifiche così importanti da scatenare le ire dello stesso Amati (Pd), nonché di molti altri consiglieri di un po’ tutti gli schieramenti politici.

L’ter di approvazione (che ha fatto seguito a un lungo e, a tratti, aspro dibattito) si è sbloccato dopo la decisione di prevedere preliminarmente all’art. 1 la previsione del recepimento (atto peraltro dovuto), da parte della Regione, della recente Intesa Stato Regioni sul Piano nazionale delle liste d’attesa.

Completamente rivisto, in virtù di due emendamenti presentati da Ignazio Zullo e da Paolo Pellegrino, l’art. 3, su cui aveva puntato Fabiano Amati, che proponeva la sospensione dell’attività libero professionale nelle aziende sanitarie in caso di un disallineamento superiore a 5 giorni nell’erogazione delle prestazioni in regime istituzionale rispetto a quelle in ALPI. La cosa non è piaciuta ad Amati, ma per Pellegrino si è “evitato un assurdo atteggiamento punitivo contro i medici”.

Quanto al resto dei contenuti della legge, illustra una nota di sintesi dell’ufficio stampa del Consiglio, è previsto che entro due mesi, le aziende sanitarie dovranno provvedere all’adozione del Piano attuativo aziendale, con la previsione delle misure da adottare in caso di superamento dei tempi massimi stabiliti, tra cui la ridefinizione quali-quantitativa dei volumi di attività e della tipologia delle prestazioni; l’incremento delle ore a specialisti ambulatoriali interni già in servizio o attivando nuove ore attraverso la stipula di rapporti convenzionali e riprogrammazione delle ore di medicina specialistica ambulatoriale interna attraverso la stipula di rapporti convenzionali a tempo determinato e all’acquisto di prestazioni da operatori accreditati esterni in extra budget.

Ogni due mesi i direttori generali dovranno pubblicare sul sito internet aziendale i dati relativi al monitoraggio, sia con riferimento all’attività istituzionale che all’ALPI che saranno monitorati dalla Giunta regionale. I dati dovranno riferirsi a ogni singola unità operativa ospedaliera e territoriale. La prenotazione delle prestazioni, incluse quelle specialistiche (ad eccezione di quelle di medicina di laboratorio) potrà avere luogo solo attraverso il CUP.

Gli inadempienti saranno soggetti a procedimento disciplinare, con il mancato riconoscimento per l’Alpi della remunerazione prevista per l’attività libero professionale.

Il CUP dovrà prevedere un sistema di recall per ricordare all’assistito la data di erogazione della prestazione e per ricevere la disdetta delle prenotazioni (articolo aggiuntivo approvato su proposta di Conca e Galante). L’assistito che non si presenta nel giorno previsto, senza aver dato disdetta nelle 48 ore precedenti, sarà tenuto al pagamento delle prestazioni, anche se esente dal pagamento del ticket.

Altro punto centrale della legge la nomina da parte dei Direttori generali delle aziende sanitarie del RULA (Responsabile unico aziendale sulle liste d’attesa) che dovrà sovrintendere all’attuazione e al raggiungimento degli obiettivi contenuti nel Piano aziendale. Il RULA dovrà essere nominato tra il personale in servizio con qualifica dirigenziale ed esperienza pregressa.

Nel caso del mancato raggiungimento degli obiettivi non avrà luogo la retribuzione (parziale o totale) della retribuzione di risultato. Previsto anche l’avvio del procedimento di decadenza del Direttore generale dell’azienda interessata.

Entro due mesi dall’entrata in vigore della legge, infine, le aziende sanitarie dovranno rideterminare le dotazioni organiche in funzione dell’aumento dell’efficienza e della migliore utilizzazione delle risorse umane, tenendo conto anche della necessità di abbattere le liste d’attesa.

I COMMENTI

“Una cosa mai vista. Rinviare e tergiversare per più di un anno per poi dire che i voti di alcuni medici valgono più delle persone in fila al Cup. E la cosa più grave è che si è approfittato della nostra proposta di legge per introdurre un aumento di budget in favore dei privati, come se fossimo procacciatori d’affari per l’attività privata. Che peccato. Ma noi non ci fermeremo nel denunciare lo scempio dell’attesa in sanità”, dichiara in una nota il presidente della Commissione regionale bilancio e primo firmatario della Pdl, Fabiano Amati.

