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Malattie rare. Giunta aggiorna la rete dei centri di riferimento


Confermato il ruolo dell’ospedale regionale per le Microcitemie “Antonio Cao” di Cagliari quale Centro di riferimento per le malattie rare, e il ruolo di supporto alle attività dei Centri di riferimento per patologia alle strutture di Genetica Medica del Binaghi (ATS), al Centro Screening del Microcitemico e Laboratorio di Genetica e Genomica della Azienda Brotzu, al Servizio di Genetica Clinica della Aou di Sassari.

25 SET - E’ stata aggiornata, con una delibera della Giunta regionale, la rete delle malattie rare della Sardegna, con l’individuazione dei Centri di Riferimento per Patologia (CRP). Con l’adeguamento dei Centri, viene confermato il ruolo dell’Ospedale Regionale per le Microcitemie “Antonio Cao” di Cagliari quale Centro di riferimento Regionale per le malattie rare, il ruolo di supporto alle attività dei CRP, con funzioni prevalentemente di consulenza genetica e ausilio diagnostico specialistico alle strutture di Genetica Medica del Binaghi (ATS), del Centro Screening del Microcitemico e Laboratorio di Genetica e Genomica della Azienda Brotzu, del Servizio di Genetica Clinica della Aou di Sassari.

“Con la proposta di ridefinizione della rete ospedaliera, al vaglio del Consiglio regionale – commenta l’assessore della Sanità, Luigi Arru, - prevediamo un sistema a rete (basato sul modello assistenziale cosiddetto “Hub e Spoke”) progettato in modo tale che i centri che si occupano di una determinata malattia siano collegati tra di loro per offrire ai cittadini tutte le risposte di cui necessitano. I centri, denominati HUB (quelli più completi e specializzati) e SPOKE (quelli periferici destinati all’accoglienza, alle cure di base e di primo livello) devono offrire un’assistenza omogenea su tutto il territorio regionale”.

“Il bisogno di salute del cittadino – afferma ancora Arru - deve essere affrontato con diversi livelli di assistenza, dal territorio fino all’ospedale specializzato, e in base ai vari stadi di gravità e complessità. I medici dislocati nei diversi nodi delle reti assistenziali, sono in contatto tra di loro, perché condividendo conoscenze e informazioni possano curare il paziente nel livello assistenziale più appropriato a garanzia dell’efficacia delle cure e della sicurezza del paziente. Le reti assistenziali sono, per la Regione, un obiettivo organizzativo prioritario come superamento della frammentarietà dell’assistenza e per assicurare la continuità della gestione dei problemi di salute delle persone. Su questo modello – chiude l’assessore – vogliamo ripensare e riorganizzare anche la rete delle malattie rare”.

25 settembre 2017
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