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Liguria. Commissione Inchiesta Ssn: “Sanità frammentaria ma complessivamente positiva"


È la configurazione geografica, secondo la commissione parlamentare presieduta da Leoluca Orlando, a rendere l’organizzazione sanitaria ligure frammentaria e disomogenea. "Efficaci" le misure per contenere costi. Plauso al sistema di monitoraggio del rischio clinico: “Modello da seguire”.

01 LUG - Negli ultimi cinque anni, in particolare, la Regione Liguria ha compiuto “importanti scelte effettuate in direzione di una razionalizzazione delle risorse e dell'accorpamento di strutture ospedaliere” che hanno, in ogni caso, “consentito di mantenere un adeguato standard di servizi rispetto alle esigenze della popolazione”.
E’ questo il giudizio espresso nella relazione - approvata all'unanimità lo scorso 20 giugno – della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario e i disavanzi sanitari regionali, presieduta da Leoluca Orlando.

Così, spiega la Commissione, se è vero che l’organizzazione sanitaria è “frammentaria e disomogenea” a causa della “configurazione geografica del territorio”, rendendo “problematica un’armoniosa distribuzione dei servizi”, è tuttavia anche vero che la Regione ha intrapreso un “percorso virtuoso per il contenimento dei costi” che “ha consentito alla Regione di uscire dal Piano di Rientro dal disavanzo” senza troppo intaccare i servizi. La valutazione della Commissione, dunque, è “complessivamente positiva riguardo ai conti della sanità e all'effettiva tutela del diritto alla salute dei cittadini”.

Ecco, in dettaglio, i contenuti della relazione della Commissione Orlando sulla sanità ligure.

Qualità-costi: positivo andamento della razionalizzazione
“Nell’anno 2010 il risultato di gestione è stato di - 95,402 milioni di euro, le risorse aggiuntive derivanti dalle addizionali Irpef e Irap dell’anno di imposta 2011 hanno consentito la copertura del disavanzo 2010.
Oltre all'aumento delle addizionali Irpef ed Irap, nella direzione di un risanamento dei conti, altrettanto importante ed efficacie è stato lo sforzo - evidenziato dal Piano sanitario regionale 2009-2011 e dal Piano di riqualificazione del servizio sanitario - di ridisegnanare la rete ospedaliera ligure perseguendo l’obiettivo di migliorare il rapporto qualità/costi, riducendogli sprechi, così come richiesto dal Patto per la salute. In base a quest'ultimo, infatti, per la Liguria sono previsti 3,46 posti letto per acuti e 0,74 per la riabilitazione ogni mille abitanti. Per raggiungere tale obiettivo - considerando che l'organizzazione sanitaria ligure prevedeva, fino al settembre 2009, un numero di posti letto per acuti pari al 3,8 per mille e pari allo 0,43 per la riabilitazione - la Regione ha provveduto a tagliare 497 posti letto per acuti e ad incrementare di 334 i posti letto per la riabilitazione.
Nell’evidenziare quindi il positivo andamento della razionalizzazione dell’offerta sanitaria, pur a fronte di un considerevole contenimento dei costi, non si può ignorare il permanere di molte difficoltà nell’affrontare una domanda sempre più crescente di bisogni di salute”.

Problematiche: liste d'attesa e alto tasso di invecchiamento
“Nel corso dell'indagine della Commissione sono emersi alcuni profili problematici tra cui, in particolare il costo relativo al personale; i requisiti richiesti per la nomina dei direttori sanitari ed amministrativi; i tempi delle liste d’attesa.
Una situazione aggravata dalla prevalente presenza di una popolazione anziana (il 27% circa è sopra i 65 anni e Genova è tra le città europee con il più alto tasso di anziani), che presenta bisogni sanitari importanti, legati alla cronicità delle malattie, con una pesante ricaduta economica sul sistema sanitario in termini di spesa, proprio per la lunga durata e per i costi delle cure. Una particolare riflessione nell’ambito delle criticità sanitarie più rilevanti, infatti, è ascrivibile alle patologie connesse alla disabilità, sia fisica che psichica. In merito a tale capitolo, permane un pesante squilibrio tra le aziende sia in termini di costi che di disponibilità di letti per assistenza. L’analisi del debito per l’anno 2010 evidenzia sostanziali differenze tra le Aziende: nel settore anziani, ad esempio, si passa da un indice di occupazione di 12,32 posti x 1000 abitanti superiori a 65 anni dell’ASL 5, al 16,95 dell’ASL 3”.