Per Amati è “una legge che alla fine non tiene conto della legge statale, del Piano nazionale e del contratto dei medici. Una legge trasformata in un mostro giuridico. Ma per comprendere ciò che è accaduto basti pensare che la proposta che prevedeva il blocco dell’attività privata in caso di mancato allineamento con l’attività pubblica, è stata sostituita con una norma che farà innalzare le prestazioni private e le spese, senza risolvere il problema dell’attesa. Una norma impossibile per l’ordinamento, che prevede l’acquisto di prestazioni da operatori accreditati esterni, in extra budget rispetto agli accordi contrattuali vigenti. Insomma, un’ingiustizia e un pasticcio”.

Di altro avviso il presidente de La Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino, secondo il quale “nelle premesse era una legge superflua alla luce dell’intesta Stato-Regioni che ci obbliga a recepire le linee guida del Piano Nazionale di Governo di governo delle liste di attesa. In ogni caso, con alcuni miei emendamenti concordati con il collega Zullo, abbiamo evitato un’assurda previsione normativa: la sospensione automatica dell’attività libero professionale rispetto a un allungamento delle liste attesa. Liste di attesa che combatteremo, ma non con una mera furia punitiva nei confronti dei medici”.

“Alla fine – spiega Pellegrino - ha prevalso la linea moderata e costruttiva. Infatti, ove il direttore generale constati l’aumento delle liste di attesa, la legge prevede di effettuare tutti gli accertamenti del caso e in particolare procedere all’acquisto di ulteriori prestazioni, sia dal pubblico sia dal privato accreditato. Ma a mio avviso la cosa più importante, e diventa quindi l’essenza principale di questa legge, è che nel caso in cui il cittadino non trovi risposte nel regime istituzionale, se non nei tempi più lunghi di quelli previsti alla legge, si può rivolgere a un erogatore pubblico e privato, cioè al regime alpi senza pagare la prestazione. E lo facciamo, secondo il mio emendamento, con prestazioni aggiuntive e incremento del fondo già finanziato dal regime Alpi. Insomma, una soluzione esaltata anche dallo stesso presidente e assessore alla Sanità Emiliano, e che qui in Puglia eleva il nostro tasso di attenzione verso i cittadini più bisognosi di cure”.

Per il gruppo regionale di Direzione Italia la Legge “non risolve, ma è un buon inizio per garantire prestazioni sanitarie più rapide”. “Chiaramente – affermano in una nota congiunta Ignazio Zullo, Francesco Ventola, Luigi Manca e Renato Perrini - siamo soddisfatti perché abbiamo contribuito decisamente a spostare l’asse della Proposta di Legge del collega Amati da un’idea punitiva degli operatori sanitari, in un sistema pubblico in forte difficoltà per carenza di organico, su un versante di equilibrio del sistema che richiede sinergie cooperative di tutte le parti in causa e mettendo al centro il malato e non la spesa. Questo non significa che non avvertiamo la responsabilità di una gestione oculata delle risorse pubbliche, ma siamo convinti che la salute deve sempre avere priorità, anche quando manca un operatore o un’attrezzatura, perché dobbiamo garantire al cittadino di potersi curare dove vuole, purché la prestazione venga erogata nei tempi utili. E’ bene ricordare, infatti, che la prevenzione non è solo fatta di belle parole: se non si interviene per tempo nei processi diagnostici e curativi lo stato di salute si aggrava e comporta maggiori costi sanitari e sociali”.

Il M5S parla di una Legge “svilita rispetto al testo originario, non risolverà i problemi del pugliesi”.“Dopo una discussione di oltre 10 ore e un’attesa di oltre 15 mesi, la montagna ha partorito il topolino: una legge svilita rispetto al testo originario, non votata neanche dal proponente, che non contribuirà in alcun modo ad abbattere le liste d’attesa. Avremmo voluto un provvedimento coraggioso, che per una volta privilegiasse la salute dei pugliesi e non gli interessi dei medici e della vecchia politica, prevedendo la sospensione dell’attività intramoenia in caso di disallineamento tra i tempi di erogazione delle prestazioni nel pubblico e quelli delle prestazioni erogate in ALPI. Invece ci siamo ritrovati con un testo che addirittura privilegia l’attività intramoenia, andando sempre più a mortificare la sanità pubblica, utile solo a rappresentare una testimonianza dell’ennesima prova di forza interna a una maggioranza sempre più imbarazzante e a certificare l’ennesimo inciucio del centrosinistra con un centrodestra che corre in soccorso nei momenti di difficoltà”.

