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12° Forum Risk Management. Quarta giornata. L'evento fiorentino chiude con proposte e idee da rielaborare nei prossimi mesi e presentare alle istituzioni

Successo pieno per l’evento dedicato alla sicurezza e alla qualità delle cure. Oltre 900 relatori si sono confrontati in più di 70 sessioni scientifiche nei quattro giorni della manifestazione, che chiude oggi i battenti. Gli organizzatori guardano al futuro: “Nei prossimi mesi porteremo ciò che è emerso dal Forum ai tavoli istituzionali”, afferma Vasco Giannotti.

01 DIC - Oltre 2.000 presenze al giorno, più di 70 sessioni scientifiche, 900 relatori. Sono questi i numeri della quattro giorni fiorentina del Forum Risk Management, evento che quest’anno ha raggiunto la sua dodicesima edizione. “Sono emerse tante idee, tante proposte che ora cercheremo di portare sui tavoli delle istituzioni sanitarie”, afferma soddisfatto Vasco Giannotti, coordinatore del Comitato scientifico del Forum.
 
Quest’anno il summit si è concentrato su come si può far diventare una pratica diffusa lo slogan della sicurezza e qualità delle cure come leva strategica per innovare e cambiare la società: “A partire dalla sicurezza del paziente si può cercare di rinnovare completamente il nostro sistema, cioè renderlo ancora più aderente e vicino ai bisogni dei cittadini, garantire continuità della cura e percorsi assistenziali sicuri e di qualità – spiega Giannotti – Da parte nostra faremo un grande lavoro di rilettura di quello che è emerso dal Forum, cercheremo di riassumerlo e nei prossimi mesi troveremo occasione di approfondimento e di promozione nelle aziende sanitarie, oltre di attrarre l’attenzione di Regioni e Governo per cercare di mettere la sanità al centro delle attività delle istituzioni”.
 
Numerosissimi i temi affrontati nella giornata conclusiva: dai dispositivi medici alle assicurazioni sanitarie, dalle partnership pubblico-privato per garantire la sostenibilità del Ssn all’approccio One Health fino alla riflessione sulla salute animale.
Ecco le voci di alcuni dei protagonisti.

Obbligo di assicurazione delle strutture sanitarie e degli operatori sanitari
“La legge 24 vuole creare le condizioni ottimali perché possa ripartire un mercato delle assicurazioni di qualità, capiente e possibilmente al minor costo possibile – afferma Amedeo Bianco, membro della commissione Igiene e Sanità al Senato e ideatore, con Federico Gelli, della legge che porta i loro nomi – Il passaggio più delicato è il decreto che deve definire le caratteristiche e i contenuti delle polizze assicurative”.

“Con questa legge il mondo delle assicurazioni è chiamato a una grande sfida – evidenzia Maurizio Hazan, avvocato e vice presidente della società scientifica “M. Gioia” –, ad esprimere al massimo la sua nuova vocazione sociale. La svolta è l’inizio di un dialogo proficuo tra mondo delle strutture, Aiba e Ania per potersi parlare. È un avvio nella conoscenza reciproca quanto mai importante”.
“Nell’attesa dell’uscita dei decreti attuativi, dobbiamo capire con quale modalità di confronto gli operatori della sanità e gli assicuratori possono trovare il giusto equilibrio, in una fase in cui di fatto la gran parte delle strutture ospedaliere hanno lavorato negli ultimi anni con una modalità di auto-assicurazione che per certi versi ha appesantito anche la gestione in termini tecnici e probabilmente li espone anche da un punto di vista economico”, conclude Giovanna Gigliotti, direttore tecnico Danni e Sinistri UnipolSai.

One Health e salute animale
“L’antimicrobico resistenza è un tema globale su cui si sono concentrati gli sforzi dei ministri sia al G7 sia al G20 – spiega Silvio Borrello, direttore generale della Sanità animale e del farmaco veterinario per il Ministero della Salute –  Si è arrivati a dare definizioni per poter avere un approccio comune a questo problema. Soprattutto, la conclusione è di impedire la somministrazione di antibiotici come promotori di crescita”.
Altro aspetto affrontato è quello degli effetti dei cambiamenti climatici sulle popolazioni animali soprattutto sui vettori, “che vanno a incidere come trasmettitori di malattie per degli animali ma anche per l’uomo”, ricorda Borrello.

Partnership per l’innovazione in sanità: un confronto pubblico privato per elaborare proposte per i policy maker
“Oggi le tecnologie di telecomunicazione e di informatica consentono di adottare realmente dei modelli di centralizzazione del controllo e della gestione della sanità a livello regionale e dall’altra parte una territorializzazione delle cure che si spinge fino alla casa delle persone – fa il punto Stefano Pileri, Ad di Italtel – Questo consente di mantenere stabili i costi della sanità mantenendo allo stesso tempo la qualità del servizio sanitario”.

“Medtronic si sta impegnando molto nell’area dell’innovazione – ricorda Francesco Conti, direttore Relazioni Istituzionali Comunicazione Medtronic - Abbiamo lanciato il concetto di value-based care, che prevede di andare oltre alla vendita di singoli prodotti o servizi, ma andare verso la vendita di esiti clinici, entrando a far parte integrante del Ssn. In questo il concetto di partnership è fondamentale perché oggi bisogna andare oltre la mera fornitura e arrivare a condividere percorsi e definire attività più adeguate per il bene del paziente”.
“Penso che il rinnovo del parco tecnologico del nostro Paese sia una delle necessità – evidenzia Daniela Delledonne, Ad di Becton Dickinson – In questo contesto andrebbero definite le regole d’oro per intraprendere la relazione pubblico-privata. In Italia purtroppo i partenariati nel rinnovo dei parchi tecnologici sono ancora assenti. Penso potrebbe essere interessante definire un manifesto per iniziare un percorso condiviso tra pubblica amministrazione e industria”.

Progetto nazionale Hta sui dispositivi medici: stato dell’arte e prospettive future
“Un tema di estrema attualità è il programma nazionale di valutazione delle tecnologie sanitarie, in particolare dei dispositivi medici – ricorda Pietro Derrico, presidente Sitha, che ha moderato l’incontro – La ricerca e sviluppo delle imprese deve essere adeguata al momento storico, al tipo di dato epidemiologico e alle evidenze scientifiche”.    

“Valutiamo molto positivamente la cabina di regia nazionale di Hta nazionale perché ha messo a sistema tra le Regioni e il livello centrale le varie esperienze e capacità – afferma Giovanna Scroccaro, membro del coordinamento regionale unico farmaco Regione Veneto – Ci sembra che in questo modo si riuscirà a fare una valutazione di Hta integrata che non penalizza le Regioni, ma anzi le utilizza al meglio portando poi dei contributi a livello generale per tutto il Paese”.

“Il processo di Hta nazionale è per l'industria una grande opportunità – dichiara Massimiliano Boggetti, presidente Assobiomedica – L’Hta nazionale deve essere in grado di valutare l’innovazione vera, quella capace di rendere più efficaci i percorsi di patologia nella sua accezione più ampia o quella capace di migliorare la salute dei cittadini, reperendo le risorse per rendere quest’ultima accessibile. Oggi in Italia va creato un ecosistema che metta in condizione i professionisti e l’industria di collaborare in modo trasparente per la ricerca e lo sviluppo delle nuove tecnologie. Assobiomedica – conclude Boggetti – sta infatti lavorando in questa direzione per migliorare il proprio codice etico e per garantire, attraverso rapporti di collaborazione trasparenti, un accesso diretto e continuativo da parte dei cittadini all’innovazione tecnologica e a terapie sempre più avanzate”.
 

01 dicembre 2017
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