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Sla. Garantiti 35 mln per il Progetto “Ritornare a casa”


La Commissione Sanità rassicura i rappresentanti di “Viva la Vita Sardegna Onlus”, promotori del Progetto. Con loro anche Michele Riontino, 45 anni, malato di Sla da 13, insieme al proprio caregiver: “Tengo a precisare - ha affermato Riontino, attraverso il puntatore oculare - che arrivo dalla Lombardia e ho sofferto tanto, perché lì non avevo nulla”

06 FEB - Le risorse per il progetto “Ritornare a casa”, riservato ai pazienti non autosufficienti come i malati di Sla, saranno portate a 35 milioni di euro per il 2020 e non ci saranno riduzioni. Lo ha annunciato il Consigliere Regionale Antonello Peru (Udc Cambiamo) durante l’audizione dell'Associazione “Viva la Vita Sardegna Onlus” (Associazione malati Sla e malattie altamente invalidanti) in Commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc Cambiamo).

Peru ha ricevuto la notizia direttamente dai vertici dell’Assessorato regionale della Sanità, chiamati dallo stesso Consigliere, su richiesta del Presidente della Commissione, per verificare la notizia di una riduzione del Fondo per la non autosufficienza a 28 milioni di euro. La Commissione ha così potuto dare, immediatamente, rassicurazioni ai rappresentanti della Onlus, che sono stati accompagnati in Consiglio regionale anche da Michele Riontino, 45 anni, malato di Sla da 13, e dal suo caregiver (colui che si prende cura di un familiare non autosufficiente).

Per avere maggiori rassicurazioni sull’attenzione che l’Assessorato sta riservando ai malati di Sla e ai pazienti colpiti da malattie invalidanti il Consigliere Nanni Lancioni (Psd'Az) ha chiesto, inoltre, al Presidente Gallus di poter sentire in audizione la prossima settimana l’Assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, e il Commissario straordinario dell’Ats, Giorgio Steri.

Nel corso della seduta l’associazione ha, anche, lamentato una riduzione del contributo previsto nel 2016 per i caregiver da 12mila a 7.200 euro annui per il II livello e da 18mila a 9.600 euro per il III livello. L’Assessorato della Sanità, ha fatto sapere Peru, sta cercando le risorse per riportare il contributo a quanto previsto nel 2016. La riduzione dell’importo, ha proseguito, si è resa necessaria per l’aumento delle persone che avevano necessità del caregiver.

“Tengo a precisare - ha affermato Riontino, attraverso il puntatore oculare - che arrivo dalla Lombardia e ho sofferto tanto, perché lì non avevo nulla”. Anche la presidente dell’Associazione Irma Ibba ha parlato del “modello Sardegna”, come di un esempio positivo a livello nazionale, anche se nell’ultimo periodo reperire le strumentazioni necessarie per la cura dei pazienti è diventato più difficile. Lo stesso Michele Riontino non riesce ad avere dall'Ats un secondo aspiratore polmonare, come prescritto dai protocolli.

L’Associazione ha sollecitato, inoltre, l’istituzione di un registro per monitorare l’incidenza della malattia in Sardegna, di un tavolo di confronto con le associazioni per il progetto “Ritornare a casa”, ma anche di vigilare sui ritardi dei pagamenti da parte dei Comuni e ha proposto di creare un centro di riferimento per la Sla, con un equipe multidisciplinare che prenda in carico il paziente e supporti la famiglia.

Il Consigliere Antonio Mundula (FdI) ha ricordato che a Ozieri c’è un esempio virtuoso di assistenza che sarebbe opportuno replicare anche negli altri territori. Si tratta, ha spiegato, di una equipe formata da Medici, infermieri e Oss che seguono a domicilio i 63 pazienti affetti da malattie degenerative. Massimo impegno e attenzione alle necessità dei malati di Sla è stata garantita anche dal Vice Presidente Daniele Cocco (Leu), da Annalisa Mele (Lega) e da Antonello Peru (Udc Cambiamo).

06 febbraio 2020
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