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Covid. Fp Cgil Toscana: “500 contagiati nella Sanità toscana, dato destinato ad aumentare”


“Ripensare il Ssr. Siamo al limite della saturazione dei posti letto nelle terapie intensive, sia per il tasso di occupazione dei posti letto Covid che su quelli dedicati all’attività ordinaria, occorre intervenire immediatamente. Il livello di pressione sui Pronto soccorso con i pazienti costretti a lunghe attese è già un segnale di sofferenza del sistema”, scrive il sindacato in una nota.

02 NOV - “La carenza di personale, criticità storica in Toscana, con l’aumento dei casi Covid e un Sistema sanitario che deve rispondere a tutti i bisogni di salute dei cittadini oggi diventa insopportabile. Non c’è più tempo, ogni ora che passa senza dare un segnale visibile ai lavoratori, ai cittadini e alle loro rappresentanze crea un senso di sfiducia e malcontento che rischia di indebolire e persino inficiare ogni futura soluzione”.
Lo dichiara Bruno Pacini, segretario generale della Fp Cgil Toscana, in una nota.

“Siamo al limite della saturazione dei posti letto nelle terapie intensive, sia per il tasso di occupazione dei posti letto Covid che su quelli dedicati all’attività ordinaria, occorre intervenire immediatamente - aggiunge nello stesso comunicato sindacale -. Il livello di pressione sui Pronto soccorso con i pazienti costretti a lunghe attese è già un segnale di sofferenza del sistema”.

“La Regione con i due Assessorati, Sanità e Sociale insieme alle Aziende Ospedaliere e Universitarie devono rapidamente riprogettare il sistema di risposta all’impennarsi dei contagi. Ci aspettiamo atti chiari e trasparenti che non sollevino dubbi su cosa il Ssr può mettere in campo come risposta all’emergenza”, ha proseguito.

“Non c’è più tempo, ogni ora che passa senza dare un segnale visibile ai lavoratori, ai cittadini e alle loro rappresentanze crea un senso di sfiducia e malcontento che rischia di indebolire e persino inficiare ogni futura soluzione – continua -. Ai lavoratori della Sanità e di tutto il Sistema socio sanitario e assistenziale è già stato chiesto il massimo, fin dai tempi in cui venivano chiamati eroi”.

“La seconda ondata era attesa, non è pensabile che agli stessi lavoratori vengano richiesti turni massacranti, esposti costantemente al rischio contagio senza una sorveglianza sanitaria sistematica. Si contano già oltre 500 contagiati tra i sanitari, ma il numero è in costante aumento, di ora in ora”.

“I servizi disposti a causa dell’emergenza sanitaria, come le Usca, il subentro del personale Asl in molte Rsa, il numero minimo obbligatorio di operatori da dedicare ad alcune attività (per il semplice prelievo di un tampone e l’esecuzione degli esami, ad esempio) - prosegue - determina un’ulteriore penuria di personale, sempre lo stesso a fronteggiare servizi supplementari e sempre più complessi”.

“Crediamo anche che sia i gestori del Privato accreditato e convenzionato nel sistema Socio Sanitario pubblico sia gli operatori di Sanità privata possano e debbano avere un ruolo diverso, che passa dalla valorizzazione della responsabilità sociale dell’impresa, un contributo che non si traduca nel vedere i propri costi coperti sempre e comunque dal finanziamento pubblico, ma che superi ad esempio, la vergognosa penalizzazione del mancato preavviso per quei loro dipendenti che si dimettono in quanto vincitori di concorso pubblico. Ci aspettiamo da subito un segnale da parte della Regione e degli assessorati competenti, un segnale forte e intellegibile come nella prima fase del lockdown sapendo che la situazione attuale è diversa, certamente non risolvibile con i sacrifici individuali dei lavoratori”, ha concluso.

02 novembre 2020
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