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Diabete. Pazienti denunciano disservizi. Riformatori presentano interrogazione: “Si ristabilisca la qualità dell’assistenza sanitaria”

di Elisabetta Caredda

Tra le criticità denunciate dai pazienti c’è la carenza nella fornitura degli ausili medici indispensabili. I consiglieri del Gruppo Riformatori chiedono l’intervento della Regione: “Situazione intollerabile e che non può essere imputata al coronavirus”. Trentin (Federazione Rete Sarda Diabete): “Auspico che quest’intervento possa per davvero far aprire i tavoli tecnici della sanità sarda ed affrontare le problematiche trascurate”. IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE

15 GIU - “La carente fornitura di ausili medici ai pazienti diabetici e i disservizi che li interessano da vicino non possono essere imputati esclusivamente alle complicanze derivanti dall’emergenza Covid-19 e non possono essere più tollerabili”. Lo dichiarano i Consiglieri regionali dei Riformatori Michele Cossa, Alfonso Marras, Aldo Salaris e Giovanni Antonio Satta, che attraverso una interrogazione chiedono all’Assessore alla sanità Mario Nieddu e al Presidente della Giunta Christian Solinas di intervenire presso la Direzione Generale dell’Azienda per la Tutela della Salute (Ats) affinché sia fatta luce sulle gravi inadempienze relative le forniture degli ausili medici, “che sono spesso indispensabili per garantire la sopravvivenza dei pazienti stessi”.
 
“A causa della disorganizzazione dell’ATS - attaccano i Consiglieri - si registrano infatti gravi e pesanti disagi per i pazienti sardi, in particolare per quelli che soffrono di patologie croniche che necessitano di farmaci salvavita e ausili per la gestione ed il controllo delle malattie. Disagi che l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha reso ancora più evidenti”.
 
Tre, in particolare, le problematiche evidenziate dai pazienti diabetici che il Gruppo regionale dei Riformatori ha fatto proprie: “Gli orari concordati per il ritiro degli ausili non vengono rispettati e costringono i malati o i loro familiari a lunghe e pesanti attese nei presidi, il materiale viene fornito in quantità ridotte e pertanto costringe i pazienti a recarsi più spesso nei presidi o nelle farmacie; spesso il materiale non presenta caratteristiche di qualità adeguata al servizio da fornire, ma risulta di categoria inferiore.
 
Ed ecco motivare – sottolineano i Consiglieri - anche la nostra richiesta di un intervento immediato nei confronti dell’ATS per rimediare alle carenze del servizio sanitario regionale e ristabilire l’elevata qualità dell’assistenza in Sardegna, volta ad andare incontro alle esigenze di tutti quei pazienti che oggi si vedono negato il diritto fondamentale alle cure”.

Soddisfatto dell’iniziativa dei Riformatori anche il Presidente della Federazione Rete Sarda Diabete, il Dott. Riccardo Trentin, che sentito da Quotidiano Sanità commenta: “E’ sicuramente un primo passo, è una presa d’attenzione nei confronti delle tante problematiche che hanno le persone, come lo stesso sottoscritto, affette da diabete. Quest’interrogazione comincia ad aprire una prima breccia all’interno di questa grande difficoltà che abbiamo in Sardegna per quanto riguarda ad esempio l’accesso alle tecnologie, ai farmaci innovativi, l’assenza di un registro con le persone col diabete”.

"Basti pensare – spiega Trentin – che l’ultimo dato approssimativo stimato dei diabetici nell’isola di cui siamo in possesso, sono calcolati oltre 110.410 pazienti, risale al 2016 ed era stato rilevato dalle analisi effettuate sui flussi informativi correnti del Dott. Antonello Antonelli, all’epoca funzionario del Servizio della qualità dei servizi e governo clinico della direzione generale sanità dell’Assessorato. Sono dati allarmanti, la nostra regione peraltro presenta, tra adulti e bambini, il maggior tasso d’incidenza sul diabete autoimmune, chiamato anche diabete mellito di tipo1 (DMT1)”.

Il Presidente della Federazione ribadisce dunque la gravità nella mancanza di un registro Sardo dei pazienti con diabete: “Un registro avrebbe consentito un monitoraggio mirato e costante della patologia così diffusa in Sardegna, non sappiamo nemmeno quanti sono i casi ad oggi aumentati. Oltre ciò, è indispensabile che la Sanità sarda garantisca l’accesso ai farmaci innovativi per il diabete e l’accesso agli aggiornamenti delle nuove tecnologie dei microinfusori e sensori”.

“Per chiarire meglio – puntualizza Trentin -,  il sensore che a me oggi stanno prescrivendo per il diabete di tipo1, così come è prescritto agli altri pazienti con la stessa tipologia di diabete, và fuori produzione alla fine dell’anno. Si stanno utilizzando ausili datati, manca un aggiornamento delle forniture finalizzate a migliorare la nostra qualità di vita, quella delle persone col diabete. La debolezza nel tener conto anche dell’aspetto psicologico di noi pazienti. Questa è la cosa più drammatica che ci stanno facendo vivere”.

Trentin conclude dunque con un ulteriore appello di sensibilizzazione: “Desidero richiamare l’interesse reale delle Istituzioni sanitarie alla condizione di noi diabetici, che questa interrogazione possa essere colta per davvero per aprire i tavoli tecnici ed affrontare le problematiche trascurate. Si auspica si possa arrivare a costituire una Consulta regionale della diabetologia e malattie metaboliche correlate e del Coordinamento Interaziendale Regionale, per un’azione concreta di supporto alle azioni regionali di programmazione e di monitoraggio degli interventi per la risoluzione delle problematiche più urgenti, relative appunto allo stato della diabetologia in Sardegna”.

Elisabetta Caredda

15 giugno 2020
© Riproduzione riservata

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