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Chirurgia pediatrica di Iglesias. Arru: “Concentrare l’offerta è l’unico modo per garantire alti standard”


L’assessore spiega che il reparto avrà un ruolo nella rete chirurgica pediatrica sarda, ma una riorganizzazione è necessaria. “In Sardegna dovrebbe esserci un unico reparto di Chirurgia Pediatria, invece ne abbiamo tre. Diversificare l’offerta in tre centri significa avere un’esperienza di alta specialità ridotta, per il numero ridotto di casi. È necessario concentrare l’offerta in ospedali dove siano presenti altri servizi specialistici”.

02 GEN -  “Concentrare l’offerta della chirurgia pediatrica in una struttura complessa garantisce la miglior offerta sanitaria possibile per i piccoli pazienti sardi, con prestazioni adeguate e sicure, alti standard qualitativi e una appropriata preparazione in caso di interventi ad alta specializzazione. Disperdere l’offerta, a fronte di un bacino di utenza sempre più ridotto, significa non offrire servizi e competenze adeguate”. L’assessore della Sanità Luigi Arru interviene sul futuro della Chirurgia  pediatrica di Iglesias, e definisce le polemiche “una drammatizzazione dell’informazione in sanità, che viene mistificata e distorta senza però fornire gli elementi utili a capire come stanno davvero le cose. La chirurgia pediatrica di Iglesias avrà un ruolo nella rete chirurgica pediatrica sarda, che assegnerà mandati diversi alle strutture a seconda della gravità delle patologie".
 
Arru ricorda che il DM 70, che fornisce precise indicazioni sugli standard di qualità degli ospedali affinché garantiscano prestazioni appropriate e sicure, prevede per la chirurgia pediatrica che ci sia un reparto, struttura complessa, ogni 1,5-3 milioni di abitanti. In Sardegna dovrebbe esserci, dunque, un unico reparto di Chirurgia Pediatria. “In realtà ne abbiamo tre, a Cagliari, Iglesias e Sassari. Anche in questo caso, la Sardegna ha un eccesso di offerta, nonostante la continua diminuzione delle nascite e dei bambini da assistere da circa 20 anni a questa parte”, sottolinea l’assessore. “Le indicazioni delle società di Chirurgia pediatrica prevedono che, per poter effettuare interventi di alta specializzazione, il reparto debba essere inserito in organizzazioni in cui siano presenti altre specialità pediatriche, per avere le giuste garanzie in caso di interventi di alta complessità, per esempio gravi malformazioni presenti alla nascita. Diversificare l’offerta in tre centri significa invece avere un’esperienza di alta specialità ridotta, per il numero ridotto delle nascite, e dunque dei relativi casi di patologie complesse su cui intervenire: è chiaro a tutti, infatti, che più alto è il numero degli interventi effettuati, maggiore è la specializzazione che si acquisisce”.
 
C’è poi un altro elemento da sottolineare, secondo Arru. Nonostante la presenza di tre servizi di Chirurgia  pediatrica, ancora molti bambini vengono portati dai genitori in ospedali pediatrici fuori regione come il Gaslini di Genova o il Bambin Gesù di Roma, che proprio per il numero di casi trattati forniscono le giuste garanzie. Infine, il progressivo invecchiamento e pensionamento dei chirurgi pediatrici rende e renderà sempre più difficile avere equipe complete nelle tre sedi, per cui inevitabilmente sarà necessario concentrare l’offerta in ospedali dove siano presenti altri servizi specialistici. “È dunque evidente che concentrare servizi e prestazioni in un unico centro d’eccellenza di Chirugia pediatrica è la migliore garanzia per i bambini, perché solo in questo modo è possibile offrire gli elevati standard previsti dalla comunità scientifica. Il bene e la tutela della salute dei nostri piccoli pazienti sono e restano la priorità assoluta”, conclude l’assessore Arru.

02 gennaio 2019
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