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Riforma sanitaria. Vertice di maggioranza, Solinas: “Auspico avvio dal 2020”

di Elisabetta Caredda

Il vertice è stato convocato dal presidente della Regione per illustrare ai consiglieri dello schieramento di centrodestra la bozza di riforma della sanità: “Credo che sia un esame di maturità per tutta la classe politica sarda, il Consiglio regionale potrà apportare i contributi che siano razionali e orientati al perseguimento del grande obiettivo finale della legge. Penso che quattro mesi siano abbastanza sufficienti per poterla approvare e far partire dal 1° gennaio del 2020 il nuovo regime”, ha detto Solinas.

06 SET - Si è tenuto ieri mattina, giovedì 5 settembre 2019, il vertice di maggioranza convocato dal presidente della Regione Christian Solinas, nella sala ‘Anfiteatro’ dell’Assessorato delle Politiche sociali, per illustrare ai consiglieri dello schieramento di centrodestra la bozza di riforma della sanità, condividerla ed eventualmente arricchire il testo che il governatore ambisce ad approvare entro l’anno.

“Abbiamo voluto fare una legge organica che contenga sia le norme nuove di riforma della governance sanitaria, sia, tutte quelle norme di riferimento del settore che restano in vigore, che erano sparse in tanti provvedimenti normativi del passato, per dargli organicità e sistematicità all’interno di un testo unico”, ha dichiarato Solinas. Non annunciamo una riforma, ma facciamo una riforma – continua il Presidente. Non facciamo calare nulla dall’alto ma si riporterà al centro la domanda di salute dei cittadini-pazienti e dei territori tenendo conto di ogni specificità, e restituendo motivazione a tutto il personale medico e paramedico. È questa la vera rivoluzione”.

“La sanità è un tema fortemente sentito dai sardi e con questa riforma dimostriamo di mantenere l’impegno che abbiamo preso con loro durante la campagna elettorale – ha aggiunto Solinas –. La domanda di salute che arriva dai cittadini è forte e noi dobbiamo garantire il massimo impegno per soddisfarla, soprattutto dopo le criticità che negli anni scorsi hanno penalizzato le legittime aspirazioni di pazienti e personale medico e sanitario. Non ci sarà più l’ATS, ci saranno fino a 5 aziende territoriali, una intermedia tra regione e aziende territoriali, ossia l’Azienda regionale della salute (Ares) ritagliata sul modello dell’Azienda zero Veneta, manterremo le aziende miste ospedaliero universitarie (AOU) e l’azienda Brotzu”.

“Sarà garantito quindi il mantenimento del controllo della spesa sanitaria grazie all’accentramento delle funzioni amministrative – sottolinea il Governatore -, per realizzare efficienza ed economicità nel bilancio complessivo della sanità sarda. Porteremo avanti un piano straordinario di interventi per migliorare il patrimonio edilizio sanitario, quindi i presidi ospedalieri che verranno manutenuti, ma si faranno interventi anche per realizzare nuove strutture: questo ci consentirà peraltro un notevole risparmio in termini di costi”.

L’apertura alla discussione e condivisione per la definizione di una proposta ufficiale della legge organica della riforma della sanità ha preso dunque il via, e il Presidente della regione conferma l’auspicio di vedere la riforma a regime da gennaio 2020: “Io credo che sia un esame di maturità per tutta la classe politica sarda, il Consiglio regionale potrà apportare i contributi che siano razionali e orientati al perseguimento del grande obiettivo finale della legge. Penso che quattro mesi siano abbastanza sufficienti per poterla approvare e far partire dal 1° gennaio del 2020 il nuovo regime”.

Elisabetta Caredda

06 settembre 2019
© Riproduzione riservata

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