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Tesei e Coletto annunciano il “cambio di passo” del Ssr. Corte dei conti: “Restituire ai cittadini una sanità più equa e attrattiva”


Interventi per 55,7 milioni e oltre 24,2 per l’emergenza Covid e destinati per l’incremento dei posti di terapia intensiva. Ulteriori 15,4 milioni per il personale. 754 nuove assunzioni nel 2020, e altre 462 stabilizzazioni. Ma la Corte dei conti evidenzia le “difficoltà nel mantenimento dell’equilibrio economico”, la “mancata centralizzazione delle procedure di acquisto per contenere i prezzi di fornitura” l’”eccessivo ricorso ai contratti a tempo determinato e ai contratti libero professionali per il personale medico e sanitario e lo “sforamento del tetto per la spesa farmaceutica”.

25 OTT - Nonostante “l’annus horribilis” della pandemia, la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e l'assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, hanno deciso di far “cambiare passo” al sistema sanitario regionale “come puntualmente evidenziato nel giudizio della Corte dei conti”.
 
Lo sottolinea una nota dell’ente nella quale si spiega, fra l’altro, che la Regione ha individuato gli interventi da attuare e da finanziare con le risorse ripartite ad incremento del Fondo sanitario nazionale, pari a 55,7 milioni di euro e oltre 24,2 milioni relativi alle risorse gestite dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid e destinati ad interventi in conto capitale per l’incremento della dotazione strutturale dei posti letto di terapia intensiva. Ulteriori 15,4 milioni di euro sono stati destinati all’incremento della remunerazione delle prestazioni correlate alle particolari condizioni di lavoro del personale delle Aziende sanitarie.

Per quanto riguarda il potenziamento degli organici, la Corte dei conti - ricorda la Regione - attesta che sono 754 le nuove assunzioni effettuate nel corso del 2020, alle quali vanno sommate le 462 stabilizzazioni di operatori a cui è stato trasformato il contratto da tempo determinato a tempo indeterminato e per la prima volta è stata avviata una forte politica per il contenimento dei contratti a tempo determinato del personale delle Aziende sanitarie.

“Tra coloro che hanno ottenuto la stabilizzazione del contratto di lavoro – sottolinea la nota – c’erano professionisti tenuti in uno stato di precariato per decenni, a cui solo questa amministrazione ha voluto riconoscere la dignità e la sicurezza di poter continuare a servire la cittadinanza con competenza e passione”.

Nell’ambito del contenimento della spesa sanitaria, la Corte dei conti ha valutato positivamente due misure significative adottate dalla Regione: la costituzione di una Cabina di regia per il governo della spesa farmaceutica e la programmazione centralizzata degli acquisti attraverso la Cras (Centrale regionale dell'acquisto per la sanità) con conseguenti riduzioni di spesa certificate già nel corso del 2020.

“Il percorso per restituire ai cittadini una sanità più equa e attrattiva è appena iniziato - aggiunge l’ente - molto c’è ancora da fare per raddrizzare le inefficienze ereditate dal passato, ma il lavoro proseguirà senza sosta, a cominciare dal nuovo Piano socio-sanitario regionale”.

Nella nota si osserva che “lavorare seriamente per cambiare una gestione malata della sanità pubblica regionale, quella delle precedenti amministrazioni, è evidentemente un obiettivo che fa paura a chi ha contribuito per anni a far sì che tutto rimanesse uguale. Lo stato di salute del sistema sanitario umbro ogni anno passa sotto la lente del Giudizio di parificazione del rendiconto generale della Corte dei conti, e da almeno cinque anni le principali segnalazioni della Corte sono le stesse: difficoltà nel mantenimento dell’equilibrio economico, mancata centralizzazione delle procedure di acquisto per contenere i prezzi di fornitura, eccessivo ricorso ai contratti a tempo determinato e ai contratti libero professionali per il personale medico e sanitario, sforamento del tetto per la spesa farmaceutica, mancati controlli sulla qualità e l’appropriatezza delle prestazioni sanitarie rese dalle strutture accreditate”.

“Avendo ben presente ciò, apparirà evidente che chi oggi paventa un depotenziamento della sanità pubblica, nel peggiore dei casi è stato complice della decadenza della sanità umbra dell’ultimo decennio e, nel migliore, compie una strumentalizzazione di una situazione complessa che riguarda l’intero sistema sanitario nazionale”.

25 ottobre 2021
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