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Aou Sassari. Contro i “parenti imbrattatori” al reparto di ostetricia nasce un quaderno delle dediche per i nuovi nati


Iniziativa della direzione del presidio ospedaliero per dare a genitori e parenti la possibilità di esprimere la loro felicità. Servirà anche ad arginare il malcostume di chi, con la scusa del lieto evento, imbratta con scritte e disegni i muri della clinica

02 OTT - Spesso, in occasione di una nascita, presso il reparto di ostetricia del presidio ospedaliero dell'Aou di Sassari (come del resto nella stragrande maggioranza degli ospedali italiani), i parenti usano imbrattare muri, bagni o ascensori con una “dedica” alla nuova nata o al nuovo nato. Per ovviare a questa problematica, a Sassari hanno pensato a una soluzione innovativa: un libro colorato, con lettere, numeri, il disegno di un bebè e un fiore di stoffa rosso e giallo, al suo interno, nel centro un segnalibro con una farfalla colorata e una fascetta rossa con all'estremità una penna. È il “quaderno delle dediche” che genitori, zii, nonni, fratelli e parenti potranno utilizzare per scrivere una dedica in occasione della nascita del loro nuovo piccolo. Il volumetto è stato collocato all'ingresso del reparto di ostetricia, al quarto piano della clinica di viale San Pietro.

"L'iniziativa – spiega Bruno Contu, direttore del presidio ospedaliero – nasce dall'idea di dare ai parenti del nuovo nato l'opportunità di esprimere la propria felicità, così da testimoniare questa esperienza unica. Ma deriva anche, e soprattutto, dall'esigenza di arginare il malcostume di imbrattare i muri dell'atrio, delle scale e le pareti degli ascensori".

Più di una volta l'azienda ospedaliero universitaria, con dispendio di risorse, è intervenuta per ripulire, tinteggiare e rimettere a nuovo i muri del quarto piano della clinica. L'intervento più recente risale ad appena due mesi fa. Si era già tentato di risolvere con una lavagna lucida posizionata al nido, accanto alle vetrate alle quali in tanti si sono accostati per osservare i piccoli, ma neanche questo sembra essere bastato. Qualcuno ha preferito usare pennarelli indelebili e, altri, non trovando più spazio, hanno dato sfogo alla loro felicità sulla parete alla quale la lavagna è appesa.
Di recente i “graffiti” sono ricomparsi all'ingresso del reparto, sulle scale e in prossimità degli ascensori. Nomi, date di nascita, cuori e sorrisi che esprimono la gioia del momento ma che rendono le pareti della clinica simili alle mura di palazzi abbandonati e in degrado.

"Con questo quaderno in tanti, adesso, potranno scrivere le loro dediche – afferma Salvatore Dessole, direttore della clinica di Ostetricia e ginecologia – e la speranza è che l'iniziativa possa servire a suscitare una maggiore educazione da parte di tutti".

All'ingresso degli ascensori, al loro interno, e poi a tutti i piani è stato affisso un cartello, con raffigurato un bebè che, da una parte, ricorda quanto sia incivile imbrattare i muri della clinica, dall'altra, invita genitori e parenti a scrivere un pensiero sul quaderno delle dediche che si trova in reparto. Le dediche più belle, i pensieri più commoventi e coinvolgenti potranno essere selezioni dalla direzione di presidio ed essere anche pubblicati sul sito web dell'Aou di Sassari, su un quaderno elettronico delle dediche.

L'ufficio tecnico, intanto, sta già programmando un nuovo intervento di pulizia delle pareti. Interviene anche la repressione: già da qualche tempo, sono state installate negli atrii e nelle scale alcune videocamere di sorveglianza. Un possibile deterrente nei riguardi di chi continua a sporcare i muri della clinica, nonostante il divieto e il richiamo all'articolo 639 del codice penale che prevede interventi severi per chi imbratta e deturpa "le cose altrui". In questi casi è infatti prevista la reclusione da uno a sei mesi e multe sino a mille euro se il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati, ma anche la reclusione sino a un anno e multe sino a tremila euro per chi deturpa cose di interesse storico e artistico, e poi reclusione sino a due anni e una multa sino a 10mila euro nei casi di recidiva.
 
Lorenzo Proia

02 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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