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Coronavirus. Alla Casa di riposo di Merlara (Padova), 98 contagiati fra ospiti e personale sanitario. Il sindaco Corradin: “È una tragedia”

di Endrius Salvalaggio

Sulla casa per anziani di Merlara pesa anche la forte carenza di personale dovuto al contaglio (positivi 25 dipendenti su 43). “Non riusciamo più a coprire nemmeno i servizi essenziali. Abbiamo chiesto aiuto, entro oggi dovrebbero arrivare un Ufficiale medico e cinque infermieri”, spiega il sindaco Claudia Corradin, anche lei è positiva al Coronavirus. Attualmente nella struttura ci sono 50 anziani positivi; 21 sono già morti e 2 sono ricoverati in ospedale. Il personale contagiato è assistito fuori dalla struttura.

30 MAR - Il Comune di Merlara è l’ultimo paese della Provincia di Padova incuneato fra le province di Rovigo, Verona e Vicenza. Questo comune conta 2600 abitanti e da inizio marzo sta lottando contro la chimera del Coronavirus. Sì, perché a Merlara c’è la casa di riposo “Il centro servizi per anziani Pietro e Santa Scarmignan” che sta diventando un lazzaretto, i cui settantatré ospiti, ad uno ad uno, sono risultati tutti positivi al virus Covid-19.
 
“E’ una tragedia, i nostri nonni che si trovano nella casa di riposo a Merlara, si stanno lasciando morire”, spiega il Sindaco di Merlara, Claudia Corradin. “Se uno me lo avesse detto prima non c’avrei creduto. Inizia tutto il 7 marzo scorso, quando una nostra ospite ha contratto l’infezione ed è stata ricoverata all’ospedale di Schiavonia: da quel momento siamo stati blindati dentro la casa di riposo per dei giorni – nessuno entrava e nessuno usciva – ma nonostante ciò, dai successivi tamponi, 25 dipendenti della casa di riposo su 43 sono risultati subito positivi mentre i 73 nonni ospiti sono ad oggi risultati tutti positivi al virus”.
 
Sulla casa per anziani di Merlara pesa un altro grosso problema; manca oltre la metà del personale dipendente (sono disponibili solo 18 su 43). “Con tutto questo personale dipendente in quarantena – continua il Sindaco Corradin - non riusciamo più a coprire nemmeno i servizi essenziali. Abbiamo chiesto aiuto alla Ulss, abbiamo cercato aiuto nelle graduatorie disponibili, alla Croce Rossa e alla Croce Verde, come ultima spiaggia abbiamo scritto al Prefetto chiedendo che ci invii del personale sanitario dell’esercito: ebbene finalmente in questi giorni dal COI (Centro Interforze di Roma) abbiamo avuto la comunicazione che entro oggi dovrebbero arrivare un Ufficiale medico e cinque infermieri”. Attualmente in struttura ci sono 50 positivi, 2 anziani sono ricoverati e 21 sono già deceduti (i 25 dipendenti positivi sono all'esterno della struttura). Il protocollo che viene adottato dei medici è quello dettato dalla Ulss.
 
“Se il paziente ha delle speranze per essere curato viene portato all’ospedale di Schiavonia altrimenti se il paziente risulta essere troppo debole resta nel pensionato e qui muore”. Questa la testimonianza del Sindaco Corradin la quale non fa mistero nel dirci che anche lei è positiva al Coronavirus e sta vivendo e lavorando isolata nella sua abitazione fra un colpo di tosse e l’altro. Fa fatica a parlare il Sindaco di Merlara che vuole ancora raccontarci quanto angosciante è tutto quello che sta capitando a lei ed alla sua comunità. “Speriamo finisca tutto molto presto. Speriamo che questa settimana scorra velocemente e riesca a togliermi di dosso il virus, perché non mi fa dormire, ho dei dolori atroci alla schiena e ad ogni colpo di tosse sembra che si apra il petto. L’angoscia più grande resta quella del mattino, quando ti dicono che nella notte è morto un altro nonno della casa di riposo di Merlara”.
 
Endrius Salvalaggio

30 marzo 2020
© Riproduzione riservata

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