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Chiude il punto nascita di Termoli da 447 parti annui. Il sindaco Roberti annuncia battaglia: “Per Grillo e il Mef noi molisani non esistiamo. È ora di dire basta”


Il ministero parla di mancanza di requisiti di sicurezza, ma spiega anche che la Regione aveva chiesto “un parere di deroga esclusivamente per il punto nascita di Isernia”, che è stato concesso ma “a condizione che venisse chiuso il punto nascita del S. Timoteo”.  Il sindaco di Termoli non ci sta: “Per Grillo e il Mef noi molisani non esistiamo. Siamo pronti a tutto per difendere il nostro ospedale. Se necessario, andremo da Mattarella, che ci dovrà garantire che non esistono cittadini di serie A e di serie B”.

27 GIU - Chiude il punto nascite dell'ospedale di Termoli, che nel 2017 faceva registrare 447 ricoveri per parto (dati Piano nazionale esiti 2018), dunque poco sotto la soglia di 500 parti annui stabilita per legge come soglia minima di parti annui per mantenere aperto un punto nascita. Il provvedimento è stato firmato dal commissario alla Sanità per il Molise, Angelo Giustini, che ieri sera ha partecipato a un incontro in Comune, convocato dal sindaco, Francesco Roberti, con gli altri sindaci del Basso Molise e i vertici della Asl. Gli ultimi ricoveri sarebbero concessi entro il 30 giugno, gli ultimi parti avverranno entro il 7 luglio, poi le donne dovranno decidere a quale altro ospedale rivolgersi.

Un comunicato del ministero della Salute spiega che le motivazioni della chiusura starebbero nella mancanza di requisiti di sicurezza, ma spiega anche che la Regione aveva chiesto “un parere di deroga esclusivamente per il punto nascita di Isernia”, che è stato concesso ma a condizione che venisse chiuso il punto nascita del S. Timoteo”. Secondo quanto spiegato dal sindaco, Francesco Roberti, la questione, in particolare, sarebbe legata alla carenza di personale. “Abbiamo compreso che c’è un problema di personale. Dieci anni di blocco delle assunzioni hanno decretato la morte dell'ospedale. Ma noi faremo di tutto per difendere il nostro ospedale”, ha detto Roberti dopo “4 ore di confronto con i tecnici della sanità in cui sindaci hanno cercato di difendere il nostro ospedale”.

Roberti, in un video diffuso su Facebook a termine dell'incontro di ieri sera, ha voluto ringraziare il commissario Giustini “per il confronto” e anche la direzione generale. Ma ha avuto parole dure verso il governo: “Abbiamo capito che da un punto di vista politico nazionale la Regione Molise non esiste, a partire da Grillo dei 5 Stelle e dal Mef. Salvo quando devono cheiderci di fare sacrifici, come per dare l'acqua alla Campania e prenderci l'immondizia di Napoli”. Al contrario, “quando noi chiediamo qualcosa, a livello di Roma non siamo ascoltati. Ma la sanità è un diritto costituzionale”. Ronerti ha annunciato l’intenzione dei sindaci di concordare iniziative per rivendicare le loro istanze. “Siamo pronti anche tutte le azioni necessarie, anche a formulare le dimissione di tutti gli 80 sindaci dei comuni del basso Molise e ad andare da Mattarella, che ci dovrà garantire che non esistono cittadini di serie A e di serie B”, ha detto il primo cittadino.

27 giugno 2019
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