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Sardegna. L’Ats mette in guardia i dipendenti dai colloqui con la stampa. Per Lapia (M5S) è “un vero e proprio bavaglio”

di Elisabetta Caredda

A poco più di 60 giorni di servizio, il Commissario straordinario ATS richiama ai rapporti che i dipendenti devono mantenere con la stampa o sui social network, secondo quanto disposto dal Codice di Comportamento Aziendale: “Divieto assoluto di divulgare notizie d'ufficio e di assumere giudizi o affermazioni denigratorie nei confronti dell’ATS e delle sue articolazioni organizzative”. Per Lapia (M5S): “Benchè giuridicamente legittima, la circolare è un vero e proprio bavaglio”. LA CIRCOLARE

11 NOV - A soli poco più di 60 giorni di servizio dalla nomina di Commissario straordinario dell’ATS, Giorgio Steri rivolge ai Direttori ASSL, ai Direttori di Dipartimento, ai Direttori di Distretto, ai Direttori delle Strutture Complesse (S.C.), ai Responsabili delle Strutture Semplici Dipartimentali (SSD) e ai Dirigenti Sanitari dei Presidi Ospedalieri (PP.OO.), una comunicazione relativa ai rapporti che i dipendenti ATS devono mantenere con gli organi di informazione.

Un richiamo quello di Steri volto “a rammentare a tutti i Direttori e Responsabili ATS che - ai sensi dell'art. 8 del Codice di Comportamento Aziendale ATS approvato con Deliberazione n. 501 del 29/06/2017 - “nei rapporti con gli organi di stampa e nella gestione di propri profili social network, al dipendente è fatto divieto assoluto di divulgare notizie d'ufficio ed è altresì fatto divieto di assumere giudizi o affermazioni denigratorie nei confronti dell’ATS e delle sue articolazioni organizzative o comunque lesive dell'onorabilità e della reputazione dei propri superiori gerarchici e dei colleghi in genere".

A suo dire, Steri precisa che “nel riscontrare una frequente mancata ottemperanza della suddetta disposizione, se ne auspica la massima osservanza anche da parte di tutti i dipendenti assegnati alle unità operative dirette dalle SS.LL. Si rammenta, infine, che il mancato rispetto della suddetta norma di comportamento darà luogo a provvedimenti disciplinari nelle opportune sedi”.

Tale comunicazione ha suscitato non poche perplessità sul modus operandi del Commissario, tanto da essere stata messa all’attenzione della Camera dalla deputata Mara Lapia (M5S) che ne spiega in Aula, a sua veduta, le ragioni: “E’ della settimana scorsa una circolare dell’Ats Sardegna che invita i propri dipendenti a non divulgare alla stampa, notizie, giudizi o affermazioni riguardanti l’azienda. Si giustifica tale richiesta perché le suddette informazioni, data la situazione catastrofica della sanità sarda, sarebbero non certo rosee e comunque, a dire del firmatario dott. Steri, lesive della onorabilità dell’azienda e dei vertici. Benchè giuridicamente legittima e conforme al codice di comportamento dei dipendenti pubblici, la circolare è sufficientemente eloquente per essere giudicata un vero e proprio bavaglio messo oggi a tutti i dipendenti ATS. Una minaccia Presidente, e nemmeno troppo velata. Non è un caso infatti che sia di elaborazione recente, considerata la situazione in cui versa la sanità sarda”.

“Oggi la stampa in Sardegna – prosegue la deputata - permette ai medici, ai cittadini, di denunciare tutto ciò che avviene in sanità in Sardegna. La gravissima situazione quindi, in cui si trovano ospedali, reparti, e malati. Oggi la stampa coadiuva la lotta di queste persone. Se sono rispettati i limiti della veridicità dell’interesse pubblico a divulgare le notizie senza espressioni di per se ingiuriose, il diritto di critica del lavoratore non può essere sanzionato neanche sotto il profilo disciplinare. Ciò perché quanto è stabilito dal codice deontologico, trova un limite nel proprio principio costituzionale della libertà di manifestazione di pensiero”.

“Invito quindi medici, infermieri, e chiunque sia in possesso di informazioni utili alla tutela del primario interesse pubblico e del diritto alla salute – conclude Lapia -, a non astenersi a renderle note. Invito anche l’Assessore Nieddu e il dott. Steri a mettere in atto azioni volte a migliorare la situazione sanitaria sarda ed a scusarsi con tutti i dipendenti ATS per tale minaccia, che si aggiunge ai soprusi che oggi sono costretti a subire, per tenere in piedi una sanità disastrosa che la politica regionale, ad oggi, ha mostrato di non essere in grado di sostenere”.

Elisabetta Caredda

11 novembre 2019
© Riproduzione riservata

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