L'emigrazione sanitaria, un costo di 140 milioni per la regione
“Altro capitolo critico è l'elevata mobilità passiva che caratterizza la sanità ligure e che comporta un costo pari a circa 140 milioni di euro. Il dato è peggiorato negli ultimi anni perché, in quanto sottoposta a piano di rientro, la Liguria ha visto una riduzione del personale di circa 870 unità dal 2005 al 2010, con conseguente aumento delle le liste d’attesa e fuga verso altre regioni.
Alla migrazione sanitaria sono interessate soprattutto quelle discipline che, pur di bassa complessità, possono trovare nelle regioni limitrofe centri di alta specializzazione facilmente raggiungibili dai pazienti delle varie Aziende sanitarie (ASL 5 verso la Toscana, ASL 2,3 e 4 verso il Piemonte). In particolare, circa un terzo della spesa della mobilità è ascrivibile al settore dell’ortopedia e della riabilitazione:
- ortopedia e traumatologia per circa 32 milioni (più altri 20 milioni per riabilitazione);
- chirurgia generale per circa 14 milioni;
- cardiologia per circa 9 milioni;
- cardiochirurgia per circa 7 milioni;
- oculistica per circa 3 milioni”.

Spesa farmaceutica in calo, spesa media pro capite disomogenea
“La spesa farmaceutica pro capite netta, per il 2011, è stata pari a 123,10 euro. Efficaci politiche per un suo complessivo contenimento sono state messe in atto dalla Regione Liguria negli ultimi anni: secondo i dati forniti da Agenas, infatti, si è passati da 239.465.973 euro nel 2010 a 225.609.172 euro nel 2011, con una complessiva riduzione del 5,8 % rispetto all’anno precedente.
La spesa media sanitaria per cittadino residente è pari, invece, a 1.969 euro. Dall'analisi, nello specifico, delle singole Asl, si notano evidenti difformità:
1. Asl 1 imperiese € 1.712,00
2. Asl 2 savonese € 1.894,00
3. Asl 3 genovese € 2.144,00
4. Asl 4 chiavarese € 1.810,00
5. Asl 5 spezzino € 1.847,00
Da parte dell’ASL di Genova, è evidente uno scostamento in più sulla media pari a circa il 9%, specchio di un'offerta sanitaria prestigiosa, sostenuta in particolare dalla presenza di qualificati complessi ospedalieri in grado di soddisfare la domanda di salute in tutte le discipline mediche. Tale condizione, anche se in misura minore, è rilevabile anche nel savonese.
Inferiore spesa media procapite si individua, invece, nelle provincie dell’imperiese e dello spezzino: non presentando una rete ospedaliera altrettanto adeguata, queste ultime, hanno maggiore difficoltà nel contenere le liste d’attesa sia per ricoveri programmati che per prestazioni specialistiche ambulatoriali e subiscono la forte attrazione delle Regioni confinanti (Piemonte e Toscana), soprattutto da parte delle strutture private convenzionate”.

Sistema di monitoraggio del rischio clinico, modello da seguire
“Ha suscitato l'interesse dei membri della Commissione, l'efficiente Sistema regionale del rischio clinico di cui si è dotata la Regione Liguria: un sistema coerente con gli obiettivi di partecipazione dei professionisti e funzionale al raggiungimento del mandato delle organizzazioni sanitarie in tema di "governo clinico". L'iter che ha portato a questo risultato è stato incentrato sull'istituzione di una Commissione regionale di coordinamento per il rischio clinico: uno strumento per promuovere un approccio integrato all'interno delle strutture sanitarie e il conseguimento di adeguati livelli di sicurezza del paziente e degli operatori.
Sono state istituite, a livello di ogni Azienda sanitaria, le Unità di gestione del rischio (UGR), preposte a definire piani annuali di attività per l’individuazione delle azioni preventive, correttive e di miglioramento, nonché a creare un osservatorio epidemiologico aziendale sugli eventi avversi e sentinella.
Sono stati, inoltre, realizzati percorsi formativi sia di base, finalizzati alla conoscenza dei concetti in materia di rischio clinico, sia avanzati, finalizzati alla conoscenza degli strumenti per la prevenzione e la gestione del rischio.
Sono stati, infine, attivati progetti di buona pratica clinico-organizzativa (braccialetto identificativo del paziente, prevenzione delle cadute accidentali, gestione del rischio in chirurgia, uso sicuro dei farmaci), l’adozione di una scheda unica e l’avvio del sistema informativo degli errori in sanità che prevede una procedura di segnalazione degli eventi sentinella e la relativa trasmissione a Regione e Ministero.
Tale sistema di monitoraggio del rischio clinico costituisce una best practice che – secondo valutazione unanimemente espressa dai deputati membri della Commissione - si spera possa ispirare analoghe esperienze in altre regioni del nostro Paese”.
 

01 luglio 2012
© Riproduzione riservata

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