“Ci rendiamo conto – proseguono i 5 Stelle - che probabilmente pretendiamo troppo da una Giunta che si permette di definire il nostro emendamento una “cacata” (cit. testuale dell’assessore Piemontese): una mancanza di rispetto assoluta che denota per l’ennesima volta la totale mancanza di argomenti e competenza. Per fortuna dei pugliesi e di tutti gli italiani il Governo nazionale ha approvato il Piano Nazionale per la Gestione delle liste d’attesa, che davvero mette i cittadini al centro del sistema sanitario e nella legge di bilancio sono state messe a disposizione delle Regioni importanti risorse per potenziare i servizi di prenotazione, implementando i Cup digitali e tutte le misure per rendere più efficiente il sistema. A questo punto bisogna elaborare il Piano Regionale per la gestione delle liste di attesa, in cui dovranno essere chiaramente garantiti e riportati i tempi massimi di attesa di tutte le prestazioni ambulatoriali e in regime di ricovero prevedendo, ad esempio, l’utilizzo delle grandi apparecchiature di diagnostica per immagini per almeno l’80% della loro capacità produttiva. L’assessore alla Sanità in aula dice che è già così? Lo invitiamo a fare un giro con noi nelle Asl pugliesi. Si renderà conto che la situazione è molto diversa da quella descritta, utile solo per provare a farsi bello davanti al pubblico in aula”.
 
Per Francesca Franzoso consigliere regionale di Forza Italia “il no alla legge Amati sulle liste d'attesa dettato da Emiliano assesta un colpo durissimo al servizio sanitario gratuito, e blinda invece la casta del servizio a pagamento”. “Abbiamo appreso in aula – prosegue Franzoso - che il cruccio dell' assessore alla Sanità, non è quello di garantire il servizio pubblico gratuito, di adoperarsi per renderlo efficiente ed attrattivo abbattendo le liste d'attesa, ma quello di non scalfire il diritto del servizio a pagamento. In nome della libertà di scelta di pochi, è stato sacrificato il diritto di tutti di curarsi in tempi dignitosi. La sinistra di governo ha perso la bussola e a ricordarglielo è stata l'ala antagonista della colazione ormai irrimediabilmente a pezzi. Stasera, in un colpo, Emiliano ha fatto a pezzi lo spirito del servizio sanitario pubblico e la tenuta della sua maggioranza. Da domani i cittadini in fila ai Cup sapranno con chi prendersela”.
 
Sempre da Forza Italia, il consigliere Domenico Damascelli parla di “pagina disdicevole. Oggi in Consiglio regionale è stata scritta una pagina molto triste per la Puglia: è disdicevole utilizzare un tema così delicato e importante per i cittadini, come le liste d’attesa nella sanità, per un braccio di ferro all’interno della maggioranza. Purtroppo è esattamente quello che è accaduto: le liste d’attesa chilometriche sono frutto della gestione a firma del centrosinistra, che governa la Regione da quasi 15 anni. Effettuo costantemente sopralluoghi nelle strutture sanitarie e capita, per fare solo un esempio, che un cittadino chieda di effettuare una Tac in un Pta che ne è dotato, ricevendo risposta negativa al Cup. Perché? Indagando, magari, poi si scopre che manca un tecnico perché è andato in pensione e nessuno ha provveduto a sostituirlo. E così il cittadino non può effettuare l’esame diagnostico. Questo accade ovunque: negli ospedali e negli ambulatori territoriali. Sono drammi che i pugliesi vivono ogni giorno e di cui nessuno si fa carico. Ancora: basta andare in un ospedale pediatrico per toccare con mano che spesso un bambino non viene ricoverato per mesi per carenza di posti letto e di lui nessuno si occupa".
 
Perciò - conclude Damascelli -, discutere per ore e ore in Consiglio regionale solo per consentire alle fazioni del centrosinistra di duellare in aula, è veramente mortificante. È per questo che abbiamo deciso di non prestarci a questi giochi tra faide della maggioranza, mentre i cittadini chiedono risposte vere. Ci sono persone che muoiono perché le liste d’attesa non consentono di intervenire con immediatezza ed è un dramma che investe tutta la popolazione pugliese e colpisce i più fragili”.

21 marzo 2019
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Regioni e Asl

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy