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Nieddu presenta la riforma territoriale ai sindacati


Per l’assessore è “una prima bozza e non un documento scolpito nella roccia. È una riforma che andrà a ridisegnare una parte fondamentale del sistema sanitario sul nostro territorio. Per questo stiamo coinvolgendo tutti i portatori di interesse, che sono così chiamati a partecipare attivamente al confronto. Nulla sarà calato dall’alto”. La Cgil: “Bozza traccia idee di massima. Mancano i cronoprogrammi”.

23 NOV - Prosegue il ciclo di incontri organizzati dall'assessorato della Sanità per illustrare agli stakeholder il piano della medicina territoriale, 180 pagine che contengono il secondo pilastro della grande riorganizzazione della sanità, il primo è la riforma della governance approvata lo scorso anno ma ancora da attuare, il terzo sarà la rivisitazione della rete ospedaliera. Ieri l’assessore Mario Nieddu l'ha condiviso con i sindacati precisando subito che si tratta di “una prima bozza e non di un documento scolpito nella roccia”.

Quella che “andremo ad adottare - ha spiegato – è una riforma che andrà a ridisegnare una parte fondamentale del sistema sanitario sul nostro territorio. Per questo stiamo coinvolgendo tutti i portatori di interesse, che sono così chiamati a partecipare attivamente al confronto”.

Ma, sottolinea, “nulla sarà calato dall’alto: l’obiettivo è quello di mettere assieme le osservazioni e apportare eventuali correttivi prima che la proposta inizi il suo percorso istituzionale”. Nieddu ha poi sottolineato che il nuovo modello “punta a superare il dualismo territorio-ospedale: la centralità è data al cittadino e ai suoi bisogni d’assistenza. Cambiano le logiche della presa in carico del paziente. Non sarà più il cittadino a doversi orientare all’interno del sistema sanitario, ma sarà il sistema a prendere in carico il paziente e a tracciare il percorso assistenziale più appropriato, rendendo più efficace la risposta e più efficiente l’intera macchina sanitaria”.

Quindi, ha proseguito l’assessore, spazio anche “all’implementazione delle tecnologie di telemedicina e telerefertazione, al potenziamento dei servizi 116 e 117, oggi attivi in via sperimentale, da affiancare al servizio 118 dedicato alle emergenze”. Infatti “un modello che non fa questo lavoro, rischia di scaricare tutto il peso sugli ospedali e in particolare sui pronto soccorso, che inevitabilmente vanno in sofferenza”.

Per il segretario della Cgil Samuele Piddiu si è trattato di “un incontro utile ma per nulla risolutivo: occorre affrontare subito i nodi critici della sanità , quelli che minano giorno dopo giorno la salute delle persone, con le liste d'attesa infinite, gli interventi urgenti rinviati e i reparti chiusi”. Tuttavia, ha precisato, “registriamo un’inversione di tendenza, seppure in una modalità irrituale, perché siamo stati convocati per la prima volta in quasi tre anni ma ciò che serve è concretezza”. La bozza, per il sindacalista, "traccia idee di massima, qualcuna persino buona, ma manca del tutto un cronoprogramma dei progetti da portare avanti”.

23 novembre 2021
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