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Salerno. La denuncia Fimmg: “Nuova aggressione ai danni di due medici di continuità assistenziale. Fatto gravissimo”


Il sindacato chiede “quali sono le misure di sicurezza che l’ASL ha messo in campo per proteggere i suoi medici? Cosa intende fare per evitare che aggressioni simili possano ripetersi?”.

07 MAG - “A Salerno si è registrato l’ennesima gravissima e inammissibile aggressione a medici di continuità assistenziale: ora vogliamo delle risposte da tutti quelli che hanno il dovere istituzionale di tutelarci.”  Tommasa Maio, segretario nazionale di FIMMG Continuità Assistenziale, stigmatizza con forza l’ennesima aggressione avvenuta ai danni di medici della continuità assistenziale, episodio che solo per caso non è sfociato in violenza fisica. A scagliarsi contro i due medici in servizio in una sede della provincia di Salerno è stato un uomo che pretendeva un certificato medico per assenza dal lavoro, ma che non aveva alcuna intenzione di farsi visitare.
 
“Se i colleghi non avessero avuto la prontezza di chiudersi dentro - dice Tommasa Maio - la vicenda per loro si sarebbe conclusa in pronto soccorso, o peggio. Nel racconto della collega, costretta a rinchiudersi con l’altro medico nella postazione di guardia, ho ritrovato ancora viva tutta la frustrazione e il trauma per quei 30 minuti di puro terrore ma anche la triste consapevolezza di correre lo stesso rischio ogni volta che si prende servizio, una consapevolezza che ogni medico di guardia conosce bene e vive ogni giorno e che sta facendo allontanare dal servizio molti di noi”.
 
“Come medici di continuità assistenziale - prosegue Maio - siamo abituati a dare risposte, stavolta invece credo sia il momento di porre delle domande. Chiediamo alla direzione generale di quella ASL come sia possibile che, in piena pandemia Covid-19, non esista ancora un filtro per evitare che i pazienti accedano direttamente e liberamente all’ambulatorio? Le direttive contenute dalle Circolari Ministeriali volte a contrastare l’emergenza Covid-19, tra le regole indicate per la riduzione del rischio di contagio, contemplano un triage preventivo che eviti l’accesso incontrollato ai servizi territoriali e ospedalieri di soggetti potenzialmente positivi al Covid-19. Quali sono le misure di sicurezza che l’ASL ha messo in campo per proteggere i suoi medici? Cosa intende fare per evitare che aggressioni simili possano ripetersi?”.
 
L’episodio ripropone un tema sul quale da tempo FIMMG chiede un intervento deciso delle Istituzioni e della politica: l’attribuzione dello status di pubblico ufficiale ai medici nell’esercizio delle proprie funzioni.
 
“Avevamo richiesto che nella legge emanata a tutela del personale sanitario ci venisse riconosciuto lo status di pubblico ufficiale. Adesso chiedo a quanti in quei giorni si sono opposti a questa richiesta di rispondere a questa domanda: i provvedimenti che sono e saranno presi nei confronti di un cittadino che ha cercato di buttare giù una porta per prendere a pugni i medici - continua il segretario nazionale Maio – sono esattamente quelli che sarebbero stati attivati se ci fosse una legge che in modo inappellabile identificasse quali pubblici ufficiali i medici in servizio? Quale deterrente impedirà ad altri cittadini di fare altrettanto?”
 
“Spero – conclude Maio - che quanti avevano la responsabilità politica di dare al personale sanitario questa garanzia non debbano trovarsi domani a portare sulla coscienza altre aggressioni, altre violenze o peggio altre morti. Lo spero per loro, ma soprattutto per chi, indossando un camice, vorrebbe solo poter assistere e curare senza rischiare ogni giorno di essere pestato a sangue sul proprio posto di lavoro. Di martiri in camice bianco i medici di continuità ne hanno già avuti troppi”.

07 maggio 2021
© Riproduzione riservata

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