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Spending review. Le Regioni: ci appelleremo a Napolitano come garante della Costituzione 


I governatori pronti allo scontro istituzionale sulla spending review. In una conferenza stampa a Roma i presidenti lanciano l’allarme: “Non saremo più in grado di garantire lo stesso livello servizi sanitari“ e poi chiedono all’Esecutivo di rivedere il taglio da 1 mld per il 2012 e ridiscutere tagli per 2013-2014.

05 LUG -  
Le Regioni puntano i piedi e si dicono pronte ad arrivare allo scontro istituzionale con il Governo sul decreto spending review: "Con questi tagli non riusciremo a garantire lo stesso livello dei servizi. Ci appelleremo al Capo dello Stato come garante della Costituzione". Dopo l’incontro di ieri con il Ministro della Salute i governatori hanno voluto oggi in una conferenza stampa a Roma manifestare tutto il loro dissenso sui tagli paventati e chiedono al Governo di eliminare il taglio di 1 mld al fondo sanitario previsto per il 2012 e di stralciare quelli per il 2013-2014, che dovrebbero essere ridiscussi in un nuovo Patto per la Salute. Per le Regioni i nuovi tagli al Fondo sanitario nazionale, se sommati a quelli delle precedenti manovre Tremonti-Monti arriverebbero nel 2014 alla somma di 22 miliardi di euro.
 
“Se i tagli verranno confermati – ha spiegato il presidente della Toscana, Enrico Rossi - cambia la natura del sistema sanitario nazionale poniamo un problema perché non si cambia in modo subdolo il servizio sanitario nazionale: se lo si vuole cambiare serve una discussione pubblica”.
 
Durissimo il governatore della Puglia, Nichi Vendola: "Non possiamo sopportare una controriforma del sistema sanitario nazionale: oltre 22 mld di euro di tagli vuol dire spianare la strada alle assicurazioni private”. Per il leader di Sel: “Siamo a pochi millimetri da una rottura irrimediabile riguardo alla salute dei cittadini”.
 
La presidente del Lazio, Renata Polverini detta le ultime condizioni delle Regioni per evitare lo scontro frontale col Governo: “Abbiamo posto alcune condizioni per non rompere il fronte istituzionale”. Non possiamo “contribuire per una cifra che non può essere 1 miliardo di euro per il 2012. È una cifra che consideriamo insostenibile”. Inoltra la governatrice ha chiesto “di stralciare il periodo 2013-15, e di assegnare un mandato preciso con una tempistica che sia concordata entro il mese di agosto per arrivare assieme a costruire un risparmio che consenta di salvaguardare il sistema e penalizzi il meno possibile le istituzioni”. In ogni caso la governatrice ha specificato come se nel testo definitivo saranno mantenuti i tagli “non saremo noi che avremo rotto il patto costituzionale, ma sarà questo governo che si e' assunto questa responsabilità”.
 
No ai tagli senza equità per il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci. “Il Governo non può venir meno al rispetto della Costituzione e alla leale collaborazione con le Regioni. Sulla spending review – ha aggiunto il presidente - rischia di consumarsi una nuova rottura tra l’esecutivo e le istituzioni regionali che, soprattutto quando si trattano argomenti che vanno a incidere nella vita quotidiana dei cittadini, non possono restare inascoltate. La revisione della spesa rappresenta un obiettivo condivisibile, ma deve essere attuato seguendo un metodo equo e senza introdurre nuove discriminazioni”. 
 
 
“Pensare di recuperare per decreto altri miliardi dalla Sanità, - afferma il governatore della Basilicata, Vito De Filippo- pensare a ulteriori tagli, continuare a ridurre i trasferimenti agli enti locali è un’operazione che non richiede le competenze su cui tutta l’Italia faceva affidamento e che mette seriamente a rischio servizi pubblici essenziali. Noi vogliamo ancora credere che si agisca col bisturi, eliminando le sacche di cattivo uso delle risorse e non dismettendo pezzi di Stato e di civiltà. E per questo chiamiamo il Capo dello Stato a esercitare il suo ruolo di garanzia”.

05 luglio 2012
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