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In Alto Adige i medici potranno parlare solo tedesco. Approvato emendamento al Senato, insorge la Fnomceo


L'emendamento al Decreto Semplificazioni, prima firmataria Julia Unterberger, prevede che per il territorio della PA di Bolzano la conoscenza della lingua tedesca sarà sufficiente per l'esercizio delle professioni sanitarie, anche se i servizi dovranno essere organizzati in modo da garantire anche l'uso dell'italiano. Anelli: “Comprendiamo l’importanza del bilinguismo, ma questa misura modifica per Bolzano i requisiti e i titoli previsti per praticare la professione medica in Italia”. Una legge provinciale che andava nella stessa direzione era già stata impugnata dal Governo lo scorso novembre.

01 SET - Per il territorio della Provincia autonoma di Bolzano la conoscenza della lingua tedesca costituisce requisito sufficiente di conoscenza linguistica necessaria per l’esercizio delle professioni sanitarie. Anche se nei servizi sanitari di pubblico interesse l'attività deve essere organizzata in modo che sia garantito agli utenti l'uso delle due lingue, italiana e tedesca. È quanto prevede un emendamento, approvato al Senato dalle Commisioni riunite I e VIII, al Decreto Semplificazioni, prima firmataria la senatrice Julia Unterberger, del Gruppo per le autonomie.

Dunque, se l'emendamento passerà il vaglio dell'Aula e il testo diventerà Legge, medici, infermieri e altri professionisti della salute potranno esercitare in provincia di Bolzano senza conoscere una parola di italiano. Sarà sufficiente che ci siano altri colleghi in grado di farlo.

Una norma che ha scatenato la reazione del Presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, che già a fine novembre si era schierato contro la legge provinciale che andava nella stessa direzione, poi impugnata dal Governo.
 
“Non sapevo che la provincia di Bolzano fosse stata annessa all’Austria – ironizza Anelli in una nota -. La lingua ufficiale del nostro Paese, del nostro Servizio sanitario nazionale, è ancora l’italiano. E, a prevederlo, è proprio lo Statuto di Autonomia della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige, il DPR n. 670 del 31 agosto 1972, avente valore di legge costituzionale, oltre alla Legge 482 del 15 dicembre 1999”.

“Comprendiamo l’importanza del bilinguismo in Alto Adige – prosegue il presidente Fnomceo – e, anzi, lo appoggiamo, in ottemperanza all’articolo 20 del nostro Codice deontologico, che considera il tempo della comunicazione quale tempo di cura. La comunicazione è dunque parte essenziale della relazione di cura e deve essere modulata in base alle conoscenze del paziente”.

“Di fatto, però - spiega Angelli -, questa misura attua la separazione normativa della provincia di Bolzano dal Servizio sanitario nazionale, modificando i requisiti e i titoli che la normativa prevede per praticare la professione medica in Italia, tra i quali la conoscenza della lingua italiana, da accertarsi, per i medici stranieri, all’atto dell’iscrizione all’Ordine  - argomenta Anelli -. In altre parole, si consente ai medici austriaci di esercitare nella provincia di Bolzano senza che abbiano conoscenza della lingua italiana, creando una sorta di extraterritorialità rispetto al resto del territorio nazionale”.
 
“Esprimiamo dunque la nostra contrarietà, anche in considerazione del fatto che una legge provinciale che andava nella stessa direzione è stata impugnata dal Governo italiano di fronte alla Corte Costituzionale - conclude Anelli -. Ci appelliamo dunque al Governo e al Parlamento perché facciano un passo indietro e stralcino l’emendamento, o lo annullino per mezzo di un emendamento soppressivo. Chiediamo in particolare alla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati lo stralcio per estraneità di materia”.

01 settembre 2020
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