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Omceo Parma a sostegno dei ‘camici grigi’: “Serve una riforma del sistema post laurea”


“I giovani sono il nostro futuro non solo a parole ma nei fatti. Non è possibile limitare risorse umane così importanti quando la richiesta di salute è tale da doverle esigere in prima linea”. Questo il commento del presidente Omceo Parma e presidente della Commissione Esami di Stato, Pierantonio Muzzetto, che oggi ha ricevuto una delegazione di “camici grigi”, neo-abilitati, liberi professionisti precari, medici in formazione specialistica e corsisti di Medicina generale uniti dal “senso di incertezza".

29 MAG - L’Ordine dei Medici di Parma esprime, in una nota, “vicinanza ai nuovi medici e studenti di medicina. In particolare, esprime piena solidarietà ai giovani colleghi intrappolati nell’imbuto formativo: laureati, abitati, e poi costretti ad attendere, anche per anni, un posto nelle scuole di specializzazione o al Corso per la Medicina Generale. Prigionieri in un limbo fatto di inoccupazione, sottoccupazione, disoccupazione”. Queste le parole di Pierantonio Muzzetto, presidente Omceo Parma e presidente della Commissione Esami di Stato, che, in occasione della giornata nazionale "Medici in mobilitazione: uniti per il SSN – 29 Maggio in tutta Italia”, ha ricevuto una delegazione di “camici grigi”, neo-abilitati, liberi professionisti precari, medici in formazione specialistica e corsisti di Medicina generale uniti dal senso di incertezza.

“I giovani sono il nostro futuro non solo a parole ma nei fatti. Non è possibile limitare risorse umane così importanti quando la richiesta di salute è tale da doverle esigere in prima linea”, sottolinea Muzzetto.

L’Omceo è infatti convinto che vi sia “la necessità di avere fondi da destinare alla formazione sul campo: occorrerebbe infatti un percorso di studi che prevedesse l’utilizzo dei giovani medici sin dopo la laurea abilitante, certo sotto il mantello dell’esperienza di altri colleghi, ma già inseriti nel contesto ospedaliero e territoriale, quale titolo da poter utilizzare nel proseguo lavorativo”.

“Ben venga quindi - prosegue Muzzetto - ogni proposta migliorativa del sistema di formazione e, soprattutto, di assistenza e di cura della collettività. Per questo, se da un lato si esprime grande vicinanza alle nostre nuove leve, dall’altro si richiama alla responsabilità tutti i medici non più giovani e soprattutto chi riveste compiti istituzionali, affinché operino per la salvaguardia della professione e per costruire, non un futuro, ma un presente per i giovani, perché gli sviluppi del domani dipendono dalle azioni di buon senso che si riusciranno a mettere in campo oggi”.
 
Azioni “di buon senso per una riforma appropriata del sistema formativo post-laurea” con “la revisione delle modalità concorsuali del test SSM, l’ampliamento della rete formativa delle Scuole di Specializzazione, il rafforzamento dei controlli di qualità sulla didattica e la rivisitazione dei contratti di Specializzandi e corsisti di Medicina generale per un migliore inquadramento giuridico ed economico”, secondo la delegazione di giovani medici che, accomunati dal senso di abbandono da parte delle Istituzioni, a partire dai Ministeri della Salute, dell’Università e della Ricerca, si sono rivolti all’Ordine dei medici.

Una “svolta sostanziale” al mondo della Sanità, per la delegazione di giornali medici, potrebbe partire dal finanziamento di un numero congruo di contratti di formazione per Medici specialisti e di Medicina generale (MMG). Nella fattispecie, “quello che si chiede è l’annullamento dell’imbuto formativo, possibile solo con il raggiungimento di un rapporto 1:1 tra candidati e contratti di formazione”.

In conclusione il presidente Muzzetto esprime il proprio pensiero sull’emergenza sanitaria scatenata dalla diffusione del Covid-19: “Si è evidenziato un sistema sanitario che non dappertutto ha risposto in modo omogeneo ed efficace a questa tragedia. Ora più che mai è chiaro quali siano gli effetti deleteri di anni di tagli ingiustificati che hanno ridotto impropriamente posti letto e risorse strumentali e umane. E’ quindi ora di fare passi indietro e tornare ad investire in sanità, a partire dalle professionalità”.

29 maggio 2020
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