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Autonomia. Da Cernobbio la Lombardia, l’Emilia Romagna e la Liguria esortano Governo. La Campania è pronta ma “serve un’operazione verità”. E il neo ministro Boccia precisa: “La Costituzione va rispettata”  

di L. C.

Passata la tempesta della crisi di Governo, le Regioni del Nord tornano a battere sull’Autonomia differenziata. L'Emilia-Romagna rilancia la propria proposta considerata “un punto di equilibrio”, la Lombardia reclama la competenza su scuola e sanità, la Campania chiarisce che “queste due materie non si toccano”. Insieme alla tematica, dunque, tornano le polemiche. E il neo ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, fa sapere di non essere contrario all'Atuonomia, “ma dobbiamo assicuriamoci che i livelli essenziali delle prestazioni siano garantiti a tutti i cittadini, nello stesso modo”.

09 SET - Dopo la pausa legata alla crisi di Governo, le Regioni del Nord tornano a battere il ferro sul tema dell’Autonomia, sollecitando il nuovo interlocutore, il governo giallo-rosso, a portare a termine un percorso lasciato in sospeso dall’ex Esecutivo guidato da Lega e M5S.

L’occasione per affrontare la questione è stata il Forum Ambrosetti appena concluso a Cernobbio, dove alcuni tra i principali protagonisti della partita (Attilio Fontana, presidente della Lombardia; Stefano Bonaccini Emilia Romagna, Giovanni Toti Liguria e Vincenzo De Luca Campania) sono tornati a ribadire le proprie posizioni (ricordiamo che le prime regioni a presentare richiesta di maggiore autonomia sono state Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, a cui hanno fatto successivamente seguito Piemonte, Liguria, Toscana, Marche, Umbria e Campania).

Per Bonaccini la proposta dell’Emilia Romagna già consegnata all’ex Esecutivo “può essere davvero il punto di equilibrio nella nuova compagine di governo per trovare una maggioranza che possa portarla avanti”. Nell'anno di governo gialloverde “ci hanno detto che l'Autonomia era a portata di mano e non se ne è fatto assolutamente nulla”, ha contestato Bonaccini chiedendo che ora si riparta "da alcuni punti fermi che sono quelli per cui le regioni hanno il diritto e dovere di poter discutere rispettando pedissequamente la Costituzione”.

La questione, per Bonaccini, sta nella possibilità di ”avere un interlocutore all'interno del governo che permetta alle regioni di avere un tavolo di trattative che faccia fare passi in avanti”. Ma se tutti sono d’accordo sulla necessità di riprendere e accelerare il processo, sui contenuti permangono divergenze. “Noi non chiediamo la regionalizzazione della scuola" perché "a me di avere insegnanti dipendenti della regione non importa nulla”, ha detto il presidente dell’Emilia Romagna. Che punta, invece, a “decidere i fabbisogni del personale della scuola per evitare che i nostri figli a inizio anno scolastico e spesso per mesi non abbiano davanti un insegnante che dovrebbe accompagnarli fino alla fine dell'anno scolastico”.

La scuola, invece, è tra i principali punti di interesse del governatore lombardo Attilio Fontana, che fa sapere se che la competenza in materia non dovesse arrivare con l’autonomia, “la Regione è pronta a varare una sua legge perché c’è una sentenza della Corte Costituzionale che già dichiara che le Regioni possono organizzare una parte di questa materia”, sono state le sue parole riferite dall'Ansa.

La sanità è un’altra delle materie care alla Lombardia ma anche una di quelle, ha ricordato Fondana, “in cui notiamo le maggiori difficolta' a proseguire”.

Per Giovanni Toti, presidente della Liguria, il nuovo governo giallo-rosso non lascerà molto spazio all’autonomia differenziata. “Spero molto, temo poco”, ha detto a margine del Forum Ambrosetti a Cernobbio. Nella “compagine di governo - ha detto - c’è il M5S che già nel precedente governo aveva rallentato e manifestato molte perplessità rispetto a processo di autonomia, che invece secondo noi è necessario. Mi auguro che questo governo sappia riprenderle in mano”. Per Toti, però, occorre parlare chiaro: “Se vogliamo metterci mano, bene, se non vogliamo diciamolo una volta per tutte. Questo è un paese che non si è dimostrato in grado di modificare la Costituzione, nelle passate legislature, a questo punto si dimostra anche non in grado di saperla applicare visto che la revisione verso l’Autonomia differenziata è già prevista dalla Carta”.

A Cernobbio il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha lanciato un appello ai colleghi di Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna, presenti all’evento: “Accetto fino in fondo la sfida dell'efficienza - ha detto - dobbiamo fare la battaglia del pulcinellismo nel Sud contro le aree di clientela politica del sud e contro la cialtroneria” perché “danneggia me prima che voi”. Ma “a partire da una operazione verità su quante sono le risorse che arrivano dal governo al Sud”.
 
Parole non condivise, però, da Attilio Fontana, che ha replicato affermando che con De Luca "non ci divide una posizione. Ci dividono i conti", perché nei soldi che arrivano al Nord "sono comprese le spese per guarire anche i non lombardi che sono più di un milione ogni anno e ci sono gli interessi dei bot". Per Fontana è comunque "positivo che" De Luca "si sia dichiarato disponibile ad affrontare la riforma dell'efficienza dell'autonomia".

A dividere Lombardia e Campania c'è, però, anche altro: se De Luca ritiene possibile “un’intesa ragionevole” sull'autonomia, anche con le altre regioni, la sua posizione è che “non vengano toccate la scuola pubblica e la sanità pubblica" e che “siano difese le ragioni del Sud”. Per il governatore campano bisogna voltare pagina rispetto a quanto accaduto con il precedente governo: "Dobbiamo partire dai livelli essenziali di prestazioni (Lep) e dal fondo di solidarietà. Poi tutti insieme combatteremo il parassitismo e le inefficienze”.

Un passo diverso da quello dello scorso governo lo auspica anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, considerato che “oggi sulle autonomie ci sono solo il progetto delle regioni, i governi precedenti non hanno scritto una riga”. Ma per Zaia il nuovo governo è composto “da quelli che gli italiani hanno bocciato su tutta la linea il 4 marzo 2018, non c'é nulla di nuovo sotto il sole”.

Intanto il neo presidente degli Affari regionali, Francesco Boccia, fa sapere di non essere contrario all'Autonomia “ma vorrei che si attuasse rispettando rigorosamente la Costituzione. Assicuriamoci che i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, siano garantiti a tutti i cittadini, nello stesso modo, indipendentemente da ceto e censo e nello stesso tempo costruiamo un modello di autonomia adeguato. L'Italia non può permettersi di vivere in uno stato di scontro permanente; invito pertanto tutti ad andare oltre la propaganda e affrontare il tema senza pregiudizi”.
 
L.C.

09 settembre 2019
© Riproduzione riservata

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