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Spending review. Tutti i "paletti" delle Regioni. Il documento punto per punto


Più poteri alla Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, meno poteri al Commissario straordinario. E a fianco della Consip anche le Centrali regionali acquisti. Il documento regionale chiede anche di salvaguardare le prerogative costituzionali delle Regioni in Piano di rientro

23 MAG - Un documento corposo (già anticipato ieri), che rivendica ruolo e autonomia delle Regioni anche sul fronte della spesa, proponendo molti emendamenti significativi al ddl sulla spending review all’esame del Parlamento, cioè sul disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 7 maggio 2012, n. 52, recante disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica.

''Le Regioni chiedono di essere coinvolte nei processi di razionalizzazione della spesa e di non essere discriminate tra virtuose e non'', aveva detto anche ieri il presidente della Regione Molise e vicepresidente della Conferenza delle Regioni Michele Iorio, lasciando la Conferenza Stato Regioni per protesta contro il mancato esame del riparto del finanziamento sanità 2012.
 
E proprio questa volontà di “leale collaborazione istituzionale” è l’elemento centrale di tutti gli emendamenti proposti dalle Regioni al ddl sulla spending review, con un ripetuto riferimento a livelli di “criticità costituzionale”, con evidente riferimento alla modifica del Titolo V della Costituzione.
Innanzi tutto le Regioni chiedono un ruolo maggiore per la Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, prevista dalla legge sul federalismo fiscale (42/2009) e mai insediata. A questa Conferenza le Regioni vorrebbero assegnare il compito di “definire il livello di spesa per beni e servizi”, che nel testo governativo è dato invece al Commissario straordinario.
Molti emendamenti infatti riguardano proprio questa nuova figura, che secondo le Regioni ha “incerta natura giuridica”, sommando poteri decisionali e ispettivi “con una evidente commistione tra ruolo politico e ruolo tecnico”.
 
Critiche anche a quanto previsto nel ddl per la sospensione, revoca o annulamento di singole procedure d’acquisto di beni e servizi, “anche per ragioni di opportunità”. Nel caso in cui si rilevassero differenze di costo rilevanti per lo stesso bene, le Regioni ipotizzano in prima istanza una ricontrattazione con la ditta fornitrice e solo successivamente la revoca del contratto.
Ma soprattutto le Regioni chiedono, proponendo anche in questo caso emendamenti, che la funzione di benchmarking non sia svolta solo dalla Consip, “in quanto i parametri di altre Centrali di acquisti regionali possono essere migliorativi”.
Ultimo punto, ma non di poca importanza, riguarda le Regioni in piano di rientro, che secondo il ddl del Governo dovrebbero essere sottoposte a controlli diretti alla stregua di amministrazioni statali. Secondo il documento regionale “ciò priva di fatto tali Regioni delle loro prerogative costituzionali, intervenendo ben oltre l’ambito sanitario”.

23 maggio 2012
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