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Assistenti sanitari. Ordine Tsrm e Pstrp denuncia grave carenza formativa


“In Piemonte il Corso di Laurea in Assistenza Sanitaria non è mai stato attivato”, denuncia il presidente della commissione d’albo degli assistenti sanitari dell’Ordine Tsrm e Pstrp Torino-Aosta-Alessandria-Asti, Marco Leone. Chiesto alla Regione un confronto urgente per affrontare la questione, che “prva la Regione di una risorsa strategia per la prevenzione”.

06 LUG - “In Piemonte il Corso di Laurea in Assistenza Sanitaria non è mai stato attivato. Dalla conclusione della formazione tradizionale che portava al Diploma abilitante non si è più provveduto alla preparazione di questo professionista per il quale è stato identificato secondo le nuove leggi il nuovo profilo professionale nel 1997 e la conseguente laurea triennale. Chiediamo che la Regione si confronti urgentemente con le Università piemontesi per far partire il prima possibile il Corso e attuare così una programmazione formativa seria e rispondente ai fabbisogni”. L’appello arriva da Marco Leone, Presidente della Commissione d’Albo degli Assistenti Sanitari dell’Ordine TSRM e PSTRP di Torino-Aosta-Alessandria-Asti, che denuncia “la grave carenza formativa che si è venuta a creare in Piemonte e che penalizza la sua professione e i cittadini piemontesi”.

Una carenza che, evidenzia Leone, si scontra con il recente documento della Conferenza delle Regioni, numero 83 del 18 giugno 2020, che stabilisce il bisogno formativo per l’anno accademico 2020-2021 delle professioni sanitarie: al Piemonte sono attribuiti 35 posti per laurea in Assistenza Sanitaria, un numero destinato a restare lettera morta in assenza di un Corso di Laurea in una delle due università piemontesi come purtroppo accade da anni.

“Siamo passati da una attesa all’altra, da una scusa all’altra e nel frattempo ci siamo trovati nell’emergenza Covid-19 con un bando emergenziale per l’assunzione di assistenti sanitari – spiega il Presidente della CdA degli Assistenti Sanitari -. In questi tempi i concorsi sono stati molto ridotti. Adesso ci troviamo con un bando dell’Unità di Crisi a raccogliere Assistenti Sanitari da tutte le altre regioni meno che dalla nostra, un paradosso”.

Leone evidenzia come la stessa Conferenza delle Regioni abbia sostenuto la carenza di questa figura professionale. “Sono stati reclutati in emergenza Assistenti Sanitari ma adesso usciranno veri e propri bandi di concorso – spiega Leone -. Saranno reclutati da fuori, il che non è un problema, ma lo diventa nel momento in cui queste persone torneranno nelle loro regioni di residenza. La carenza di questa figura professionale rischia dunque di ripresentarsi rapidamente. I nostri posti potrebbero essere così affidati ad altre professioni che non si occupano prevalentemente di prevenzione indebolendo la specificità necessaria per risposte puntuali ai bisogni dei cittadini”.

Non si tratta solo di un problema formativo ma anche occupazionale: “Siamo richiestissimi in questo momento – continua Leone -. Ma nelle Aziende sanitarie piemontesi si incomincia a risentire di questa carenza perché comunque non si trovano Assistenti Sanitari in Piemonte. Temo che il problema non venga preso abbastanza in considerazione da parte dei vertici regionali. In Piemonte chi vuole effettuare questo Corso di laurea deve spostarsi in Lombardia, dove ci sono tre sedi universitarie o in Veneto, in Emilia, ecc. La crisi economica attuale rende onerosa per le famiglie la frequenza lontano da casa riducendo le opportunità di studio”.

Eppure, evidenzia Leone, la figura dell’Assistente Sanitario è fondamentale per la prevenzione in sanità, compito ancora più importante in questa fase di pandemia. “Siamo essenziali non solo per l’emergenza Covid ma anche per la progettualità futura – conclude Leone -. La risposta carente che c’è stata nei servizi di Igiene e Sanità pubblica è dovuta proprio alla mancata assunzione di professionisti che si occupano esclusivamente di prevenzione. Purtroppo ci siamo trovati nel pieno dell’emergenza ad essere completamente sguarniti di Assistenti Sanitari che hanno il compito di sorvegliare e intercettare tempestivamente i segnali di sofferenza a livello comunitario a cui dare risposte rapide e puntuali. Risulta incomprensibile come a fronte di una forte disoccupazione giovanile che interessa anche la nostra regione non si senta il dovere di offrire opportunità formative e di lavoro ai nostri ragazzi”.

06 luglio 2020
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