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L’Ieo compie 25 anni. Mattarella: “Qui il paziente è persona. Ma questa visione in Italia deve fare ancora molta strada”


Il presidente ha quindi evidenziato “l’attitudine dell’Istituto di seguire, dopo l’uscita dall’ospedale, i suoi pazienti per non perdere questo rapporto che è umano prima ancora che di carattere terapeutico”, nonché sottolineato come “sia inscindibile il rapporto tra terapia e ricerca”. Alla cerimonia presente anche il governatore lombardo Attilio Fontana, per il modo di lavorare dell’Ieo sia “pienamente in linea con la filosofia di Regione Lombardia”.

21 MAG - “La ricorrenza dei venticinque anni dello IEO sottolinea non soltanto l’intuizione della fondazione, ma l’attività che in questo quarto di secolo si è dispiegata con tanti meriti da parte dell’Istituto. E il pensiero va naturalmente a Umberto Veronesi, alla sua intuizione, all’atto di fondazione insieme a Enrico Cuccia, alla sua guida dell’Istituto per tanto tempo. Ho avuto il privilegio di stare al governo insieme a Umberto Veronesi, collaborando con molta efficacia e con molta intensità. Era facile trovare punti d’incontro e momenti di collaborazione: la disponibilità che manifestava - che certamente manifestava anche dentro lo IEO - ne ha fatto un punto di riferimento non soltanto per l’Istituto, ma per il suo contributo alla ricerca nel settore della lotta ai tumori”.
 
Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha esordito nel suo discorso alle celebrazioni dei 25 anni di fondazione dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), dove era presente, fra gli altri, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.
Mattarella, che ha effettuato una breve visita della struttura, ha evidenziato la scelta dell’Istituto, “che si vede anche nei locali come furono concepiti venticinque anni fa, di accoglienza, perché il paziente fosse considerato nella complessità e completezza della sua persona e non soltanto rispetto alla singola patologia che lo affliggeva. Questa concezione del paziente come persona di cui tener conto complessivamente è non soltanto fondamentale, ma si è fatta strada, per fortuna, - e ancora deve farne molta – nelle strutture sanitarie del nostro Paese. Qui ciò è intensamente praticato, così come in realtà indica ormai la ricerca con tanta precisione e crescente indicazione, come ciascuna patologia, ciascuna malattia e ciascuna persona sia un caso unico, da considerare nella sua unicità, nella sua particolarità”.

Il presidente ha quindi sottolineato l’importanza della prassi dell’Istituto di “seguire, dopo l’uscita dall’ospedale, i suoi pazienti per non perdere questo rapporto che è umano prima ancora che di carattere terapeutico. Questa è un’apertura culturale che sottolinea anche come sia inscindibile - e come qui questo avvenga perfettamente raccolto e praticato- il rapporto tra terapia e ricerca, la vicinanza funzionale - e a quanto ho compreso - anche fisica, di ambienti, di locali, tra chi effettua terapia e chi effettua ricerca. In realtà tutti effettuano insieme terapia e ricerca, non è separato neppure in ciascun operatore l’uno e l’altro aspetto. E ciò rende completa, moderna, più efficace l’azione nei confronti della condizione di salute del nostro Paese”.
 

 


Nel suo intervento il governatore Fontana ha parlato, invece, di “un evento lieto, che ci porta a ricordare quanto IEO abbia fatto fino ad oggi per la sanità lombarda e non solo. Nato da un’idea del professor Umberto Veronesi, IEO è diventato modello innovativo di ospedale, la cui eccellenza si esprime soprattutto nella ricerca, nell’innovazione e nello sviluppo della cura”.

“Per il territorio lombardo, e particolarmente per l’Amministrazione Regionale - ha proseguito il governatore - l’innovazione costituisce un elemento centrale attorno a cui costruire la propria visione. Regione Lombardia ha da sempre promosso la ricerca e l’innovazione con interventi in molti casi di frontiera in termini di finalità e strumenti: ogni anno investiamo centinaia di milioni di euro in progetti di ricerca, risorse per l’acquisto di macchinari avanzati per le strutture pubbliche e miglioramenti di edilizia sanitaria pubblica”.
 
“Plaudo dunque a medici e ricercatori, giovani o meno, che - ha sottolineato il presidente della Regione - si dedicano allo studio scientifico e vivono della passione della ricerca, della gioia dei risultati e prima ancora della fatica dell’avvicinamento ad essi. Il mio impegno e quello della Giunta regionale è ottenere per loro, con l’autonomia, il riconoscimento della figura e la possibilità di stabilizzarla, per valorizzare ancor di più quella ‘ricerca traslazionale’, cioè che va dal laboratorio al letto e del paziente, che rende grandi gli IRCCS”.

Il presidente della Regione Lombardia ha quindi rivolto un ricordo al professor Umberto Veronesi che ha avuto “l’intuizione di creare un soggetto che applicasse i principi della gestione privata alla sanità pubblica si è dimostrato vincente ed è oggi quanto mai attuale”. Un modo di procedere che, secondo il governatore, “è pienamente in linea con la filosofia di Regione Lombardia in cui accanto ad una Sanità pubblica ve ne è una privata, sostenuta e a cui chiediamo sempre collaborazione, secondo il principio della libertà di scelta del cittadino”.

21 maggio 2019
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