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Sardegna. Riordino rete ospedaliera, Consiglio vota il passaggio agli articoli. Per gli emendamenti c’è tempo fino a venerdì


Il Consiglio è convocato il 3 ottobre alle 16, alle 10 si riunirà la commissione Sanità per l’esame degli emendamenti. Arru: “La riforma garantisce una risposta di salute adeguata a tutti i territori. Nessun taglio degli ospedale. Come fa l’opposizione a parlare di sfascio?”.

27 SET - Il dibattito generale sul documento che ridefinisce la rete ospedaliera della Sardegna si è concluso.  Ieri pomeriggio l’aula, poco prima delle 19, ha votato il passaggio agli articoli (votanti 48, sì 30, no 18).  Gli emendamenti dovranno essere presentati entro le ore 10 di venerdì 29 settembre.  Il Consiglio è convocato martedì 3 ottobre alle 16, alle 10 di martedì si riunirà la commissione Sanità per l’esame degli emendamenti.   

Trentuno gli interventi nel corso della seduta, numerose le critiche dall’opposizione. “La riforma della rete ospedaliera mette al centro gli interessi dei sardi che ora non hanno una risposta adeguata alla loro domanda di salute”, ha replicato l’assessore della Sanità, Luigi Arru. L'esponente della Giunta ha ricordato che è il Ministero dell'Economia e Finanze, in documenti ufficiali, a certificare come la Regione Sardegna sia uscita nel 2010 dal Tavolo di monitoraggio e di controllo dei Livelli Essenziali di Assistenza

“Come fa l'opposizione a parlare di sfascio, se quando erano loro al governo non si misurava la qualità e l'efficacia dei servizi?”. Arru ha rispedito al mittente anche l'accusa di voler chiudere i piccoli ospedali :”È la vostra proposta del 2012, rimasta nel cassetto, a prevedere riduzione dei servizi nelle zone interne, non la nostra che, al contrario, tiene conto delle condizioni dei territori e dei collegamenti”.

“Indicatori come il Piano nazionale esiti - ha proseguito - dicono che il 70-80% dei ricoveri ora si risolve con un trattamento medico: questo significa che utilizziamo gli ospedali per casi di medio - bassa intensità, trattabili in strutture per pazienti in fase non acuta. Per questo dal 2015 abbiamo deliberato le linee guida per le cure primarie territoriali e stiamo lavorando con gli operatori per avere strutture che siano di cerniera tra ospedale e territorio, come gli ospedali di comunità e le case della salute. I cittadini - ha concluso - hanno bisogno di tutele e garanzie di sicurezza e qualità dell'assistenza e a questo abbiamo lavorato come Giunta e maggioranza con questa riforma”.

27 settembre 2017
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