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Specializzandi. Se tutta Italia facesse come la Sardegna

di P.Di Silverio, M.Deplano, M.Evangelista,

07 LUG - Gentile Direttore,
nei giorni scorsi è stata approvata la proposta di legge della regione Sardegna 161/A, in applicazione della LR 6 del 6 marzo 2020, che prevede l’aumento strutturale per i prossimi tre anni dei contratti regionali di specializzazione. In un momento di estrema concitazione ed incertezza, in cui alla straziante richiesta di specialisti del SSN viene data come risposta uno scellerato aumento dei posti al corso di laurea in medicina, lo sforzo politico e associazionistico sardo è oltremodo apprezzabile: parliamo di un aumento del 594% rispetto al SSM 2019, coperto da un investimento di 30 Milioni di euro per i prossimi tre anni.
 
I contratti regionali di specializzazione hanno una normativa di fondo strutturalmente simile a quelle statali, con differenza di concorrenza nei requisiti di residenza pluriennale nella regione, ed eventuale vincolo di permanenza per un tot di anni nella regione stessa dopo il conseguimento del titolo. Un compromesso grossomodo accettabile, per chi decide di investire il proprio futuro sul territorio di residenza o provenienza.
 
I posti regionali sono stati, negli anni precedenti, circa un l’8% del totale. Sulle 729 borse regionali del SSM2019, ad esempio, alcune regioni si sono mostrate più impegnate, la Campania su tutte (120), a seguire Emilia-Romagna (89) e Veneto (87); altre invece hanno mostrato scarso o nessun interesse, tra cui Abruzzo (0), Lazio (5), Marche (7), Piemonte e Liguria (18).
 
Ad oggi l’imbuto formativo, ovvero la differenza tra medici laureati e contratti di specializzazione, consta di circa 9.000 unità e rimarrà sostanzialmente invariato anche dopo il concorso SSM2020, salvo provvidenziali aumenti dell’ultima ora. Nel 2025, secondo lo studio Anaao Assomed del 2018, mancheranno all’appello del SSN nel 2025 poco meno di 19.000 specialisti.
 
Ci siamo chiesti, come farebbe chiunque del resto, cosa accadrebbe se tutte le regioni applicassero il modello sardo? La risposta, in termini matematici, è semplice. Quantificando lo sforzo fatto dai virtuosi sardi in termini di specializzandi per abitanti, così come qualsiasi altro indicatore di qualità di salute, formazione, eccetera, vi sarà un contratto regionale ogni 8.629 abitanti. Procedendo con metodo proporzionale, i numeri che ne fuoriescono, seppur immaginosi, sono sorprendenti.
 
Si otterrebbero quasi 7.000 contratti aggiuntivi, con incremento medio del 1.719%, oscillante dal 500% delle regioni su descritte come impegnate (Campania, Emilia-Romagna e Veneto), al 12.000% delle disinteressate (Lazio). La Lombardia dovrebbe investire in 1.166 contratti, la Sicilia 579, il Lazio 681, il Piemonte 505, la Liguria 180.
 
Tornando con i piedi per terra, è quanto meno complesso che il modello sardo possa essere applicato invariato urbi et orbi. Resta però ugualmente difficile pensare che in un momento difficile della nostra storia sanitaria non vi sia spazio ad una manovra di aumento dei contratti di specializzazione, che chiamarla preventiva è addirittura eufemistico.
 
I bilanci regionali sono il trend topic di molte campagne elettorali, giustificabile talvolta nell’enorme divario di finanziamento tra regioni del nord e del sud. Nonostante il delicato periodo che i nostri SSR stanno vivendo, l’auspicio è che si riesca a trovare ragionevolezza e buon senso nella programmazione del futuro sanitario. Ciononostante, molti amministratori rimbalzano ogni tipo di azione in tal senso, restando muti anche ad appelli di importanti organi istituzionali.
 
Le chiavi del problema sono comunque semplici: conoscenza e consapevolezza delle criticità, comprensione delle dimensioni del problema, trasversalità nella ricerca di possibilità. Anche perché, stranamente, venire a conoscenza del fatto che la somma degli 8.000 contratti statali con i 4.200 extra di quest’anno e gli utopici 7.000 regionali è esattamente uguale al numero di specialisti che nel 2025 mancheranno all’appello al SSN, può risultare una stimolante coincidenza.
 
Pierino Di Silverio
Responsabile Nazionale Anaao Giovani
 
Marco Deplano
Responsabile Anaao Giovani Sardegna
 
Marco Evangelista
Anaao Giovani Campania

07 luglio 2020
© Riproduzione riservata

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